I corridoi dell'Institut auf dem Rosenberg, il collegio più rinomato di tutta la Svizzera, che ogni anno sforna i leader del mondo moderno, i diplomati che cambieranno il corso della storia, gli scienziati del futuro, puzzavano come le scarpe di un giocatore di pallavolo che si lava i piedi una volta al mese. Mi chiesi cosa ci facessero con i 150 mila franchi che ognuno dei 230 studenti di questo istituto sborsa ogni anno, ma é sicuro che non li usino per deodorare i corridoi.
Mentre cercavo di evitare di respirare per i successivi 40 metri, un tornado biondo che profumava di vaniglia mi travolse.
«Daph! Che cazzo, sembri una bambola eppure ti muovi come un elefante in una cristalleria..»
Daphne è la mia migliore amica, l'unica che non mi abbia snobbata il primo giorno di scuola, tre anni prima. È una ragazza composta, con dei capelli biondi e voluminosi che le incorniciano il volto tondo e perfetto, con gli occhi dello stesso azzurro del cielo estivo e con le labbra rosee e invitanti, di fatti è la ragazza più ambita della scuola.
Diciamo che Daph non ha un bel rapporto con gli uomini: da quando suo padre ha tradito sua mamma con una donna con la metà dei suoi anni, lei ha smesso di fidarsi di qualunque essere maschile sulla faccia della terra. Si fa le sue avventure, certo, ma non concede mai la possibilità di vedersi una seconda volta, a nessun ragazzo.
Nonostante ció, sembra riuscire a fare amicizia con tutti, ha un sacco di amici in tutto il college, ma sono sicura che tutti i ragazzi che si definiscono suoi amici hanno in realtà una cotta per lei. È per questo che mi ha designata come il suo bodyguard personale: "l'unica cosa in cui sei più brava che a tirare calci e pugni è mandare a fanculo gli stronzi". Cosí mi aveva detto, e non avevo potuto fare a meno di darle ragione.
«Senti Dev, non mi interessa cos'hai da fare, ma Ecrin mi ha appena chiesto di andare a vedere con lei gli allenamenti della squadra di calcio e non ho alcuna intenzione di sorbirmi da sola i suoi continui commenti su quanto siano belli i giocatori. Ho bisogno di qualcuno che regga il secchio per raccogliere la sua bava, e quel qualcuno sei tu.» disse, ripassandosi il gloss al profumo di pesca.
«Daphne scordatelo: punto numero uno, ho il corso di disegno e lo sai che faccio schifo in quella materia, punto numero due, non ho nessuna, ma proprio nessuna, intenzione di dare a quei figli di papà che sembrano dei palloni gonfiati, una ragione in più per credersi degli dei scesi in terra.»
Quattro minuti e mezzo dopo ero seduta sugli spalti del campo da calcio, stretta tra Ecrin, una delle ragazze di quella che definirei la mia cerchia, e una mandria di ragazzine del primo anno che sembravano non aver mai visto un ragazzo in vita loro.
«Questa é stata l'idea peggiore che potessi avere Ecrin, complimenti.» mugugnai all'ennesimo acuto della ragazzina seduta affianco a me.
Ecrin era una bomba sexy turca che passava giorno e notte a occuparsi della sua immagine pubblica, dei ragazzi che le andavano dietro, di shopping e trattamenti estetici. Si rigirava chiunque come voleva lei, a partire da suo padre, che la venerava e le faceva avere tutto quello che voleva. Non che per lui fosse difficile, l'uomo possedeva una delle aziende di produzione di materiale automobilistico più grande e di successo del mondo. Si erano trasferiti in Svizzera pochi anni prima, per osservare da vicino la fabbrica presente a Zurigo e si erano portati dietro la figlia.
«Santo Dio Deva stai sempre a lamentarti! Prendi una di questa, taci e goditi lo spettacolo.» disse Ecrin passandomi una delle sue Lucky Strike rosse.
Senza pensarci due volte presi la sigaretta e me la portai alla bocca, accendendola con il mio accendino antivento. Lo osservai: quell'accendino mi era stato consegnato dall'avvocato di mio padre, una settimana dopo la sua morte. Quella sottospecie di pinguino mi aveva detto che l'accendino apparteneva a mio padre, e prima di egli era appartenuto a mio nonno, e prima ancora al mio bisnonno e così via.
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Chiffrement - Codice personale
ActionDeva Saint-Pol si é sempre ritenuta una ragazza semplice: studio, vestiti, feste e, nel tempo libero, agente dei servizi segreti francesi. Purtroppo i suoi cari genitori, con la loro prematura morte, non le avevano lasciato solo una casa enormemente...