La gelateria del paese era un piccolo rifugio incastonato tra edifici anonimi, con la sua insegna luminosa che lampeggiava appena, le pareti tinteggiate di un verde pastello ormai sbiadito e un bancone in marmo bianco che sembrava portare i segni di mille mani impazienti.
Le campane della porta si mossero con un tintinnio metallico mentre Ryan e Emma entravano dentro. L’aria era satura dell’odore zuccherino del gelato, misto a un leggero aroma di cialde appena fatte, il ronzio sommesso dei frigoriferi si mescolava al chiacchiericcio vivace dei clienti: una coppia di anziani che condivideva una coppetta, un bambino che saltellava impaziente indicando un gusto dietro il vetro e un gruppo di adolescenti che ridevano rumorosamente in un angolo.
La fila era corta e Ryan avanzò pigramente verso il bancone, le mani affondate nelle tasche della felpa.«Fragola e limone, come sempre?» chiese, lanciando un’occhiata a Emma.
Lei lo fissò, divertita.
«Tu invece ci metterai venti minuti per decidere, come sempre».«Non è vero!» protestò Ryan. Ma già si trovava a fissare la lunga lista di gusti come se fosse un enigma indecifrabile.
Emma si mise a ridere, scuotendo la testa.
«Ti conosco, Carter. Sceglierai cioccolato e nocciola. Lo fai sempre».«Magari cambio stavolta» mormorò, ancora incerto.
Dietro il bancone, un ragazzo sulla ventina stava servendo una coppetta a una signora, muovendosi con l’efficienza di chi conosce bene il mestiere. «Prossimo!» chiamò, gettando uno sguardo distratto verso Ryan.
Alla fine cedette con un sospiro. «Va bene, cioccolato e nocciola» disse rassegnato.
Si sedettero a uno dei tavolini esterni, i gelati in mano. Il profumo dolce e zuccherino si mescolava al leggero vento autunnale che accarezzava il paesino addormentato.
Emma osservò Ryan leccare distrattamente il suo cono, perso nei suoi pensieri.«Andiamo, siamo usciti per svagarci un po'. Non essere così pensieroso, non puoi mica registrare anche qui, lo sai, vero?».
Ryan alzò gli occhi dal cono, fingendo di essere offeso. «Sarebbe un’idea.
“Recensioni di gelati con Ryan Carter”. Potrebbe andare virale».Emma scoppiò a ridere.
«Già, un successo assicurato. Sessantadue follower impazziti per il tuo amore per il cioccolato».Ryan fece una smorfia, ma sotto quella maschera sapeva che aveva ragione. Sessantadue follower. Troppo pochi per lasciare un segno.
Emma si fece seria.
«Sai che sto scherzando, vero? Sono la tua fan numero uno».«Sì, lo so, tranquilla. Solo… vorrei che il mio canale avesse un po’ più di slancio. Sono stanco di fare video per nessuno».
Emma gli diede una pacca sulla spalla.
«Lo so, ma continua a provarci. Sei bravo, Ryan. E comunque, il successo arriva a chi ha pazienza».Ryan stava per ribattere, ma qualcosa catturò il suo sguardo: il piccolo negozio accanto alla gelateria, con un’insegna al neon che lampeggiava “GAMES & MORE”.
La sua attenzione si spostò immediatamente lì, come attratto da una forza magnetica.Emma seguì il suo sguardo e sospirò.
«No, Carter, no! Possiamo goderci un gelato senza che tu venga risucchiato in qualche nerd-caverna?».Ryan alzò un sopracciglio, mordendo il cono.
«Non è colpa mia se il destino mi chiama».Prima che Emma potesse rispondere, lui aveva già attraversato la strada, con il cono che sgocciolava sulla sua felpa.
Emma lo seguì a passo svelto, borbottando qualcosa sull'immaturità e sul fatto che avrebbero dovuto almeno finire di mangiare.