Non avrei mai immaginato che la prima cosa che avrei visto entrando in quella casa sarebbe stata la foto dei miei genitori il giorno della mia nascita. Nella loro espressione si leggeva la felicità di un momento che sembrava il più bello della loro vita. Mi avvicinai lentamente al quadro, i passi dei miei stivali a tacco l'unico rumore a rompere il silenzio. Togliendo il quadro, lasciai la parete vuota e continuai a guardarmi intorno. Il mio cuore si stringeva mentre i ricordi riaffioravano, riportandomi a quando definivo questa casa un rifugio, un posto sicuro dopo una giornata difficile. Allora pensavo che la vita non potesse cambiare all'improvviso. Guardando in TV le storie di chi aveva visto tutto stravolgersi in un giorno, pensavo fossero solo racconti per intrattenere. Se la me di adesso incontrasse quella me di allora, credo che riderebbe di gusto.
Aprii le finestre, lasciando entrare la luce. Mi affacciai a quella del salotto e il calore del sole mi avvolse, costringendomi a chiudere gli occhi per godere di quella sensazione. Il quartiere era cambiato poco; solo che le cose che un tempo mi sembravano enormi apparivano ora più piccole di quanto ricordassi.
Entrai in quella che una volta era la mia stanza. Aprii la porta e mi guardai attorno, rivivendo i sentimenti di un tempo, mia madre che mi rimboccava le coperte abbracciandomi forte stringendomi aalei , mio padre che mi leggeva una storia ogni sera ,era quasi una tradizione , d'inverno mi portava la cioccolata calda per accompagnare il racconto mentre d'estate del latte freddo , ricordo che dopo i dieci anni cominciai a lamentarmi di essere cresciuta e che quelle cose erano da bambini cosa che io pensavo di non essere ..... Dopo un attimo, sentii mancarmi il fiato. Mi appoggiai alla porta cercando di sostenermi con la mano , ma capii che non sarebbe servito cosìmi inginocchiai, cercando di respirare lentamente......Eh si , Un altro attacco di panico.....Portai la mano alla tasca posteriore dei pantaloni , tenevo sempre li un calmante che mi avrebbe salvata un farmaco lo presi per poi portarlo direttamente in bocca inghiottendolo prima di perdere le forze, sospirai per poi sedermi direttamente sul pavimento in attesa che l'effetto si facesse sentire. Dopo qualche minuto, mi sentii meglio. Mi alzai, chiusi la porta della stanza e andai nella camera degli ospiti decidendo che sarebbe stata la mia nuova stanza , la mia vecchia stanza era piena di ricordi che dovevo dimenticare . Aprii la porta e posai la mia borsa sul letto matrimoniale era coperto da un lenzuolo bianco per proteggerlo dalla polvere , lo spostai leggermente all'angolo per sedermi , sarà stata la scelta giusta tornare in questa casa ? mi chiesi , tutti dicono che per andare aventi bisogna affrontare le cose che ci feriscono per renderli qualcosa di normale che non influisce nella nostra vita , ma non sarebbe più semplice far finta di niente e stare lontani dalle cose che ci feriscono? , sospirai per la seconda volta per poi prendere dalla borsa il cellulare , lo aprii trovando una notifica da Derek il mio capo , voleva il nuovo capitolo del mio libro ......forse sarebbe stato meglio avvisarlo che ero scappata in un altro continente , ignorai tutti i suoi messaggi eliminando le notifiche come se in questo modo avrei eliminato le mie responsabilità .
Andai al bagno e aprii il rubinetto nel tentativo di lavarmi mani e faccia , darmi una rinfrescata che mi avrebbe svegliata , aspettai che l'acqua scendesse ma dopo pochi secondi capii che non sarebbe uscita neppure una goccia. "Sarà bloccato?" pensai .
Uscì dalla stanza e scesi le scale, cercando quella che doveva essere la cantina. Entrai in una stanza con il nome "Griffin" sopra la porta, il nostro cognome. Trovai un paio di quadri elettrici e altri oggetti che non avevo mai visto prima. Li osservai attentamente, toccando alcuni fili, cercando di capire senza successo , era tutto nuovo per me , dove ero prima non era mio compito fare queste cose , quando avevo un problema c'era Derek a risolverlo .
Una voce mi strappò dai miei pensieri: "Ti serve aiuto?" chiese una ragazza alle mie spalle. Mi girai.
era strana .... Piena di tatuaggi ,i suoi capelli erano tinti di blu , e aveva molti piercing alle orecchie e uno in viso , la guardai attentamente chiedendomi se dovevo accettare il suo aiuto , non mi piaceva essere in debito con qualcuno di estraneo ma pensandoci era impossibile che avrei saputo risolvere il mio problema ,e non conoscendo i dintorni non potevo chiedere aiuto ad un elettricista , pensandoci attentamente avrei dovuto accettare quindi annuii .....
