Non appena entro in casa inizio a preparare tutto per l'arrivo dei miei migliori amici. Inizio a sistemare e pulire casa, aggiusto la camera degli ospiti e metto a posto la spesa che avevo lasciato sul bancone della cucina. Quando il mio sguardo si poggia sulla grande scatola di ciambelle mi si allarga un sorriso sulle labbra.
Buon Dio...l'abbiamo persa.
Scuoto la testa ridacchiando per risvegliarmi dai miei pensieri e non faccio nemmeno in tempo a riprendermi del tutto che sento suonare il campanello.
Corro ad aprire la porta e, non appena lo faccio, la mia migliore amica mi si butta tra le braccia stringendomi forte.
Camila è la mia migliore amica da sempre, ci conosciamo da tutta la vita visto che anche le nostre mamme erano migliori amiche. In ogni momento bello o brutto della mia vita Cami era con me. E con noi c'era Joã, Jo per gli amici. Jo e Cami si sono fidanzati a undici anni per una scommessa e in meno di una settimana hanno capito che non si sarebbero più lasciati, da allora al pacchetto si è aggiunto anche lui, diventando il mio migliore amico."Hola mi amor " mi saluta Cami in spagnolo senza lasciarmi andare "Ciao a te" sorrido e le accarezzo la schiena e Jo si aggiunge all'abbraccio ridacchiando "Ci sei mancata".
Okay facciamo un piccolo passo indietro che dite?
Ho vissuto la mia intera vita a Portorico. Nata e cresciuta lì. Amo i miei genitori da impazzire e ho uno strettissimo legame familiare che mi scorre nelle vene ma a diciott'anni Portorico era diventata davvero troppo per me. Dovevo trovarmi un lavoro e visto che il mio caro papà è inglese, sono cresciuta con storie sulla magica Londra. Ho trovato il mio posto qui. È davvero una città spettacolare, ma ho dovuto lasciare indietro tutto quanto...soprattutto famiglia e amici. I miei genitori tentano di venirmi a trovare almeno tre volte l'anno ma per i miei amici è molto più complicato. Cami è la direttrice di un'azienda di moda molto importante e Jo fa il fotografo. Sono due ragazzi molto impegnati e mi rendo conto che non è semplice lasciare il lavoro per volare e superare un oceano per venirmi a trovare.
"Da quanto tempo non ti vedevo?" Cami mi prende il viso tra le mani come per esaminare se stessi bene "Sono venuta a casa per Natale l'anno scorso!! Non è passato così tanto tempo" sento Jo ridere mentre mi poggia una mano sulla spalla "Siamo ad Ottobre, Vic. Ci siamo visti quasi un anno fa" . Alzo gli occhi al cielo e sospiro ridacchiando "Siete sopravvissuti senza di me però, visto?" vedo Cami sorridermi e si sbottona la giacca sfilandosela "Abbiamo una cosa da dirti" non fa nemmeno in tempo a finire la frase che il suo pancino rigonfio sbuca dal tessuto della felpa "COSA??" Jo ride non appena vede i miei occhi sgranati mentre fisso la mia migliore amica INCINTA e accarezza la pancia della sua compagna "Ora capisci perchè l'urgenza di vederti?". Annuisco portandomi una mano sulle labbra, sento gli occhi inumidirsi.
Io e Cami abbiamo sempre sognato questo momento. Il momento in cui una di noi sarebbe diventata mamma sarebbe stato il momento in cui l'altra diventava zia. Il rapporto tra me e lei è pura sorellanza e questo grandissimo passo è importantissimo anche per me. Il senso di colpa che provo in questo momento però è maggiore...viviamo a duemila chilometri di distanza ormai. Quando da piccole parlavamo di quando tutto ciò sarebbe successo, fantasticavamo sul fare tutto insieme e sapere che non sarà possibile, che probabilmente non potrò esserci per la nascita di mio nipote, che non potrò fare shopping con lei, vedere giorno dopo giorno il suo pancione crescere mi fa salire il malloppo in gola.
E, dall'espressione che ha Cami stampata sul volto, il malloppo è salito anche a lei. Non appena il mio sguardo si incastra nel suo scoppiamo entrambe in lacrime stringendoci di nuovo forte. Quell'abbraccio dice molte più cose di quante saremmo in grado di esprimere in quel momento.
Quel preciso abbraccio dice : "Congratulazioni, sono felice per voi."
