Prologo

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"Sai cosa ti rende speciale, Eclipse?" stringo le labbra tra loro formando un sorriso.
Le accarezzo i lunghi capelli biondi e poso i miei occhi nei suoi color abete innevato.
Nonostante siano così freddi mi riscaldano il cuore, sanno rendere buono ogni ricordo che io abbia.
Piego le ginocchia per arrivare alla sua altezza e mi avvicino al suo viso. Una smorfia le dipinge il viso mentre con le sue piccole dita si tocca la ferita ancora rossa che riporta al ginocchio.
Non ha mai avuto paura di farsi male toccando quel che ancora non è guarito.
Avvicino il mio indice nel suo polpaccio e nascondo una goccia di sangue che prova a scappare.
Alza lo sguardo sul mio e fa la stessa cosa con la lacrima che mi sta attraversando la guancia destra. Il suo tocco sembra cullarmi e subito mi sento stupida. Sono io la madre, non lei.
"Averti come mia mamma?" sorride sbattendo ripetutamente i suoi grandi occhioni.
Le prendo il viso nelle mie mani e scuoto leggermente il capo.
"Sei una piccola forte donna libera. Non scordarlo mai" faccio scivolare le mie mani dietro il suo collo e le slaccio la collanina in oro.
Infilo dentro un piccolo ciondolo e gliela rimetto indosso.
"Ma mamma io sono una bambina, non una donna!" esclama a gran voce mettendo su un broncio.
"Tu sei la mia bambina, ma per loro- indico l'esterno della finestra con il dito- te sei una donna, una donna che deve essere forte" le do un bacio nella guancia e aspetto che il mio destino venga compiuto.
La porta che viene buttata giù la fa saltare su se stessa. Provo a calmarla con il mio tocco.
"Va tutto bene" sorrido. Sorrido a lei.
Due mani mi prendono per le braccia facendomi alzare e altri uomini mi puntano 2 o forse 4 fucili contro. Io riesco solo a guardare la mia piccolina. Ha uno sguardo terrorizzato.
"Tu sei una donna forte, non avere paura!" urlo verso di lei e sembra calmarsi.
"Io non ho paura mamma, io sono una piccola  donna forte!" urla anche lei e mi porge un sorriso.
Chiudono la porta e continuano a strattonarmi. È ora.
"ADESSO!" urlo e tutto sembra scomparire sotto l'eco della mia voce spezzata.
Ce la farai , Eclipse.

Eclipse

Cara mamma,
la polizia non ha mai collaborato al tuo caso.
Quindi sappi che non è colpa mia se non ti abbiamo ancora trovata, ma è loro.
Si sono solo occupati di affidarmi agli zii.
Gli zii non mi piacciono. La zia urla, urla tanto. Mi urla sempre contro. Lo zio aspetta che la zia esca di casa e poi mi chiama in camera sua. Mi fa sedere nel suo letto e poi si abbassa i pantaloni.
Dice che sono bella, fragile e così piccola.
Dice anche che parlo troppo e che le urla non sono la soluzione.
Dice di non volermi far del male.
Dice che mi ama.
Dice che mi trova sexy. Cosa significa mamma?
So di non poter ribellarmi perché loro mi danno un tetto sopra la testa, un divano su cui dormire e il cibo, anche se spesso mi danno solo gli avanzi.
Dove sei mamma? Non sei morta, me lo sento.
Alla prossima.
Dalla tua piccola donna libera.
A mamma.

Cara mamma,
sono molto arrabbiata con te. Non mi avevi detto che crescere fosse così spaventoso, anche se il cambiamento è decisamente peggio.
Mi manchi sai? Lo so che devo essere forte, ma non riesco a colmare la tua mancanza con altro.
Ho provato qualunque cosa: disegnare, colorare, scrivere poesie..
Qualunque cosa ma ogni volta mi rendevo conto che c'eri tu in ogni disegno, in ogni mia poesia, in tutto. Te sei ovunque.
Sei anche nel tramonto, quelle sfumature ogni tanto sembrano ricreare scene di noi due come a volermi ricordare il nostro rapporto.
Sono maggiorenne ormai, sono andata via da casa degli zii.
Ho deciso di trasferirmi a casa nostra, in Michigan.
Voglio risolvere il tuo caso.
Ti troverò a qualunque costo, te lo prometto.
P.S. si finirò l'ultimo anno di scuola lì stai tranquilla.
Dalla tua donna libera.
A mamma.

Dear momWhere stories live. Discover now