𝟎𝟏 - Un pazzo testa la mia pazienza

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"Ad ognuno la sua croce":
Ognuno ha dei problemi a cui pensare.

⛭☽☆

Artemis

Certo che la vita è proprio strana.

L'attimo prima, ti godi a pieno la serenità con la tua famiglia, nella normalità della vita; l'attimo dopo ti ritrovi da sola a sopravvivere in un mondo devastato.
L'attimo prima sei in un villaggio abbandonato, molto popolato prima che tutto ciò avvenisse, impegnata nella ricerca di qualche lattina di cibo in scatola per sopravvivere almeno la notte; l'attimo dopo qualcuno ti colpisce alla nuca talmente forte da farti perdere i sensi.

Considerando la condizione in cui vivo ormai da tempo, non dovrebbe stupirmi più nulla.

Sbatto le palpebre più volte, cercando di abituarmi alla luce fioca di questa stanza.
Un dolore lancinante alla testa mi fa imprecare.

Per la cronaca, potevi colpirmi anche meno forte, bastardo.

Faccio per massaggiarmi una tempia, ma ho le braccia bloccate dietro la schiena. Abbasso lo sguardo, e realizzo che anche le mie caviglie sono legate.

Sbuffo, rendendomi conto che l'unica parte del corpo che posso muovere è la testa.
La ruoto in tutte le direzioni, cercando di assorbire più dettagli possibili.
Ne approfitto per dare un'occhiata alla stanza: non è molto grande, ha le pareti coperte da una carta da parati color mattone e il pavimento in parquet scuro.
In sé, non è un ambiente arredato: c'è solo una piccola finestra che da sull'esterno, coperta da una tenda semi trasparente, un comodino non molto distante da me, su cui è poggiato un bicchiere di plastica riempito (mi auguro) con dell'acqua, e una piccola lucina rossa che lampeggia nell'angolo in alto a destra.

Qualcosa mi dice che è una telecamera.

Sospiro. Sono sola e fottuta.

«Vaffanculo!»

O forse no.

Sento delle urla fuori da qui. Pur essendo suoni ovattati, riesco a recepirli in modo piuttosto comprensibile, a causa dei toni alti.
Riconosco una voce maschile, anche abbastanza infuriata.
A occhio e croce, azzarderei dicendo che appartiene a un ragazzo della mia età.

«Fatemi vedere mia sorella! Dove cazzo ci avete portato, eh? Maledetti stronzi!»

Vorrei saperlo anch'io

Chiudo gli occhi per concentrarmi sulla conversazione, cercando di captare qualche informazione utile, quantomeno per capire dove mi trovo, ma non ne ho il tempo.

La porta si spalanca, con una forza da farmi sobbalzare.

Sulla soglia, c'è un uomo sulla quarantina; alto e dalla corporatura robusta, capelli bianchi che si mischiano alle corte ciocche bionde, un filo di barba e occhi azzurri.

Sotto quello sguardo, un misto tra intimidatorio e divertito, mi sento quasi a disagio.

«Perdona il trambusto, mia cara. Dimenticavo come certe persone possono essere davvero rumorose»

Lo dice con una leggerezza tale da farmi sentire presa in giro.
Da premettere, non sono una persona paziente.

«Dove mi trovo? Che giorno è? Chi sei e cosa vuoi da me?» chiedo tutto d'un fiato.

Vorrei dire altro, ma mi interrompe

«Oh cielo, come siamo esigenti. Risponderò a tutte le tue domande, ma prima partiamo dall'inizio. Io sono Marcus Thompson, direttore e capo generale del Complesso degli Elementi. Oggi, 4 ottobre dell'anno 2250, ti offro la possibilità di vivere una vita degna di definirsi tale a partire proprio da qui, Artemis Selene Harper»

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⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

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🌺🍓'𝐓𝐈𝐋𝐋 𝐓𝐇𝐄 𝐍𝐄𝐖 𝐃𝐀𝐖𝐍 || ⁿᵉˢˢᵘⁿ'ᵃˡᵇᵃ ᵉ' ᵐᵃⁱ ˡ'ᵘˡᵗⁱᵐᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora