Intrighi napoletani (oneshot)

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Jude Dusk era un personal trainer di successo, proprietario di una palestra esclusiva nel cuore di Roma. La sua vita era fatta di disciplina e risultati, fino al giorno in cui incontrò Grace Jennings.

Grace, architetta talentuosa, era tutto ciò che Jude non era: elegante, riflessiva, sempre con la testa tra i disegni di nuovi progetti. Quando lo incontrò durante un evento a Firenze, pensò che fosse solo uno dei tanti uomini che si prendevano cura del loro aspetto. Ma Jude la sorprese con il suo carisma e la sua intelligenza nascosta dietro quel sorriso da furbo.

In pochi mesi, la loro relazione diventò un intreccio perfetto di forza e delicatezza, con Grace che insegnava a Jude a notare la bellezza nell'arte e lui che la spingeva a prendersi cura di sé fisicamente. Tuttavia, il loro amore non era immune da momenti di tensione.

Jude si presentò al cantiere della villa storica di Napoli con mezz'ora d'anticipo. Voleva sorprendere Grace, ma la scena che si trovò davanti gli fece ribollire il sangue. Lei era lì, elegante come sempre nel suo completo beige, a braccetto con una delle guide turistiche. Rideva a qualcosa che lui le stava dicendo, il capo leggermente inclinato verso di lui.

Jude si fermò di colpo, sentendo un'ondata di gelosia salire come un'onda che s'infrange sugli scogli. Incrociò le braccia e aspettò, ma quando lei non lo notò, prese un respiro profondo e avanzò deciso.

"GRACIELLÌ!" la sua voce risuonò nel cantiere come un tuono.

Grace si voltò di scatto, sorpresa. "Jude? Che ci fai qui?"

"Che ci faccio qui?" replicò, le mani sui fianchi. "No, ma facimme 'na cosa, spiegame tu: che ce fa 'sto qua cu' 'o braccio tuo, come si fosse 'na cosa normale? Io tengo la palestra piena e te vengo a trovare, e tu accussì me ricevi? Braccia spalancate, pure quelle d' 'o turista?!"

"Jude, non esagerare, stavo solo parlando di lavoro..."

"E per parlà di lavoro ti serve 'o braccetto? No, perché a me nun me pare chesto 'o metodo professionale. E poi che è sta risata? Tanta allegria? Quello che hai detto faceva ridere o solo lui era bravo a farte scordare che io sto vivo?"

La guida, visibilmente imbarazzata, provò a dire qualcosa. "Io non intendevo..."

"Ah, mo parla pure lui!" sbottò Jude, alzando una mano come a zittirlo. "Amico mio, nun è cosa tua. Non mi interessa che intenzione avevi. Se ti vuoi tenere 'e braccia tue, vattenne 'int' a casa tua. Subito!"

La guida si scusò e si allontanò in fretta. Grace si massaggiò le tempie, cercando di mantenere la calma.

"Jude, ma ti rendi conto di quanto stai esagerando? Non è successo niente!"

"Ah, non è successo niente? Allora io sto vedendo fantasmi, è accussì? No, perché io vedo 'na scena, Graciellì: tu co' 'o braccetto tuo, lui che ride, e io che sto là, pare 'nu fesso. Pare che tengo scritto 'cornuto' in faccia? Tu me vuò dì questo?"

"Non stavo facendo niente di male, Jude! È un collaboratore!"

"Collaboratore! Collaboratore 'o braccetto tuo, capito? No, perché si chiama collaboratore, ma a me pareva 'nu scemo ca s'era preso confidenza. E tu che fai? Ride! Graciellì, io non voglio passare per quello geloso, ma se uno nun si sa comportare, io parlo, chiaro?"

Lei lo fissò, ormai visibilmente arrabbiata. "Jude, sei ridicolo! E poi con questa sceneggiata davanti a tutti, ti rendi conto? Stai facendo un casino per niente."

"Per niente? Graciellì, tu sei tutto pe' me. Io mi faccio in quattro per venirti a trovare, per sostenerti, per farti capire quanto tengo a te, e tu me tratti accussì? Tu non capisci quanto mi fa male vederti così vicina a un altro, manco fosse normale!"

Grace prese un respiro profondo, avvicinandosi a lui con calma. "Jude, ascoltami. Nessuno ti sta togliendo il posto. Nessuno può. Io voglio te, soltanto te. Ma se non impari a fidarti, questo non funzionerà. Hai capito?"

Lui la guardò per un lungo istante, il petto che si alzava e si abbassava velocemente per la rabbia. Poi, lentamente, abbassò le spalle. "Va bene. Forse ho esagerato. Ma, Graciellì, tu per me sei 'o centro 'e tutto. Nun mi fare mai più sentire accussì, perché io, senza di te, non tengo niente."

Lei sorrise, finalmente. "Promesso, Jude. Ma tu prometti di controllarti un po' di più, va bene?"

"Promesso," rispose lui, guardandola negli occhi con intensità. "Ma mo' vieni qua, ca ci dobbiamo parlare meglio. Senza nessuno intorno."

E con quel tono che non ammetteva repliche, si avviarono insieme, lontani da occhi indiscreti, lasciandosi alle spalle il cantiere e ogni dubbio.

Jude non riusciva più a pensare chiaramente. La gelosia che lo aveva assalito poco prima era svanira, lasciando solo un'intensa voglia di avvicinarsi a Grace, di farla capire quanro fosse importante per lui. Non riusciva a credere che l'avesse visto così, ma ora che si trovavano da soli, lontani da occhi curiosi, sentiva il bisogno di esprimerlo.

"Gufetta" disse, con voce più bassa, mentre la guardava intensamente. "Nun voglio più vederti cu' altri. Solo cu' me."

Grace lo guardò, il cuore che batteva forte. Non c'era più spazio per parole inutili, solo per il silenzio che parlava per loro. Senza dire altro, Jude la prese delicatamente per la vita avvicinando il suo volto al suo. Lei alzò lo sguardo, gli occhi pieni di desiderio e di una complicità che nessun'altra avrebbe potuto comprendere.

Un attimo, e le labbra di Jude incontrarono le sue, con una passione che esplose come un fuoco improvviso. Il bacio era profondo, intenso, come se ogni parola non detta fosse finalmente libera di essere espressa. Le mani di Jude la tenevano stretta, e Grace si lasciò andare, rispondendo con la stessa furia, il respiro che si faceva più rapido.

Le loro bocche si separano per un attimo, il fiato corto tra di loro. "Nun voglio che tu ti allontani mai, gufetta..." sussurrò Jude, la voce carica di emozione.

Grace, con il cuore che ancora batteva forte, lo guardò negli occhi. "E non lo farò mai" rispose, mentre un altro bacio, questa volta più dolce, li univa.

FINE

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⏰ Last updated: Nov 25 ⏰

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Amore a regola d'arteWhere stories live. Discover now