SOSPESA MOMENTANEAMENTE ‼️‼️‼️ per motivi personali.
Ines è una giovane soldatessa, strappata dalla sua vita e imprigionata in un carcere di massima sicurezza a Mosca dove sarà notata dai servizi segreti russi, che le daranno una possibilità di risc...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Gentile lettore, Penso non esista un'impresa più ardua di quella di trovare un titolo. Un titolo per un romanzo, per una raccolta di poesie, per un racconto breve. E per un giornale.
Era ciò che stavo cercando di fare quella fredda sera del 23 Settembre.
Un titolo che richiamasse l'attenzione dei lettori, un titolo che dia subito all'occhio, che scaturisca al lettore un pò di curiosità. Che titolo potevo adattare a quella breve intervista al signor Mirren? Per qualche minuto, mi balenarono in testa varie idee; "La vita del signor Mirren." "Uno sguardo nella vita dei Mirren." "Nella vita privata di un imprenditore". E poi altri titoli abbastanza subdoli e irrilevanti.
Stavo facendo delle piccole bozze in un foglio bianco, mentre fissavo un punto fisso in attesa che le piccole rotaie del mio arguto cervello elaborassero qualcosa di utile, picchiettavo l'estremità della matita nel labbro inferiore della mia bocca.
La matita che mi era stata regalata dal signor Henry Mirren.
<<Dò un'occhiata all'intervista, magari mi verrà in mente qualcosa.>> fu allora che la smemorata, come Cenerentola, si accorse di non avere con sé il suo taccuino.
<<Com'è possibile? Dove sarà finito?>>
svuotai la mia borsa da cima a fondo, svuotai tutte le sue tasche, e controllai persino nelle tasche del mio cappotto beige. Ma niente, del mio taccuino, nessuna traccia. Sembrava essere svanito nel nulla assoluto. Luna udii il trambusto che stavo provocando senza accorgermene, così abbandonò il suo computer e venne a dare un'occhiata nella mia stanza.
E il panorama che si ritrovò era alquanto ingarbugliato.
<<Jane, che fai? Ti vedo confusa.>> <<Lo sono.>> stavo rovistando ancora una volta nella mia borsa, con la speranza che come la borsa di Mary Poppins, mi avrebbe dato quello che cercavo. <<Che stai cercando?>> <<Ho perso il mio taccuino.>> <<Quello che hai usato per l'intervista?>> <<Proprio così.>> risposi con un tono disperato, tanto che la mia coinquilina si sedetta accanto a me, nel pavimento. <<Non può essere sparito. Rifletti.>> <<Spero di non averlo perso sul taxi. Sono fregata, come faccio adesso? Devo consegnare qualcosa prima di mezzanotte. Mi licenzieranno.>> ero diventata una vera lagna vivente. <<Lo troverai. Pensa a dove può essere.>> <<Il punto è che ricordo perfettamente di averlo messo in borsa.>> <<Possibile che sia scivolato?>> <<Forse l'avrò perso per strada, Che disastro.>> portai una mano alla fronte, poiché mi vennero in mente tutti i rimproveri del signor Wilson che avrei subito.
Forse aveva ragione il signor Mirren, non ero portata per il giornalismo.
Nel frattempo il telefono di Luna non smetteva di squillare un solo secondo, e ciò mi stava recando molto fastidio, cosa che non saltò all'occhio di Luna. <<Vado a rispondere.>> la mia amica si alzò accarezzandomi la spalla come segno di sostegno morale, ma peccato che non mi fu granchè d'aiuto.