So, baby, if you say you want me to stay...
stay for the night, I'll change my mindHarry
Era ormai da quasi due settimane che Louis mi scriveva per venire a casa mia, e finivamo sempre nello stesso modo: incollati al muro, a baciarci per un tempo indefinito. Non sapevo il perché, ma mi piaceva. Non capivo cosa fossimo o cosa stessimo facendo, ma desideravo una spiegazione. Anche se mi piaceva ciò che facevamo, volevo sapere perché mi contattava, mi baciava, poi spariva quando voleva e, quando uscivamo, mi rivolgeva a stento la parola.
Mi chiedevo se lo facesse solo perché era stressato o agitato, come quella volta che gli avevo detto di farlo per calmarlo, quando sembrava sul punto di esplodere. Ma ora, ogni volta che mi baciava, mi sembrava che non ci fosse una vera spiegazione. Era come una reazione a qualcosa che non riuscivo a cogliere. E io? Ci stavo dentro senza capire cosa stessimo facendo, ma ogni volta che eravamo così vicini, non riuscivo a fermarmi. E se per lui fosse solo un modo per sfogarsi, per distrarsi dalla sua vita? Pensai. Ma allora, perché mi piaceva così tanto?
Mentre riflettevo, l'acqua iniziò a bollire. Spensi il fuoco, misi le patate in una ciotola, aggiunsi la farina e iniziai a schiacciarle e mescolarle. Non sapevo nemmeno cosa stessi preparando, ma presi piccole porzioni con un cucchiaio e le adagiai su una teglia, stendendole in cerchi con l'aiuto di una tazzina. Al centro di ciascuno misi del formaggio, poi le richiusi con cura e le infornai.
Da quando Gemma era tornata a casa, quattro giorni fa, la sua assenza si faceva sentire. Non solo perché mi ritrovavo a mangiare patate praticamente ogni giorno, ma perché senza di lei la casa sembrava incredibilmente vuota e silenziosa. Anche quando Niall si intrufolava nel mio appartamento, il silenzio non svaniva del tutto.
Aspettando che il forno facesse il suo lavoro, mi appoggiai al bancone della cucina. La mia mente vagava ancora verso Louis. Al modo in cui mi baciava come se fossi l'unica cosa che lo faceva sentire vivo, per poi chiudersi in sé stesso.
<<È BASTA PENSARE SEMPRE A UNA COSA, HARRY!>> urlai, stavo impazzendo.
Le patate stavano iniziando a dorarsi e il profumo riempiva la stanza, avvolgendomi in una sorta di conforto. Era ironico: le patate erano una costante, buone in ogni modo possibile, mentre tutto il resto della mia vita sembrava così complicato. Forse era per questo che le amavo tanto: perché non mi deludevano mai.
Mi girai facendo una piroetta, sentendo una notifica provenire dal cellulare. Spero non sia di nuovo Niall, pensai. Aveva preso la brutta abitudine di mandarmi continuamente GIF di gattini.
Presi il telefono e fissai il messaggio.
Louis
Posso venire?
Due semplici parole che ormai conoscevo a memoria. <<AAAAAAA>> urlai, esasperato.
Ogni volta che leggevo quelle parole, mi sentivo un cretino. Gli dicevo sempre di venire e poi... poi se ne andava e mi lasciava solo, come un cane. Niente contro quelle povere creature.
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Little white lies// Larry stylinson
Teen FictionVidi un ragazzo che si fermò vicino a me [...] I suoi capelli castani erano scompigliati, notai subito i suoi brillanti occhi blu e le sue rosse labbra sottili. La T-shirt bianca metteva in risalto la sua figura snella ma muscolosa. I sui occhi eran...