"𝘼𝙢𝙤𝙧 𝙘𝙖𝙚𝙘𝙪𝙨"
(L'amore è cieco)∙∙·▫▫ᵒᴼᵒ▫ₒₒ▫ᵒᴼᵒ▫ₒₒ▫ᵒᴼᵒ▫ₒₒ▫ᵒᴼᵒ▫ₒₒ▫ᵒᴼᵒ▫▫·∙∙
Presa dalla rabbia lanciai il mio telefono sul letto che rimbalzò e cadde a terra ma fortunatamente non si ruppe. Mi portai le mani sul viso spostandomi indietro i capelli, trattenendo imprecazioni e lacrime. Io e Matteo abbiamo litigato tante volte per questa sua gelosia così morbosa, anche quando andavo fuori Italia a fare i corsi e gli stage ma siamo sempre riusciti a farcela e a riappacificarci in videochiamata, ma questa volta sembrava non voler sentire ragioni.
Per lui io lo stavo chiaramente tradendo quando non era affatto così. Ho sempre dato rispetto alla coppia e soprattutto a lui, le opportunità per tradirlo ci sono state ma dicevo in continuazione che ero fidanzata, quando qualcuno si faceva avanti in un modo che non era affatto amichevole ma che ci stava palesemente provando con me. Non ho mai provato alcun interesse per nessun altro se non per Matteo eppure lui vive in questa sua costante insicurezza.
Se non fosse per questo unico problema, Matteo sarebbe il fidanzato perfetto e litigare con lui mi faceva sempre male.
Non volevo lasciarlo e in quel momento non ne avevo proprio intenzione.
«Di', scusami se te lo dico ma hai un coglione come fidanzato. Davvero. Come fai a stare con uno così che ti soffoca in tutto quello che fai?»
«Per favore... non ti ci mettere anche tu. Non dire niente e abbi rispetto per-»
«Lui non ha rispetto per te tanto meno per una persona che neanche conosce e io dovrei averlo per lui?»
Volevo piangere, ogni volta la stessa storia. Non ce la facevo più e il fatto che avevamo un tempo limitato per poter stare al telefono mi faceva incazzare ancora di più perché non c'era la possibilità di chiarirsi e come se non bastasse, Matteo era convinto che fossi in stanza con Ilan e che magari lo stessi tradendo proprio in chiamata.
Maledizione!
Mi alzai nera di rabbia dal letto recuperando il mio cellulare, purtroppo avevo solo 10 minuti a disposizione e così, con le lacrime agli occhi, cercai di scrivergli un messaggio per spiegargli meglio tutta la situazione e come mio solito, promettergli che non lo avrei più fatto.
Ma fatto cosa? Niente, ecco cosa. Ogni volta gli facevo promesse che stavo già mantenendo ma sapevo che in qualche modo a lui faceva solo piacere se andavo a scusarmi riconoscendo degli errori che non avevo commesso.
Era bravo a farmi sentire in colpa.
«Nanetta? Non ne vale la pena se ti fa sentire sempre così», sentii Pietro avvicinarsi a me mentre scrivevo velocemente il messaggio facendo errori di battitura continui per il poco tempo che mi rimaneva e per la vista ovattata dalle lacrime.
«Non posso buttare 4 anni di relazione così, non voglio lasciarlo», singhiozzai allontanandomi da lui con un passo e dandogli le spalle mentre pigiavo velocemente le dita sullo schermo.
«Come fai a vivere sempre con l'acqua alla gola?» non gli risposi, «eviterai qualunque ragazzo qui dentro? Non ci parlerai per paura che possa arrabbiarsi di nuovo? Starai solo con le tue compagne e basta? Davvero tutto questo ti rende felice?».
«Piè, basta», mi girai verso di lui con sguardo serio e severo, «"tra moglie e marito non mettere il dito", non sono affari che ti riguardano», mandai il messaggio a Matteo sperando che fosse quantomeno comprensibile e poi uscii dalla stanza asciugandomi gli occhi lucidi con il dorso della mano e andando a depositare il telefono nella scatola che poi lo staff avrebbe ritirato. Trigno mi seguì.
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𝙾𝚌𝚎𝚊𝚗𝚘 ♥ 𝐼𝓁𝒶𝓃
Fanfiction"E sei quella spiaggia che mi fa sentire in pace Quella canzone che mi rompe la voce" (Oceano - Ilan) Diana ha solo 16 anni quando decide di lasciare la sua amata Sardegna per trasferirsi a Firenze e seguire il suo sogno di diventare una ballerina p...