<<Ti ho incontrata, ma, tu non mi hai visto...
eri in macchina, è stato un attimo...>>Roma, 15 settembre 1992, inizio di un qualcosa di inaspettato.
Per Manuel quell'estate era stata un incubo.
A giugno, carico di aspettative, con qualche insufficienza, che si aspettava - e un po' onestamente sperava - che i suoi professori gli alzassero per permettergli di raggiungere la quarta liceo, si era ritrovato invece, con suo enorme disappunto, di fronte a una bocciatura.
Che cosa fare? Dirlo ai suoi genitori, certo, la mamma Anita traduttrice sempre in giro per il mondo e il padre che a malapena sapeva chi era, chissà come l'avrebbero presa. Comunque, alla fine l'estate era passata, in una Roma deserta, dal momento che gli era stato vietato CATEGORICAMENTE di andare in vacanza a Jesolo con i suoi migliori amici, Daniele e Andrea, e in quelle giornate noiose aveva trovato uno scopo alla sua vita, e rispolverato un nuovo hobby.
A Manuel, il liceo classico faceva schifo, lui sognava di fare la popstar, di calcare grandi palchi, di essere sentito in radio, lui che di affetto ne riceveva poco e aveva così tante cose da dire.
Comunque, il primo giorno di scuola, di nuovo, della terza liceo era arrivato, e onestamente, un po' lo spaventava nonostante conoscesse già tutti i professori e le materie.
Si era preparato Manuel a quel giorno, alle occhiatine dei professori, alle risatine, ai "Ferro lei è ancora qua? Ma non studia mai? Ah le è piaciuta così tanto la terza liceo che ha deciso di rifarla? Ma si vada a cercare un lavoro, questa scuola evidentemente non fa per lei", e un po' Manuel si irrigidiva, con quegli occhi marroni scuri e il cipiglio annoiato di chi sa che è sulla strada sbagliata, ma non sa come uscirne e quale strada prendere.Simone, dal canto suo, è terrorizzato.
Si è trasferito a Roma da poche settimane, con il padre Dante, docente di filosofia, e la nonna Virginia, ex attrice teatrale, da Gasglow, dove viveva con la madre Floriana e il fratello gemello Jacopo, che purtroppo non aveva avuto modo di seguirli fino a Roma, dovendosi occupare della madre.
A Gasglow aveva pochi amici, era sempre stato un tipo introverso e solitario, il suo mondo era scrivere canzoni e ascoltare musica pop-rock.
L'idea di trasferirsi a Roma non lo entusiasmava, soprattutto perché con il padre aveva un rapporto a dir poco pessimo.
Comunque, il grande giorno era giunto e la campanella era suonata, e vedendo un ragazzo riccio, moro, strambo, entrare probabilmente nella sua stessa direzione decide di seguirlo, pensó che era uno strano tipo eh, tutto tatuato e con una camicetta rossa tutti a buchi, mica come lui, lui era conosciuto come "flawless" (perfettone), sempre agghindato, pettinato e profumato.
Chissà chi era, come si chiamava, non gli sembrava per niente un tipo da liceo classico.
Non si aspettava di certo tutto ciò che sarebbe successo dopo...MANUEL'S POV
Ecco qua. Già partiamo molto male.
Ma che è quel perfettone che me fissa? Moro, pare vestito come 'na bomboniera e pure me fissa boh, che vòle? Ma n'cha artro da fa'?
Manuel stava giusto pensando questo quando se lo vide entrare nella sua stessa classe...ah, questa sì che è una scoperta interessante, sarà un anno storico, i suoi vecchi compagni non erano così intriganti.
Sperava solo fosse un minimo simpatico e non così perfettone come sembrava, ma quello che successe poco dopo gli confermò che invece era un antipatico con la puzza sotto il naso di prima categoria, uno di quelli dai quali tenersi alla larga, securo aveva tutti 10 in pagella.
-Ma che aveva fatto mai il nostro caro Simone, carə lettorə?- nulla, aveva semplicemente respirato (e alzato la mano per rispondere a tutte le domande dei prof, ma quello era un altro discorso).
A Manuel stava sul cazzo eh, però ne era attratto, di quelle attrazioni che non ti spieghi ma di cui cantavano i poeti. Achille e Patroclo, così si potrebbe dire.
"Posso sedermi qui?", sempre spinto da quell'inspiegabile attrazione per quel moro secchione Manuel si approprinquó vicino a Simone per sedersi di fianco a lui, sperava in un sorriso, che so, e invece cosa aveva fatto ancora una volta Simone? - un accenno con la testa, come a dire "fai come ti pare", che nervoso!
"...mazza, Mr simpatia...ma oltre ad essere così simpatico ce lo hai un nome?, o ti devo chiamare Mr. perfettone?"
"... Simone", gli rispose l'elegantissimo ragazzo in giacca e cravatta, che poi giacca e cravatta de che che ce trovavamo in un quartiere de Roma proprio boro, pensó Manuel. Simone, Simone...bel nome.
"Simone prende la vita come viene", canzone di Franco 126, a questo finì di canticchiare Manuel mentre si sedeva affianco a Lui, deciso a dargli una seconda chance.----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Caro lettore, Cara lettrice, se sei arrivat alla fine del primo capitolo beh...grazie!
Mi presento per chi non mi conoscesse, mi chiamo Benedetta, ho 20 anni e sono al secondo anno di lingue e letterature straniere, i miei hobbies sono leggere e guardare serie tv, e nel 2021 or sono mi sono imbattuta in questa serie del demonio...scherzo! (forse), comunque, la serie recentemente uscita degli 883 mi ha ispirato questa storia, mi auguro vi piaccia. Se volete lasciarmi un feedback, pareri e consigli sono aperta al dialogo! Su twitter potete trovarmi come @ nnorthstardust, in caso vi venga voglia di seguirmi.
Buon viaggio e...al prossimo capitolo.
Ps. "Simone" di Franco 126 ve la lascio qui di seguito--> https://open.spotify.com/intl-it/track/7hDFo4BfNpOcKZrAV2mZaa?si=5da33765598b4f8f
Vostra, Benny <3
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Quell'amore che i cantanti cantano (un blues degli stones)
FanfictionRoma, fine anni '90. Manuel studia al terzo anno del liceo classico, è ripetente, Simone se lo ritrova nella stessa classe. Manuel non ama la scuola, ma ha un sogno, vuole fare la popstar. Simone scrive canzoni, e sa cantare. Tutto cambia quando nel...