Ma esprime anche un: "Mi dispiace non esserci abbastanza."
Insieme a un: "Sono fiera di te."
Ma soprattutto, la cosa più forte e importante che dice, è un vero e proprio urlo che esclama un: "Ti voglio bene."
Per tutta l'ora successiva restiamo a parlare, mangiando ciambelle e raccontandoci tutto ciò che c'era di importante da dire. Parliamo della gravidanza, di come l'hanno scoperto, delle prime visite, di come sta andando il lavoro sia per loro che per me, delle nostre famiglie e naturalmente parliamo a lungo di Will. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno. A lavoro giustamente ancora nessuno sa che ci siamo baciati e,anche se sto legando molto con le ragazze nonostante io le conosca da pochissimo, non è di certo a loro che vado a raccontare che ho baciato il capo...tre volte.
"Quindi tu mi stai dicendo che finalmente dopo anni ti piace qualcuno?? Dios mío, stavo iniziando a preoccuparmi dopo che anche le app di incontri non avevano funzionato!" Mi dice Jo ricevendo un colpetto sul braccio a mo di rimprovero dalla fidanzata "Non ascoltarlo, è un'idiota lo sai, dicci di più dai" Cami mi prende le mani accarezzandole con i pollici e si sistema meglio sl divano "Jo non ha tutti i torti sta volta però, tesoro. Non mi interessavo a qualcuno veramente un sacco di tempo" ridacchio e coinvolgo Jo che riprende parola rivolgendosi a Cami "Eddai amore, eri preoccupata anche tu e lo sai" incrocio le braccia al petto trattenendo una risata e la mia migliore amica lascia andare un sospiro "Okay si è vero, ero preoccupata. Ma solo perchè non mi piace l'idea di te tutta sola a Londra! Anche tu hai bisogno a volte di qualcuno che si prenda cura di te" sorrido alle sue parole e le accarezzo la spalla "Farò finta di non offendermi visto che pensate che in quattro anni che vivo qui io non mi sia fatta degli amici, ma in ogni cas non preoccupatevi. Ho chi bada a me, non sono sola e, anche se lo fossi, starei bene" ed è la verità. Non ho bisogno di molte persone, ho sempre amato i miei momenti solitari e non smetterò di farlo ora che mi interessa qualcuno.
Dopo un'oretta passata a ridere e chiacchierare sentiamo il campanello suonare. Quando vado ad aprire per vedere chi possa essere mi trovo Will davanti, il suo sguardo è subito catturato dai miei amici che lo fissano seduti sul divano "Oh merda, scusami. Sapevo che avresti avuto visite ma non avevo idea per che ora arrivassero, hai lasciato questa in palestra e volevo riportartela" mi porge la mia maglietta, ero convinta di averla messa nel borsone ma a quanto pare deve essermi caduta quando ho preso quella di ricambio "Grazie mille e non ti preoccupare assolutamente. Sei andato di nuovo in palestra??" Lui ridacchia e nega con la testa "Il proprietario è mio amico, visto che siamo stati gli unici ad andare sta mattina mi ha chiamato per chiedermi se appartenesse al nostro staff. Ho riconosciuto che fosse tua, sono andato a prenderla e ora eccomi qui" dondola sui talloni e picchietta le dita sullo stipite della porta "Sai che potevi scrivermi per avvisarmi che era lì,no?" Sorrido continuando la conversazione nonostante senta gli occhi dei miei amici puntati addosso anche da dietro la schiena "Mhmh, lo so ma volevo vederti. E ora che ti ho vista ti lascio stare. Ciao ragazzi, scusate l'interruzione " mi da una carezza veloce sul fianco e fa per allontanarsi quando a richiamarlo non sono io ma...Jo. "Ei, amico!! Perchè non rimani? Tanto sai anche tu che stavamo parlando di te- ridacchia e io sento le guance avvampare mentre lo fucilo con lo sguardo- entra dai, vorremmo conoscerti"
Will guarda prima Jo, poi me e poi sorride "Ma si, va bene" mi accarezza la gota rossa e mi bacia la fronte per poi superarmi ed entrare in CASA MIA.

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Dance of desire
FanficWill è il proprietario di uno dei locali più importanti di Londra. Victoria è una delle sue clienti abituali e ha intenzione di far parte del suo staff. I due appassionati di danza avranno qualche intoppo dovuto all'attrazione che provano l'uno per...