Jordan POV's
" Allora questo è il corridoio , qui potrai parlare con i tuoi compagni di ... ma che ne so di che parlate voi giovani d'oggi ; sono solo una segretaria io , mica una psicologa " esordì la segretaria della mia nuova scuola .Mi stava facendo fare un giro turistico di tutta la scuola , per ambientarmi meglio e abituarmi al fatto che non ero più in America . Ero in Italia : la città della pizza e dell'arte romana .
Sono dovuto venire qui molto in fretta dopo la morte dei miei . Visto che ero minorenne , e non potevo restare senza un tutore , l'assistente sociale decise di mandarmi dai miei nonni materni .
Dovetti subire un viaggio stancante di dodici ore , ma alla fine ne era valsa la pena . Ero ritornato a Roma , la capitale del paese più affascinante del mondo . Ricordavo qualcosa della città ; infatti passai i miei primi cinque anni di vita proprio a Roma , visto che mia madre era romana .
Dopo , più o meno a cinque anni , i miei decisero di trasferirsi in America , patria natale di mio padre . Subito mi ambientai al meglio a Boston e feci moltissime amicizie . Però Roma mi è sempre mancata e avrei preferito ritornarci per altri motivi e magari anche con i miei genitori .
" bene , questa è la tua classe : la terza D " mi disse bussando tre volte nella porta chiusa della mia futura classe. Il cuore mi batteva all' impazzata e credo che sarebbe potuto uscire dal petto se continuava con quel ritmo .
Da dentro la classe sentii una voce di una donna che disse " Avanti " . Senza farselo ripetere due volte , la bidella che mi accompagnava mi prese il polso e aprii la porta . Appena entrato mi ritrovai circa una quarantina di occhi puntati addosso .
Nell'aria si sentiva la tensione , quindi la professoressa decise di smorzare il silenzio dicendo " Bene allora come ti chiami , caro ? " intanto la bidella si era congedata senza dire nemmeno una parola .
Sentivo gocce di sudore bagnarmi la schiena e la fronte . Guardai la professoressa dicendo " Jordan Mason " quando ebbi terminato di pronunciare il mio nome sentii che alcuni elementi della classe lo stavano ripetendo . Forse erano miei amici d'infanzia che mi avevano riconosciuto .
" Bene Jordan siediti vicino a Beatrice , il suo compagno di banco è assente oggi " così dicendo mi indicò un posto in terza fila occupato da un banco vuoto e da una ragazza niente male .
Attraversai la classe sapendo di avere addosso l'attenzione di tutti .
Appena mi sedetti , guardai la mia compagna di banco . La riconobbi subito " Oddio sei Beatrice Casato ? Che piacere rivederti " la abbracciai ma lei non ricambiò il mio abbraccio .
Lei era quella bambina che circa dodici anni prima si prese una cotta per me .Quando lei mi 'dichiarò il suo amore' , io la presi in giro : non volevo mettermi con una bambina brutta , con occhiali e apparecchio . Ovviamente non esitai ad andarci pesante - apostrofandola con nomignoli come 'grassona' o 'quattrocchi' - ma infondo ero solo un bambino . E si sa che i bambini quando vogliono hanno la sensibilità pari a zero .
Ora invece era diventata davvero una bella ragazza : si era schiarita i capelli , avendoli cosi più chiari alle punte e man mano che arrivavano alla base diventavano più scuri ; l'apparecchio era scomparso e al posto degli occhiali portava delle lenti a contatto , facendomi vedere degli occhi verdi color smeraldo .
La lezione continuò e la professoressa , che poco dopo scoprii che si chiamava Verdi di cognome , ci fece tre ore di matematica alle quali uscii stremato .
Fu un sollievo sentire il suono soave della campanella , che mi permetteva di fare quindici minuti di pausa .Durante l'intervallo tutti i compagni si presentarono e scoprii che ero in classe anche con miei due cari amici d'infanzia : Andrea e Daniel . Da piccoli eravamo inseparabili e ricordo che passavamo tutte le giornate a giocare a calcio .
Tutti erano molto gentili con me , e ripetevano il nome anche due volte se necessario . Solo un nome però mi rimase in testa : Beatrice . E di certo non se ne sarebbe andato dalla mia mente .
Infine si presentò una ragazza che si pavoneggiava e che si dava molte arie . Era una di quelle ragazze che si credevano dio in terra , ma che io consideravo dei clown . Non ho mai sopportato quel tipo di persone .
" Ciao caro , mi chiamo Sofia DeMochieli . E se te lo stai chiedendo : si , sono la stessa Sofia di cui ti sei innamorato una decina di anni fa "
Avvampai . Con tutte le persone che avrei potuto trovare in una scuola , avevo incontrato proprio lei ." Ehm okay , quindi non è neanche necessario che ci presentiamo hahaha " dissi con le guance rosso fuoco . Per fortuna la campanella suonò annunciandoci altre due ore di lezione . Oggi ero stato salvato due volte dalla campanella : possiamo dire che era il mio giorno fortunato .
Finite le due ore di italiano , andai a casa dei miei nonni in cui finalmente avrei potuto mettere qualcosa sotto i denti . " Allora tesoro , come è andata oggi ? " mi chiese mia nonna tutta eccitata per il mio primo giorno di scuola in Italia .
" Bene dai . Lo sai che sono in classe con Beatrice Casato ? La bambina racchia che si era innamorata di me molti anni fa ? Beh è diventata veramente una bella ragazza , poi i suoi occhi sono stupendi e anche ... " mia nonna mi fermò e mi disse ." sicuro di non esserti innamorato di quella ragazza ? "
" Ehm nonna , no ma dai che dici !? Perché me lo chiedi ? " ecco cosa uscì dalla mia bocca . Ma non ero sicuro che il cuore fosse d'accordo .
" Perché quando parli di lei ti brillano gli occhi come accesi di una luce che prima era spenta , e anche io ero così quando parlavo di tuo nonno , di cui ne ero e ne sono immensamente innamorata . Comunque ha chiamato una ragazza di nome Sofia . Dice che è nella tua stessa scuola e dice che sei diventato molto carino " disse lasciandomi a bocca aperta .
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My poison (IN SOSPESO)
Teen Fiction« Il segreto dell'esistenza non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per cosa si vive »