Oggi è il giorno. Il giorno in qui lo incontrerò. Il professore di geografia economico politica.
Il professore Alfredo Giordano. Sono tanti i pettegolezzi su di lui. Tanti lo criticano dicendo che è una persona senza cuore. Un mostro, addirittura. Altri invece lo definiscono 'abbastanza riservato'. Sinceramente non so cosa aspettarmi. Amo andare all'università. Ho già incontrato il professore di sociologia e devo dire che non sono rimasta delusa.
Ma questo professore? Come sarà?
Mi incammino verso l'aula 7. Vedo già i miei compagni che aspettano fuori dall'aula.
"Ehi (y/n), sbrigati! Se no il professore si incavola!!" Mi dice Konig, tenendo la porta aperta.
Mi stringo lo zaino e corro verso l'aula.
"Lei è la studentessa (y/s) ?" sento una voce chiedermi.
Mi giro per vedere da dove venisse quella voce.
Eccolo li.
Il professore di geografia economico politica.
Alfredo Giordano
"Scusi, ha sentito l'ha domanda?" mi domanda paziente.
Riesco a malapena a capire. Non riesco a distogliere lo sguardo.
Ha un corpo perfetto.
Non sapevo fosse cosi.... Bello.
"Ahh, ermmm si certo.. sono io".
"Bene, siediti cosi possiamo iniziare". Mi siedo immediatamente accanto a Konig. Apro lo zaino e prendo l'iPad per prendere gli appunti.
"Ehi, ma.... che hai? Hai le guance rosse..." bisbiglia Konig.
"Cosa? Non è vero" gli rispondo a velocemente bassa voce.
Si, lo ammetto. Ho provato qualcosa quando l'ho visto.
"Allora, visto che questa è la nostra prima lezione, partiremo dalla storia della geografia. La geografia parte come materia di insegnamento in Gran Bretagna, intorno al 1800. Fra i principali esponenti abbiamo Marco Polo e Cristoforo Colombo" incomincia il professore.
"Inoltre, è importante sottolineare che questa tipologia di geografia non va confusa con geopolitica".
Guardo gli altri compagni del mio corso. Hanno i volti rivolti verso il professore Giordano mentre scrivono sui i loro quaderni e portatili.
Ma come fanno?
Tengo gli occhi fissi sullo schermo dell'iPad. Ho paura di incrociare il suo sguardo. Basterebbe solo una guardata e capirebbe subito cosa provo per lui. Eppure l'ho appena incontrato. Non mi è mai capitato di provare una cosa del genere. Certo, ho avuto delle cotte nel passato. Alle medie, al club di scacchi, lezioni di nuoto, per non parlare delle superiori.
Ma con il mio professore di università? Non credo.
"Signorina (y/n), cosa sta facendo?" mi sento dire.
Il professore Giordano mi guarda intensamente.
"Ecco... io". Mi blocco. Non so come rispondere. Si girano tutti verso di me. Vedo dei sogghigni e sento le loro risate.
"Per cortesia, presti più attenzione. Le assicuro che le servirà per l'esame".
"Ah si certo...mi scusi" dico con la testa abbassata per l'imbarazzo.
"Dov'eravamo... La geografia politica può avere dei scopi politici."
La mia mente non riesce a seguire le sue parole. Ormai il danno è fatto. Adesso penserà sicuramente che sono una stupida. Forse lo sono. Non sono neanche capace di dialogare come una persona normale.
Sopratutto con lui.
Passo tutta l'ora a guadare l'orario sullo schermo, pregando che la lezione finisca il prima possibile.
"Va bene, direi che possiamo concludere questa lezione" dice il professore Giordano.
Gli altri si alzano subito dai loro posti, dirigendosi verso la porta. Io mi alzo dalla sedia, e proprio mentre sto per uscire dall'aula sento una voce dire "Signorina (y/n), per cortesia, si fermi. Dobbiamo parlare".
Mi blocco istantaneamente.
Ottimo.
"Prenda una sedia" mi ordina. Faccio come chiede, la mia mano che trema per l'ansia.
Mi siedo accanto a lui. Dopo un paio di secondi, il suo volto incrocia il mio.
"Lo sa.... Io avevo delle alte aspettative su di lei" incomincia.
"Suo fratello è uno studente modello, attento durante le lezioni, si applica, faceva di tutto per essere presente."
Sento una strana senzazione nello stomaco. Come se mi fosse caduto il cuore.
"Non me l'aspettavo questo comportamento da parte sua. Sopratutto dopo le opinioni che ho sentito da parte di tuo fratello......... ma, cosa sta facendo?".
Ad un certo un punto, iniziano a scorrere le lacrime. Non riesco a trattenermi.
Sono una stupida. Proprio stupida!
"Signorina (y/n), per cortesia!" Esclama il professore.
"M-mi,mi scusi...e che io.....io....".
"Dai basta cosi, non piangere" mi dice, mentre il suo sguardo si addolcisce.
"Mi dispiace che sia andata cosi, veramente. Asciugati le lacrime". La sua mano viaggia sulla mia guance. Cerca di asciugarmi le lacrime con un fazzoletto.
Le sue dita sfiorano la mia pelle. Il contatto sembra bruciare. Eppure non mi muovo.
"Brava ragazza" sospira.
Stavolta lo guardo dritto negli occhi.
"Mi scusi, professore. Non accadrà più."
"Lo so."
Sento come i suoi occhi mi fissano, e la sua mano tocca il mio viso, sento come se questo calore mi appartenesse, mi avvolge e non posso staccarmi da questa sensazione.
"Professore..." mormoro.
"Si?" Mi domanda, paziente.
"Credo di essermi innamorata".
Cala il silenzio.
Lui non dice una parola.
Poi, come d'improvviso, ci baciamo.
Spalancò gli occhi per la sorpresa ma rimango immobile, sento come le sue labbra baciano le mie....sono morbide; si stacca da me e mi guarda con occhi seri ma addolciti, e mi accarezza la guancia, il suo tono era leggermente diverso ma non capisco perché "(y/n)", alla pronuncia del mio nome riprendo il bacio e avvolgo le mie braccia intorno al suo collo per tenerlo stretto.Le sue mani mi prendono la vita per separarmi a lui, ancora inebriata dal bacio non mi accorgo di essermi separata da lui, ma riprendo i sensi quando si alza d'improvviso ed esce dal aula senza dire una parola.
Ero io e il mio cuore che batteva al impazzata.
"Cos'è successo?!" Mi chiedo mentalmente.Fine capitolo 1