dopo un mesetto
(3 mese)La giornata è perfetta: un sole splendente, un giardino decorato con palloncini bianchi, rosa e azzurri, e una folla di amici e parenti che non vedono l’ora di scoprire il grande segreto. Io e Pablo abbiamo organizzato tutto con cura. Abbiamo deciso di rendere speciale questo momento, unendo tutti quelli che amiamo per condividere la gioia di sapere se avremo un maschietto o una femminuccia.
Sira, la mia migliore amica, ha curato ogni dettaglio della festa. Ha sistemato un enorme tavolo pieno di dolci colorati, cupcake metà rosa e metà azzurri, e una grande torta con una sorpresa dentro. Pedri, invece, ha insistito per essere l’addetto ai giochi, sfidando tutti a indovinare il sesso del bambino con cartelloni e pennarelli.
“Ragazzi, scrivete le vostre previsioni!” grida Pedri, agitando una lavagna. La maggior parte degli ospiti sembra puntare sul maschietto, ma Sira scommette sulla femminuccia. “Rebeca ha quell’aura da mamma di una principessa,” dice, lanciandomi un occhiolino.
Pablo è accanto a me, visibilmente emozionato. Mi tiene la mano stretta e sorride, mentre osserviamo i nostri cari divertirsi. “Sei pronta?” mi sussurra all’orecchio.
“Più che mai,” gli rispondo, con il cuore che batte forte.
Il momento arriva. Tutti si radunano attorno a noi mentre ci prepariamo a tagliare la torta. La tensione è altissima, le risate si mischiano ai mormorii di curiosità. Pablo prende il coltello e, con la mia mano sopra la sua, affondiamo insieme nella glassa colorata.
Un’esplosione di applausi e urla riempie l’aria quando tiriamo fuori la fetta: l’interno della torta è tutto azzurro.
“È un maschietto!” grida Sira, saltando di gioia. Pedri abbraccia Pablo così forte da sollevarlo da terra. “Un piccolo Gavi in arrivo! Spero che abbia almeno un po’ più stile di te,” scherza, facendo ridere tutti.
La madre di Pablo piange di felicità, e mio padre non smette di abbracciarmi, visibilmente emozionato. “Un nipotino,” sussurra, con gli occhi lucidi.
Tra gli applausi, Pablo si gira verso di me, mi prende per la vita e mi stringe forte. “Ti amo,” mi dice, con una felicità che sembra riempire l’aria. “Non vedo l’ora di conoscere nostro figlio.”
La festa continua con balli, brindisi e mille promesse d’amore e sostegno. Il nostro piccolo non è ancora nato, ma è già circondato da un mondo di amore e calore. E io non potrei desiderare di meglio.
Io e Pablo abbiamo passato intere serate a discutere del nome perfetto per il nostro piccolo. Scegliere non era affatto facile: volevamo qualcosa di speciale, che avesse un bel significato, ma che suonasse bene con il cognome Gavira.
Una sera, seduti sul divano con una lista di nomi davanti, Pablo prese la penna e iniziò a cerchiare quelli che gli piacevano di più. “Ok, deve essere qualcosa che suoni forte ma non troppo lungo. Gavira è già un cognome deciso, quindi niente nomi troppo complessi,” disse con convinzione.
“Giusto,” concordai, fissando la lista. “Che ne dici di Adrián? Suona elegante e si abbina bene.”
Pablo rifletté per un momento. “Mi piace, ma forse è un po’ troppo formale. Voglio qualcosa che rappresenti anche la sua energia. Sai… un nome che lo faccia sembrare pronto a correre dietro un pallone.”