THALIA
Sento delle voci, i miei occhi fanno fatica ad aprirsi, sento odore di lavanda, il profumo amato da mia madre, il mio corpo è leggerissimo, come se stesse su un letto fatto di nuvole.
Una voce mi dice di svegliarmi, i miei occhi si aprono, lacrimano dalla troppa luce, un lancinante mal di testa mi colpisce, mi lamento.
Non capisco cosa sia successo, mi alzo, non sono a casa dell'Arciduca Caleb, la stanza mi sembra famigliare, cerco uno specchio devo aver sbattuto la testa, perché mi sta scoppiando.
Dovrei essere morta, sono sopravvissuta? I miei piedi toccano il gelido pavimento, arrivo barcollando, davanti allo specchio, l'immagine riflessa sono io, ma è quando avevo 15 anni.
All'epoca portavo i capelli davvero lunghi, ero una ragazzina pelle e ossa, ho un taglio sulla fronte, rimarrà la cicatrice, come me lo sono fatto? Mi guardo ho la mia camicia da notte, ne stringo forte la stoffa ruvida.
La stanza è la mia vecchia camera, con un letto, un armadio a due ante, un tavolino con dei libri, risiedo nella parte più fredda della villa, il camino spento, gli spifferi delle finestre rendono la stanza gelida priva di tende.
“ Bambina mia, cerca la tua felicità.” Una scritta con inchiostro nero, appare sul muro, indietreggio cado a terra urlando, cosa sta succedendo? Era la voce di mia madre, non è possibile lei è morta.
“ Ti è stato concesso una seconda possibilità, vivi per te stessa. “
Non voglio rivivere tutto da capo, il dolore, l'umiliazione, se era quello il mio destino che potere ho di poterlo cambiare?
Sono solo un insignificante bruco a nessuno è mai importato di me, dei miei sentimenti, tutti mi hanno usata per i loro scopi, tutti mi hanno mentito.
Signorina si è svegliata?- Mi giro verso quella voce, così familiare, è la mia cameriera Matilde, l’unica persona che mi ha dimostrato un po’ di affetto da quando sono entrata a far far parte di questa famiglia.
Sua figlia Felicia, era la mia amica di giochi, l'unica con cui avevo il permesso di intrattenermi.
Signorina che succede è ferita? - Mi butto tra le sue braccia, lei mi accarezza delicatamente i capelli.
- La scritta la vedi?-
- Non vedo niente signorina, ha le allucinazioni.- lei non vede la scritta, la mia stanza pian piano si riempie di persone, tra cui un giovane Caleb, nessuno di loro sembra vedere la scritta sul muro.
Caleb è molto più giovane, Isabella lo guarda estasiata, anche io mi innamorai di lui al primo sguardo.
Ora rivederlo mi fa venire solo una tremenda nausea, i nostri sguardi si incrociano per alcuni secondi, i conati iniziano senza che possa fermarmi, Matilde mi fa sedere sul letto, si avvicina il medico.
- Sta bene lady? Ha sbattuto forte la testa, per questo ha il senso di nausea, la testa le fa male? -
- Mi fa male solo un po’ - mentre mi visita, guardo mio padre, conversa con Caleb, non c'è ombra di preoccupazione sul suo volto per me.
- Come sta dottore? -
- Sua figlia marchese sta bene, è solo un po’ troppo magra, dovrebbe mangiare di più -
-Certo dottore la ringrazio. - Caleb si avvicina al letto, si mette davanti a me, allunga una mano, mi allontano.
- Mi hai fatto preoccupare. - il suo sguardo è glaciale, ora me ne rendo conto, prima sembrava che nei suoi occhi ci fossero stelle, ero stata così stupida.
Ero cieca, da non vedere il suo disprezzo nei miei confronti, mi vengono alla mente tutte le umiliazioni, che ho dovuto subire per colpa sua, me ne rendo conto che io ero così innamorata di lui, da sopportare che mi trattasse in quella maniera, così spietata.
Ero solo un peso per lui, i suoi occhi grigi, freddi penetranti, mi mettono i brividi, ha una ciocca dei miei capelli intrecciati al suo dito Indice.
- Ti lascio riposare, ti aspetto alla mia dimora lady Thalia. - Il suo indice, si sposta per accarezzare la mia guancia, le labbra, un brivido lungo la schiena, mi fa tremare, se ne accorge, sorride.
- Marchese Killian, arrivederci -
- Duca Caleb - Caleb non ha il tempo di chiudere la porta, mio padre si avvicina a grandi passi, mi schiaffeggia forte la guancia.
- Cosa volevi fare? Che ti avevo detto? -
- Scusami papà, non ricordo cosa è successo -
Che scusa patetica, cambiati partirai subito per la dimora del Duca, non farci fare altre figuracce. -
- Sì padre -
Felicia mi aiuta a prepararmi, mi pettina i capelli ancora bagnati, vedo una forbici davanti a me, li taglio non tanto solo una spuntatina.
Voglio ricominciare una nuova vita, dove non sarò più debole, preparo le mie cose, entrano tutti in una vecchia valigia, porto con me il ritratto di mia madre, qualche vestito di seconda mano di mia sorella.
- Felicia ti piacerebbe venire con me? Saresti la mia cameriera personale -
- Davvero? Vostro padre accetterà -
- Non le importerebbe, se rifiuta beh mi rifiuterei di andare via -
- Signorina non può farlo, suo padre potrebbe ucciderla -
- Vorrei che lo facesse, perciò voglio che tu venga con me, sei l‘unica di cui mi fidi -
- Certo signorina. -
Il tragitto tra casa nostra e quella del duca Caleb, dista un paio di ore di viaggio, mio padre non viene nemmeno a salutarmi, vedo solamente i miei fratelli che ridono scherzano.
Dylan, il maggiore dei miei fratelli, afferra il mio viso, costringendolo a guardarlo, il suo sguardo è spaventoso, lo odio.
- Cerca di fare bene il tuo lavoro, verrò a trovarti presto mio giocattolino. -
Salgo, sulla carrozza, scortata da ben sei soldati, che fanno parte della scorta del duca Caleb, Felicia mi prende le mani, sorridendomi, sono felice che lei sia venuta con me, averla vicino mi aiuterà a essere forte.
Ricordo che ho subito un’agguato da parte di briganti, ricordo lo spavento, la paura ero sola, indifesa, più avanti scopri, che erano stati assolti da Caleb per uccidermi.
La strada è la stessa, guardo fuori, la carrozza si ferma all'improvviso, dei rumori ci fanno sobbalzare, non ci credo, è identico al passato.
Cosa potrei fare? Sopravvivo all'agguato, ma perderà la vita un giovane soldato per difendermi, non ho mai saputo il suo nome, scendo dalla carrozza, vedo davanti a me cinque banditi tutti con il viso coperto.
Prendo il mio fermaglio, abbastanza lungo e appuntito da ferire, ricordo cosa è successo ogni singola cosa, tra cui la spia che fa parte della mia scorta.
I suoi occhi gialli, come quelli di una tigre, non potrò mai dimenticare la sua ferocia.
Lo vedo dietro di me, che mi guarda, i suoi occhi sono davvero spaventosi, è alto spalle larghe, potrebbe uccidermi usando solo le sue enormi mani.
- Signorina, rientri è pericoloso. - la sua voce non sembra così spaventosa, cerco di guardare ogni piccolo particolare, le sue mani hanno cicatrici, deve essere un ottimo spadaccino.
Felicia mi implora di salire, salgo all'ultimo scalino faccio finta di cadere, Felicia si precipita per aiutarmi.
- Signorina sta bene? -
- Lui, sta con i banditi, non dobbiamo fidarci.-
- Ne è certa signorina ? -
- Si ora ascoltami - gli sussurro all'orecchio che tra un paio di minuti aprirà la porta, dicendo di scendere, che non c'è più pericolo, ma prenderà me come ostaggio.
- Cosa vuole fare? -
- Ucciderlo -
STAI LEGGENDO
Farfalla in gabbia 🦋
FantasyThalia dopo essere stata uccisa dalla persona amata, si risveglia ancora viva a quando aveva 15 anni, decide di cambiare il suo destino, cercando di conquistare la sua libertà, non ripercorrendo le orme fatta in precedenza dove era stata solamente u...