L'odore di fine estate

4 1 2
                                    

Dentro conservi ancora quella
bambina ingenua che si
inventa il suo mondo.

─── ・ 。゚☆: *.☽ .* :☆゚. ───
Alexandra

I granelli di sabbia sotto i miei piedi scottavano, ma nessun cenno di sofferenza uscì dalle mie labbra. Volevo vincere quella partita a tutti i costi, la mia squadra contava su di me e io mi fidavo di loro. Lungo le coste siciliane, si stava tenendo un campionato di pallavolo come ogni anno. La squadra avversaria era sempre la stessa, ma non noi. La nostra squadra si allenava duramente da quando ne avevamo memoria tutti quanti. Sì, il sole picchiava, rivoli di sudore scendevano dalla mia fronte, ma la palla era stretta tra le mie mani. I Grifoni Siciliani non potevano nulla contro i Trinacria Volley. Soprattutto se in quel campo c'era Alexandra Licata.

Un respiro.

Due.

Chiusi gli occhi e schiusi le labbra, pregando mentalmente che quest’ultimo set andasse bene. Il cuore batteva veloce, come in sincronia con il rumore delle scarpe che si muovevano sul parquet lucido. Il fischio risuonò nelle mie orecchie come un tuono, e in un attimo mi proiettai in volo, colpendo la palla con un colpo secco. Essa tracciò una traiettoria precisa verso il campo avversario. Nicolas, l’attaccante della squadra avversaria, si allungò in avanti per riceverla con il bagher, mandandola verso un compagno di squadra che, senza esitazione, la rilanciò con un palleggio oltre la rete.

Il tempo sembrava rallentare. Le mani di Thiago si tesero, afferrando delicatamente la palla con i polpastrelli, per poi passarla verso di me. Sentivo ogni muscolo pronto a scattare, il sudore scivolare sulla fronte. Tutti gli occhi erano puntati su di me, le loro aspettative come un fuoco che mi scorreva nelle vene, alimentando la mia adrenalina. Con un respiro profondo, caricai tutto il mio peso sulla gamba sinistra e mi alzai in volo, pronta a sferrare il colpo decisivo.

E, in quell’istante, tutto il resto sparì: eravamo solo io e la palla, una possibilità di vittoria sospesa in aria. Miguel puntò gli occhi su di me, pregandomi con lo sguardo di non sbagliare. Sentivo il suo sostegno, come se le sue speranze mi avvolgessero, infondendomi forza. Questo era il mio momento. Il nostro momento. Inspirai profondamente, concentrando tutta l’energia nel braccio, e, in un lampo, la mia mano colpì la palla con tutta la potenza che avevo. La sfera sibilò in aria, tracciando una traiettoria perfetta e dirigendosi nel campo avversario a una velocità impressionante.

Un ragazzo biondo dall'altra parte della rete gridò al compagno di prenderla, ma la palla lo superò in un istante, sfuggendogli di un soffio. Attimi di silenzio, poi scoppiarono le urla di gioia attorno a noi, un boato che riempì l’aria. E prima ancora di rendermene conto, mi ritrovai sulle spalle di Thiago e Miguel, circondata dalle braccia e dai sorrisi dei miei compagni. Avevamo vinto! Ce l’avevamo fatta, per la quinta volta di seguito, e quel momento sembrava eterno, come se il mondo intero applaudisse insieme a noi.

- Sei stata bravissima, Lampo! - Esclamò Makoto, scompigliandomi i capelli con un gesto affettuoso. Il suo tono aveva quella sfumatura fraterna che riusciva sempre a farmi sorridere, e un piccolo sorriso mi sfuggì dalle labbra, come un ringraziamento non detto. Il sudore evidenziava i contorni dei suoi muscoli, quasi come una medaglia di battaglia, e i suoi occhi brillavano di soddisfazione. Mi porse la mano per aiutarmi a scendere dalle spalle di Thiago e, appena toccato il suolo, mi avvolse in un abbraccio, carico della felicità della vittoria.

- Stasera pizza, - annunciò Thiago, rivolgendosi con un sorriso alle fan che lo salutavano ai bordi del campo. - Ce lo meritiamo.-

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Il mio sole perfetto sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora