Il suo respiro caldo e lento mi accarezzava i capelli, mentre il mio si scontrava rovente contro il suo petto. Il sole, ormai quasi completamente tramontato, dipingeva disegni lascivi sui nostri corpi nudi. Avvertivo il contatto ardente della nostra pelle, avvolti solo dal lenzuolo su cui ci eravamo adagiati.
Così mi appariva la scena, se cercavo di immaginarci dall'esterno.
Eravamo rimasti ancora lì, sul pavimento, concedendoci il tempo di cui avevamo bisogno, senza scambiare nemmeno una parola. Quella connessione insolita ci aveva protetti da ogni imbarazzo.
Perché l'imbarazzo non era la passione, non erano i nostri corpi che si possedevano a vicenda, l'imbarazzo era il dopo. Quando si doveva per forza voler riempire il ritorno alla normalità. Ma cosa era più normale dell'istinto?
Noi ci eravamo sentiti e capiti. Nessun dopo che doveva colmare qualcosa che non c'era. Nessun nomignolo, nessuna rassicurazione. Nessun amore, tesoro o termini simili.Noi non eravamo stati amore.
Passione. Lussuria. Sesso. Puro istinto, ma non amore.
E a me stava bene così. L'amore complicava sempre tutto. Ti rendeva schiavo.
In ogni caso avevo ragione sulle mie sensazioni in aeroporto.«Ehi, Li, a cosa pensi?»
La voce di Maya mi riportò con i piedi per terra. Nessuno si era accorto della nostra assenza quel giorno e io non avevo lasciato trapelare nulla.
«Niente di particolare. Ti va di uscire stasera?»
Chiusi il portatile, ormai spento e mi voltai nella sua direzione.La vidi che mi osservava tra l'entusiasmo e la poca convinzione, mentre poggiata alla scrivania, si infilava in bocca un lecca lecca a forma di cuore che aveva appena scartato.
Dalla notte di Mark, ancora si preoccupava per me e la trovavo di una tenerezza disarmante.«Uscire?»
«Uscire, Maya. Hai presente quella cosa che prevede vestirsi, varcare una porta e ritrovarsi all'aria aperta per andare da qualche parte?»
Mi rivolse il suo sguardo più ironico, uno di questi giorni ero certa mi avrebbe fatta morire, possedeva una mimica straordinaria, avrebbe potuto tranquillamente vincere un Oscar e non per niente, mentre io mi dedicavo all'aula pittura, lei frequentava le ore di recitazione teatrale.
«E tu chiedi a me se voglio uscire? Considerami già pronta! Dobbiamo assolutamente andare in un posto, ne ho sentito parlare!»
La osservai mentre presa da un travolgente entusiasmo aprì il suo armadio e cominciò a scorrere la mano sui vestiti per poi tirar fuori un delizioso abitino rosso.
«Ma dobbiamo chiamare un taxi, scordati che mi farò la strada lungo il bosco a piedi sui tacchi!»
In quel momento avrei accettato qualsiasi proposta pur di uscire da quelle quattro mura di pietra che cominciavano a sembrare una prigione più che un prestigioso istituto.
E anche se sembrava scintillante, una prigione rimaneva sempre una prigione, e la libertà era l'unico vero tesoro.
«Stupiscimi Maya, portami dove vuoi!»
Mi alzai dal letto, per la prima volta entusiasta dopo diversi giorni di studio.Ormai la nostra sistemazione di una notte insieme, era diventata una convivenza stabile e a dire il vero non rimpiangevo la mia stanza singola. Il pensiero di veder ripiombare Mark non mi aveva del tutto abbandonata.
Odiavo sentirmi così. Quando giravo nei corridoi vuoti e silenziosi la sera, avevo preso l'abitudine di voltarmi indietro e la cosa non mi piaceva affatto.
La paura era l'emozione più difficile da gestire. Il dolore si può piangere, la rabbia si può urlare, ma la paura, quella si aggrappava al cuore in silenzio e te lo divorava, pezzo dopo pezzo.
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Scorched
Romance🔞🔥❤️ Lilith e Raphael si incontrano per la prima volta in un aeroporto, ignari del destino oscuro che li attende. Entrambi avvolti da un'aura di mistero, si ritrovano nella stessa accademia, dove le loro vite si intrecciano in modo inesorabile. U...