capitolo 1

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𝑀𝒾𝒶

I raggi del sole che entrano silenziosamente dalla finestra della mia camera e che illuminano il mio viso, mi distraggono dal mio buon sonno.

<<Mia, per favore è la terza volta che te lo ripeto devi alzarti perché tra poco abbiamo l'aereo, e se non ti alzi giuro che ti lascio qua>> sputa mia madre entrando nella mia stanza.

<<Altri cinque minuti per favore, fuori fa freddo e io sto così bene qui al caldo>> cerco di convincerla ma con scarsi risultati.

Emma mi fulmina con quei occhi color mare.

<<Ti do cinque minuti per sistemarti, e farti trovare giù.>>

<<Dormirai in aereo>> aggiunge allontanandosi dalla mia stanza lasciando la porta aperta.

Vi starete chiedendo qual è l'hobby preferito di mia madre, oltre a essere impicciona, lascia la porta sempre aperta quando esce da camera mia.

Mi alzo controvoglia cercando comunque di sbrigarmi. Fortunatamente avevo fatto la valigia il giorno prima; corro in bagno, aziono lo getto d'acqua e mi butto dentro.

Le gocce d'acqua bollenti che sfiorano il mio corpo, il profumo del mio shampoo al cocco mi trasportano in un'altra dimensione, fatto tutto di rosa e fiori. Inizio a sognare la me bambina, vicino all'albero di natale che tenta di appendere le sue decorazioni fatte a mano.

<<Non riesco ad arrivarci mi aiuti?>> chiedo guardando mio fratello Jacob, con i suoi un metro e sessanta già all'età di dieci anni.

<<No, perché rovini l'albero aggiungendo quello>> indica la mia palla di Natale che ho fatto con tanto amore.

<<Mamma, Jacob non vuole aggiungere la mia palla>> mi lamento trattenendo le lacrime per sembrare forte ai suoi occhi.

<<Jacob aiuta tua sorella>> entra in salotto con un gran vassoio pieno di cibo.

Tra pochi minuti sarebbero arrivati i parenti per il pranzo.

<<Va bene scimmietta>> ridacchia mia fratello prendendomi in braccio.

Jacob, da quando sono nata mi ha sempre chiamato scimmietta, sia perché rispetto a lui sono molto più bassa, sia perché diceva che da piccola assomigliavo a una scimmia; anche se la mamma diceva che era tutta invidia.

<<Logan puoi andare ad aprire tu?>> domanda mia madre appena sente suonare.

Mi guardavo intorno, e notai come in poco tempo il salotto si riempiva di parenti e cugini, di cibo e di regali.

<<Mia>> urla mia madre dal piano terra.

Mi affretto ad uscire e in fretta e furia cerco il ricambio e i vestiti per il viaggio.

<<Eccomi mamma>> dico senza fiato a causa delle troppe scale.

<<I cinque minuti sono passi da mezz'ora>> mi guarda in cagnesco prendendo le ultime valigie da terra.

<<Emma vai ci penso io>> spunta mio padre dalla cucina con una tazza bollente di tè in mano.

Sorrido alla visione della tazza, è la tazza che gli regalò mia madre prima che divorziassero.

<<Verrò a trovarti>> sussurra mio fratello prima di abbracciarmi forte.

Lasciare Londra, mio fratello ,le mie amiche, il bar dove andavo ogni pomeriggio a studiare era così difficile e nei giorni precedenti non me ne ero resa conto.

Him and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora