1. DOMINIC

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Presente

Non ho mai conosciuto i miei genitori. Le suore dell'orfanotrofio dove ho vissuto fino ai quattordici anni, mi dissero che mia madre mi abbandonò poche ore dopo il parto fuori da una chiesa, avvolto in una semplice coperta di lana azzurra. Non ho mai cercato di capire o scoprire il perché, l'ho accettato e basta. Ho accettato che mia madre non mi amava abbastanza per tenermi con sé, che non tutti veniamo al mondo baciati dalla fortuna. La vita è ingiusta. Prima lo accetti, prima smetti di illuderti.

Ho trascorso l'infanzia in un posto orribile, dove altri ragazzini se la passavano peggio di me. Non conoscevo l'amore, né l'effetto di una carezza. Sono diventato cattivo. Ribelle. Qualcuno che nessuno voleva portarsi a casa. E quello mi ha costretto ad andare via. A dieci anni sono scappato da quel posto fatto di urla e disperazione per vivere la mia misera vita tra le strade di Brooklyn. Meglio lì, che in quel posto orribile. Ed è stato allora che ho incontrato Anthony Marano. Se ripenso a quel giorno, un sorriso, nonostante il momento, spunta sulle mie labbra. Era una sera gelida di gennaio, ero in strada alla ricerca di cibo. All'epoca, per sopravvivere, non avevo altra scelta se non rubare. E quel giorno, avevo scelto di rubare alla persona sbagliata.

Non sapevo chi fosse Anthony Marano fino a quando un suo uomo non mi prese e sbatté, – letteralmente –, ai suoi piedi, spiegandomi che un ragazzino come me doveva portare rispetto al boss della città. Sarei dovuto morire quella sera a causa della mia bravata, ma Anthony Marano aveva visto qualcosa in me, qualcosa che lo aveva spinto ad aiutarmi e a portarmi con sé. Ricordo che non dissi nulla, mi limitai a seguirlo e a fare tutto quello che voleva. E lui voleva me, un ragazzino pelle e ossa che viveva per strada e che rubava nei piccoli negozi per sfamarsi.

Mi ha accolto in casa sua, nella sua famiglia. Mi ha regalato una nuova vita, un motivo diverso per sopravvivere. Sono cresciuto seguendo le sue regole, i suoi consigli. Sono diventato un uomo pronto ad ammazzare chiunque per tenere alto l'onore della famiglia Marano, sono diventato il suo confidente e braccio destro. Qualcuno da temere. Sono diventato quel che sono grazie a lui. Anthony Marano è stato più di un semplice capo per me. È stato un padre, una figura di riferimento. È stato la mia salvezza. E ora, anche lui mi ha lasciato. Questa volta fa male. Questa volta sento il dolore togliermi il respiro.

Non doveva andare così, avevo ancora bisogno di lui.

Seduto al tavolo della cucina, guardo ogni uomo presente nella stanza. Sono venuti tutti per decidere del futuro degli affari, sono qui per scegliere l'erede. Ora come ora non me ne frega un cazzo di niente, sono ancora fermo a due sere fa, quando stringevo il corpo inerme di Anthony tra le braccia. Mai dimenticherò la sofferenza che segnava il suo viso, il sangue che gli sporcava la camicia.

Mai dimenticherò quello che ha fatto per me.

Volevo salvarlo. Ho provato a farlo. Ma mi sono ritrovato con una pallottola conficcata nella gamba e un pugno di mosche nelle mani. Hanno ucciso Anthony, e chi lo ha fatto, presto conoscerà la mia ira.

«Stiamo perdendo tempo. Sappiamo già chi prenderà il posto del boss e chi vendicherà la sua morte», blatera qualcuno, facendomi digrignare i denti.

A nessuno importa realmente di Anthony, sono venuti solo perché sperano di ottenere qualcosa da questo incontro, ma hanno sbagliato a fare i conti, perché fino a quando non sapremo cosa fare, sono io a decidere per tutti loro. Sono ancora il braccio destro del capo, nonostante lui non ci sia più. Visto che Anthony non ha lasciato alcun testamento, alcuni di loro credono di potermi scavalcare. Il mio pensiero corre al mio vecchio capo, che mi ha lasciato qui a gestire questo branco di sanguisughe senza alcuna istruzione.

Anthony ha sempre tentennato sulla questione "testamento". Diceva che non era in grado di prendere una decisione circa il futuro dell'organizzazione in caso in cui fosse venuto a mancare, visto che non è mai stato propenso a lasciare il suo posto alla sua unica figlia. Voleva cederlo a qualcun altro, aveva in mente un nome, ma non ha avuto il tempo di organizzarsi né tantomeno comunicarmelo. Nonostante non abbia lasciato scritto nulla, so già come andrà a finire.

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