Arrivo

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È mattino. Sto guidando da ore, ma so che ne varrà la pena. Sarò pagato profumatamente per questo lavoro. E forse mi donerà anche la fama che cerco, che ogni artista, seppur negandolo, ricerca. 

Scariche d'interferenza. Giro la manopola dell'autoradio finché trovo le frequenze giuste. Dalle casse della mia auto escono note conosciute seppur antiquate ..Gettando arance da un balcone / così non va..

Sulla mia pelle il sole comincia a scottare nonostante siano solo i primi d'aprile. Ai lati della strada, sui dolci declivi reggiani, campi di colza in fiore mi circondano. Davanti a me un pioppeto si prepara alla primavera, ed ecco che scorgo finalmente l'albergo. Un glicine da poco fiorito ne avvolge il lato ovest. La costruzione è maestosa e dominante più di quanto pensassi. 

Sbam. Una buca. Mi volto, preoccupato, per accertarmi che sia tutto in ordine. La tela, il cavalletto, la tavolozza dei colori sembrano essere al loro posto senza danni per fortuna. I miei "ferri" del mestiere. Mestiere che per me è più una gioia che un obbligo. 

L'ultimo tratto di strada che porta all'hotel passa dall'asfalto alla ghiaia, la mia Punto arranca ma sembra farcela. Ha superato prove più ardue. 

Adesso che lo osservo più da vicino, noto decorazioni sulla facciata che prima non avevo scorto. Sono simmetriche e con diversi richiami floreali. I miei ricordi di storia d'arte mi suggeriscono sia Liberty. 

Parcheggio all'ombra di un pergolato. Un maggiordomo dalle calvizie pronunciate e dal fisico asciutto mi viene incontro. Scarichiamo gli "attrezzi". Una volta dentro mi dice che il proprietario mi aspetta nel suo studio al piano di sopra.


I volti di Luna - Il ritrattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora