Faceva un caldo incredibile per essere appena le 9 di mattina. Era partito da casa senza avvisare nessuno. Era arrivato in paese. Aveva parcheggiato l'auto sotto l'ombra di un albero. Ed era entrato in tabaccheria.
«Mi scusi, ha una busta da lettere?», chiese.
L'uomo, chiuso dietro un plexiglass trasparente messo lì durante la pandemia e mai più rimosso, farfugliò qualcosa nella penombra. Dopo qualche istante la busta sbucò dalla feritoia.
«Sono 10».
Voleva intendere 10 centesimi. Pietro cercò nel portafogli, nella speranza di avere una moneta. La trovò subito. Prese la busta e uscì da quel posto che odorava di tabacco e muschio. Qualcosa che gli ricordava l'infanzia. E fu quasi accecato dalla luce del sole. Cercò un muretto all'ombra di un albero per scrivere l'indirizzo al quale doveva spedire la lettera. Ma prima ci mise dentro i due fogli che aveva scritto a mano nella notte. A casa li aveva già piegati in tre e sovrapposti. Aveva scritto un fiume di parole sconclusionate. Le aveva detto che l'amava. Come non aveva fatto mai. E che l'avrebbe aspettata. Anche se fosse stata solo una stupida illusione.
Qualche giorno prima, di notte, si stavano scambiando messaggi romantici. Erano di un romanticismo senza tempo Pietro e Diana. Lei era in una masseria in Puglia. Lui nel suo giardino in Toscana. In una notte di metà agosto, calda come non mai. Parlavano di un libro che stavano leggendo insieme. Lei raccontava a lui di quanto fosse bella quella masseria.
«Ti piacerebbe tantissimo, ti innamoreresti di ogni cosa», gli aveva scritto.
Poi lei condivise con lui una musica chillout che stava ascoltando nel giardino. Lui accese la sua cassa bluetooth e per qualche istante sentirono lo stesso ritmo mentre leggevano lo stesso libro. Lui sdraiato su una panchina, lei rannicchiata su un divanetto. A 742 chilometri di distanza. Erano insieme. Erano folli. Lui mandò a lei una foto del cielo stellato. Lei d'improvviso scrisse a lui un messaggio strano.
«Vivi. Sono scalza in mezzo ai cavalli».
Lui non capì a cosa si stesse riferendo. Lei era brava con pochissime parole a restituirgli una fotografia. Lui immaginò lei un po' brilla lasciarsi andare a una musica che non aveva nulla di romantico ma qualcosa di estremamente leggero. Lei glielo diceva sempre che voleva essere leggera. Glielo chiese nemmeno 24 ore dopo che si erano incontrati: «Come si fa a essere leggeri?».
Lui non aveva una risposta. Ma in quei giorni quando si conobbero aveva seppellito per un attimo quella maschera dura che indossava per proteggersi dal mondo. E sempre in quei giorni sentiva che doveva lasciarsi andare. Ma entrambi non sapevano come fare a essere leggeri. Entrambi sognavano di fare l'amore, di stringersi forte dopo averlo fatto, per ore. Sognavano una vita insieme. Anche se insieme non erano praticamente stati mai. Solo complessivamente non più di 30 ore.
Dopo quel messaggio che raccontava questa immagine di libertà, scalza tra i cavalli, lui le scrisse altri messaggi, ma vedeva che lei non entrava più in chat. Ebbe un presentimento. Ma sperava solo che non fosse successo quello che immaginava. Andò a dormire con un po' di angoscia.
Lui sapeva che lei era in quella masseria con suo marito. E lui aveva imparato a saper diventare piccolo piccolo per darle tutto il tempo di questo mondo per trovare una soluzione a tutto questo grande casino. Si erano innamorati come due ragazzini. Quando si dice "colpo di fulmine". Ma lei preferiva chiamarla "chimica". Lui preferiva non darle un nome. Ma si erano detti parole d'amore impossibili per due che hanno vissuto accanto appena 30 ore. Eppure si erano scambiati parole incredibili. Si erano scrutati fino a dentro le profondità più oscure dell'anima. E si erano rispecchiati. Nessuno avrebbe capito questo amore folle. Nessuno avrebbe approvato. Tutti avrebbero sconsigliato di vivere a 43 anni un amore così. A distanza e con in mezzo un marito. Un marito che significava un pezzo importante della vita di lei, una casa in comune, un lavoro in comune. Eppure sentivano un'attrazione incredibile, che non avevano mai provato prima.
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Fermoposta
RomanceFu un colpo di fulmine. Dopo i 40. Bastò un giorno trascorso uno a fianco dell'altra per creare una connessione mai provata. Due città diverse, due mondi diversi. Ma un amore puro, immacolato, fuori dal tempo. Un amore adolescenziale nell'età delle...