"Ho bisogno di acqua e penso anche della luce, ma non sono molto brava con queste cose." Dissi accettando la sua offerta , lei annuii e mi spostò leggermente con il braccio per farsi spazio e entrare dentro la stanzetta cominciando a guardarsi intorno cominciando a lavorarci su.
"Pensavo che questa casa sarebbe stata deserta per sempre," disse, maneggiando i fili.
"È della mia famiglia. Abitavamo in America fino ad ora."
"Siete tornati insieme?" mi chiese.
Non risposi , non sapevo come rispondere ., Il mio silenzio era imbarazzante,.....dopo un momento di riflessione trovai una riposta che sembrava appropriata: "Sono morti."
Era una bugia...... ma la più credibile per giustificare il mio silenzio e chiudere il discorso sui miei genitori. La sua espressione cambiò, il suo viso si fece triste, come se si fosse pentita di aver chiesto . "Mi dispiace," si scusò per poi dare inizio ad un altro lungo silenzio .
Dopo qualche minuto, uscì dalla stanzetta. "Se hai pagato tutto, dovrebbe funzionare, l'acqua e il resto," disse, sorridendo. La ringraziai e mi presentai: "Luna, sono dell'appartamento 16."
"Miriam, dell'appartamento 15. Piacere," rispose, stringendomi la mano con un sorriso.
Era la casa davanti alla mia .
Erano passate circa quattro ore. Riuscii a sistemare l'appartamento, rendendolo abitabile liberandomi di ciò che portava brutti ricordi. Mi cambiai e decisi di uscire, avevo bisogno di aria fresca, di allontanarmi. Iniziai a camminare. Passeggiare per la città era rilassante, come se fossi sempre stata qui, come se tutti mi conoscessero da anni. Sarebbe stato bello se quella fosse sempre stata la mia unica casa, . Ma la vita aveva preso un'altra direzione e lo rispettavo. Erano passati anni e mi ero abituata al dolore delle mie ferite. Ormai fanno parte di me, sono parte della me di adesso, e non voglio negarle, anche se avrei preferito non averle.
Mi trovai accanto ad una scogliera sopra il mare ,mi affacciai per osservarlo , l'acqua era pulita e rifletteva il cielo in mille frammenti , cominciai a guardarlo perdendomi nei miei pensieri , sarebbe stato bello poterci nuotare , era pulito e una nuotata sarebbe stata perfetta , ma non avevo il costume e non ero sicura se potevo saltare da quella altezza ......i miei pensieri vennero interrotti da una notifica al cellulare , lo presi , era un messaggio ...
" signorina Luna Griffin la informo che come già anticipato oggi sarà rilasciato vostro padre , le chiedo di informarmi se succeda qualcosa , non si dimentichi che sono al suo fianco per ogni problema" .....
Era il mio avvocato , sospirai , sapevo che questo giorno sarebbe arrivato e mi avevano informata che sarebbe successo in questi giorni , ma una parte di me sperava che fosse una bugia, sperava che non sarebbe mai successo , mi passai una mano tra i capelli , e misi il cellulare in tasca guardando ancora una volta l'acqua limpida sotto di me , salii sulla pietra che si trovava davanti a me , serviva come sedia ma sarebbe stata anche un trampolino perfetto per saltare in quell'acqua per dimenticare almeno per un attimo quel messaggio , ero abituata a buttarmi andrà tutto bene , l'aria mi spostò leggermente i capelli rinfrescandomi , presi un bel respiro e mi buttai da quella altezza .
Cadendo in acqua sentii un leggero dolore al piede , feci una smorfia ma cercai di non agitarmi , stare immersa nell'acqua era una delle poche cose che mi faceva sentire libera facendomi dimenticare tutti i miei problemi , cercai di risalire prima di perdere il fiato ma una persona si tuffò sopra di me , era un ragazzo , lo guardai nuotare verso la mia direzione , mi distrai un attimo e sentii il fiato mancarmi ,lui arrivò da me e afferro la mia mano , i nostri sguardi si incrociarono ....i suoi occhi ...non capii se fosse per via dell'acqua o se erano davvero di quel colore identico al mare ...un ricordo mi passò per la mente , le fragole rosse , aprii la bocca per lo stupore dimenticandomi di essere nel mezzo dell'oceano , l'acqua entrò e cominciai ad agitarmi sempre di più , la sua mano teneva la mia e cercava di portarmi su , sentii il fiato mancarmi e cominciai a perdere i sensi svenendo piano piano nel mezzo dell'acqua .....forse buttarsi non era stata una buona idea .
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guilty as sin
ChickLitLuna, una giovane ragazza tormentata dal suo tragico passato ha sempre desiderato provare la sensazione di essere libera, ma fino a quel momento non ha mai conosciuto il vero significato di questo sentimento.. Per cercare di scappare dalla sua vita...