Affiderò
Le mie parole al mare del tempo
Che le consumi un po'
Forse cadrò
Ma sempre e comunque
In piedi mi rialzerò
Erano i primi giorni di luglio, il capitano ci aveva detto che voleva andare in spiaggia, ma nessuno era disposto ad andare lì, tranne me, perché non volevo lasciarlo solo senza fare altro che palleggiare con un maledetto pallone.
Neanche Tsurugi, il suo migliore amico e compagno di squadra, aveva voglia di abbronzarsi un minimo, era sempre in quella sua odiosa pelle pallida e truccata, però non ci facevo tanto caso, meglio per me che finalmente potevo stare solo con Tenma.
Faceva tanto caldo, persino io sudavo e dalla canotta che indossavo era ben visibile. Arrivammo in spiaggia un po' stanchi, ma sempre migliore di stare a casa sempre con il cellulare o a lamentarsi del troppo calore. Poggiammo i teli da mare sulla sabbia, ci stendemmo su di quelli ed iniziammo a parlare, come sempre, di calcio e degli altri.
« Certo che Kusaka è proprio scemo, non riesce proprio a farsi avanti con Konoha. » dissi, e lui rideva di quello che dicevo. Mi faceva piacere, almeno facevo compagnia bella con qualcuno, ma lui dopo una mezz'oretta si addormentò.
Gli misi una mano sopra la testa, abbastanza preoccupato, ma non aveva nulla.
"Forse avrà dormito male." pensai e presi il cellulare, per ascoltare musica con i miei auricolari.Nella playlist capitò questa canzone: Io ti aspetto, di Marco Mengoni. Non sapevo come ci fosse dentro, ma mi piaceva troppo, così tanto che mi rilassai tanto e chiusi gli occhi, racchiudendo tutto nella mia mente.
Sono solo sotto un diluvio di stelle
A ognuna un nuovo nome darò
Cerco di trovare il mio sorriso migliore
Lo sai che sono qui già da un po'
Ero rinchiuso in un paradiso di stelle, una nuvola mi portava in giro per lo spazio. I pianeti erano tanto grandi, era uno spettacolo, non una "sognata gita interdimensionale".
Le stelle splendevano di una luce cristallina e mi cadevano addosso, portandomi lucentezza e calore interiore, anche se io con loro ero "amore e odio", "alfa e omega" oppure "caldo e freddo".
Sorrisi, era non tanto raro che sorridessi in modo sincero e tra tutte quelle figure capitò una figura altamente splendente, quasi impossibile da vedere, ma ero l'unico che potevo vedere quella luce così chiara e forte.
"T-Tenma?" pensai, ma lui non esitò ad aspettare che mi prese tra le braccia e mi portò via da quella nuvola, portandomi in una nuova dimensione, sempre più lucente, che quasi non potevo vedere.
"Hayato-san..."
Io ti aspetto e nel frattempo vivo
Finché il cuore abita da solo
Questo cielo non è poi leggero
« Hayato-san, svegliati! » il capitano stava urlando, voleva che mi svegliassi e così feci, un po' stordito ma quella volta avevo un sorriso sincero.
« Che succede? »
« Ti sei addormentato così all'improvviso, sorridevi e quasi deliravi. » rispose ed io lo guardai un po' stordito, forse parlavo nel sonno? Sì, era vero.
Non passò neanche un secondo che lui prese una mia cuffietta e se la mise nell'orecchio ed io lo guardai un po' imbarazzato, un tipo come me dovrebbe aver sentito soltanto metal, rock e altri tipi di canzoni, non queste, ma lui mi sorrise.
« È Mengoni? »
« S-Sì. »
« Beh, ora non pensiamo a questo, andiamo a giocare a calcio! »
« Hai almeno un pallone? »
« ...mi prendi in giro? Dai! »
Io ti aspetto e nel frattempo vivo...
STAI LEGGENDO
Io ti aspetto
FanfictionUna normale giornata in spiaggia renderà una normale uscita tra due amici in un sogno strano per il caro Hayato, che cercherà di cambiare un po' per il suo capitano. Stelle e luce cambieranno il suo modo di essere, sempre più forte e presente.