<<Daniele.. tu avevi solo 17 anni, eri un ragazzo così solare. Mi ricordo i tuoi capelli ricci e castani di cui la ciocca qualche volta di compriva le sopracciglia folte. Il tuo sorriso così solare, ha smesso di presentarsi sul tuo volto.>>
Avevi solo 8 anni quando mamma entrò in camera e ti vide giocare con le bambole. Mi ricordo il suo sguardo di disapprovazione e il modo brusco in cui te le strappò via mettendoti di fronte delle macchinine e qualche biglia. "Sei un maschio , comportati da tale" ti ripeteva. Ma perfortuna ti hanno fatto testardo. Non smettevi mai di chiedere a Giorgia, la tua migliore amica, di prestarti i suoi trucchi per fare le sfilate di moda nei corridoi delle medie. Aggrottavi le sopracciglia quando vedevi che ti si vedeva troppo il pene dalla gonna. Mamma e papà speravano per tutto e per tutto che fosse una fase. Non c'era bisogno che tu mi spiegassi nulla, neanche tu lo sapevi fino a qualche anno fa. Ma io come fratello maggiore ti capivo dagli occhi, come si illuminavano quando guardavi quelle coppie omosessuali per strada. Stringevi i pugni ogni volta che papà alzava le mani con te. Un pò di trucco.. no.. non potevi permettertelo. Non riagivi mai lasciavi che ti picchiassero fino a quando dal tuo naso non usciva un lago di sangue. Volevo correre da te e dire "CAZZO DANIELE REAGISCI COSA CI FAI LÌ PER TERRA". Mi sentivo così impotente, guardare il mio fretellino di soli 14 anni che stava scoprendo cosa sentiva il suo cuore. Ma il suo sorriso non smetteva mai di presentarsi sul suo volto. Ormai, a 15 anni, il rapporto con i nostri genitori e Daniele era inesistente. Ma un ragazzo di seconda superiore ha solo bisogno di un pò di sostegno... "NON SEI NORMALE" "dobbiamo portarlo da uno psicologo o peggio ancora dovremmo sbatterti in un collegio" era le uniche volte che gli rivolgevano parola. Ma a quale scopo? Umiliarlo. Volevano che si sentisse sbagliato. Il loro bambino, nato da loro, dalla loro unione, loro lo consideravano il loro più grande sbaglio. "ERA MEGLIO ABORTIRE UN INGRATO COME TE". L'ambiente medievale di quella casa era diventato un campo di guerra razzista e omofobico. Fù solo ai suoi 16 anni che lo trovai in piazza a baciare un ragazzo. I suoi occhi erano spaventati e rigidi quando mi vide. Gli diedi una pacca sulla spalla di approvazione e lui tornò a sorridere. Il suo ragazzo si chiamava Luca. Era un bel ragazzo, alto, muscoloso... Insomma il tipico ragazzo che se lo vedi per la prima volta non ti passerebbe mai l'idea di dire "cazzo questo è gay". Il suo carattere forte e deciso era diverso da quello timido ed introverso di quello di Daniele. Ma insieme sembravano così uniti. Non riuscivano a stare l'uno senza l'altro. La galleria di mio fratello era piena di foto dove si baciavano, non lo avevo mai visto così solare. Vorrei tanto che la sua felicità fosse durata di più. A 17 anni, passò di lì, per il parco, mia madre , che riconobbe subito suo figlio, Daniele, che stava baciando un ragazzo. Non ci ripensò 2 volte a prenderlo per l'orecchio e trascinarlo a casa. Da quel giorno io non vidi più il suo bellissimo sorriso. Giorni dopo vennero a sapere tutto anche i genitori di Luca e non ne furono affatto contenti. Fù deciso che Daniele sarebbe stato mandato via, in un centro psichiatrino dicevano che era per aggiustarlo e che quando sarebbe tornato finalmente potrà essere normale. Ma mio fratello era testardo.. ma quel giorno rimpiansi ma allo stesso ero orgoglioso di questo suo tratto del carattere. Mi svegliai la mattina con un messaggio sul telefono. Daniele era scappato quella sera e si trovava sulla riva della spiggia assieme a Luca. Corsi lì con un nodo fisso in gola. Lì trovai lì, mano per la mano. Il mio fiato si fermò. Accando c'era una corda, quella che li aveva salvati. Sul petto di Daniele un biglietto "mi hai dato tutta la forza che mi serviva, Flavio". Piansi sul suo petto in ginocchio mentre li abbracciavo entrambi sapendo di non poter riceverne un'altro in cambio. Non avevo visto il suo sorriso da giorni, ma quel giorno lo finì con un sorriso, l'ultimo ma il più sereno.
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●•Siamo solo degli umani•●
De Todoperchè dobbiamo smettere di amare perchè la paura prende il sopravvento? se avete voglia di piangere, e di comprendere veramente il significato di umanità e di amore entra pure in questa storia.