Equazioni
Sarebbe riuscito a distinguere il rumore di quei tacchi tra un milione.
Alzò lo sguardo dalla sua canna ben fatta che teneva ben salda tra le dita da un paio di minuti, per posarlo sulle gambe lunghe e snelle di quell'ombra nera intenta a pavoneggiarsi dall'inizio dell'intervallo al centro del cortile scolastico.
Scosse la testa. Era inutile continuare a pensarci, in quella scuola aveva una reputazione da mantenere e non poteva smettere di fare lo spaccone solo perché quella che pensava fosse la puttana più arrapante del pianeta non era altro che quel frocio di Trümper.
Dio, quanto lo faceva incazzare.
«Terra chiama Tom!» Fece Georg scuotendo una mano davanti al suo viso. Il rasta riemerse dai suoi sordidi pensieri e sorrise. Un sorriso falso come un paio di banconote da venti che teneva nel portafoglio.
«Hai intenzione di fumartela tutta?», chiese l'amico guardando quella canna ormai poco più grande di un'unghia.
Tom rifiutò la richiesta con una scossa di capo, ma fece un ultimo tiro pentendosene subito dopo quando avvertí la gola bruciare a causa del fumo che usciva dal filtro. Prese a tossire, un sapore amaro in bocca e un brivido che lo scosse fino alle meningi. Georg da bravo amico rise, guardando David che, seduto sul muretto vicino a lui, ascoltava della musica e tentava improbabili mosse da rapper.
«Fanculo, stronzi. A-aiutatemi», pigolò Tom aggrappandosi alla spalla di Georg con un invano tentativo di soccorso. Lui gli mollò un pugno sulla schiena, facendolo smettere di singhiozzare.
«Meglio?» Chiese in tutto sorriso, ma non fu t anto divertente come credeva.
«Bastardi. Torno in classe», concluse infatti l'altro, fulminando entrambi con uno sguardo torvo. Affondò una buona metà delle braccia nelle enormi tasche della sua felpa e si avvicinò verso l'entrata principale, non riuscendo ad impedire al suo sguardo di cadere sulle impertinenti manacce di Andreas posate sul culo di Trümper, mentre quest'ultimo si impegnava a succhiargli la sua lingua senza tregua.
Fece una smorfia.
Sfigato più sfigato uguale sfigato alla seconda, si disse mentalmente, pensando al compito di matematica del giorno prima. Pertanto, immaginare quella visione aperta, in mezzo al cortile, praticamente davanti a tutti, gli fece perdere la voglia di mangiare per almeno l'immediato futuro. Che schifo.
Troppo concentrato a guardare quel punto indegno, da non accorgersi dello sguardo fulmineo di Bill sul suo. Lo penetrò con quei due suoi occhi di ghiaccio da dietro la spalla di Andreas e il rasta in sua risposta spalancò gli occhi fingendosi audace, riassumendo subito dopo la sua espressione seria, ghiacciata tanto quanto quella del moro. Poi gli mostrò il dito medio prima di sparire nell'enorme atrio.Come al solito, Bill era seduto all'ultimo banco distanziato dagli altri e appartato all'angolo. Teneva lo sguardo vago fuori dalla finestra, concentrato ad ammirare le nuvole che cambiavano forma. Non stava neanche più ascoltando il brusio delle voci di Tom e della sua combriccola di stronzetti che sembrava non conoscessero altri aggettivi al di fuori di "frocio".
Sbuffò, prendendo a dondolarsi sulla sedia.
In realtà non gli importava sapere il reale motivo per cui lo facevano, era convinto che, se avesse voluto, sarebbe riuscito a farli cadere tutti quanti ai suoi piedi come ci era riuscito con quell'imbranato di Andreas.
Quest'ultimo infatti una volta faceva parte di quella tediosa comitiva, ma da quando Bill era riuscito ad infilargli le mani nei pantaloni lo avevano cacciato fuori a calci in culo. Traditore, lo chiamarono.«Trümper!» Tuonò il professore facendolo gelare seduta stante.
Si voltò e poté ben distinguere la risata di Tom aleggiare per la classe mentre Georg si staccava dal suo orecchio. Sicuramente il piastrato aveva fatto uno dei soliti, sgradevoli, commenti persino sul modo in cui i capelli si fossero mossi quando si ebbe girato.
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Bacca di luna nera
Fanfiction[ LONG FANFICTION / IN CORSO ] Bill Trümper, quindicenne, è ben consapevole di chi è. Non si nasconde dietro un'immagine falsa e non lascia che gli insulti e le battutine, specialmente quelle rivolte alla sua sessualità, lo tocchino. Frequenta una p...