01. Ascesa al potere.

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Le stanze private del Re, sontuose e silenziose, riflettevano il suo potere assoluto.

L'atmosfera che vi regnava sembrava immutabile, sospesa in un tempo che non conosceva lo scorrere delle ore. Ogni angolo, adornato con pesanti arazzi dalle tonalità fredde, parlava di ricchezza e inaccessibilità, ma anche di una solitudine sovrana. Il pavimento in marmo nero, smaltato come una lastra di ghiaccio, scintillava sotto la luce tremolante delle candele, che proiettavano ombre lunghe e sfuggenti sui mobili sfarzosi, tra cui il grande specchio di cristallo su cui il volto impassibile del sovrano si stava riflettendo.

Il Re era in piedi davanti a quel riflesso. Immobile. La sua figura si stagliava come un'ombra regale, già perfetta nei suoi minimi dettagli e nella sua postura invidiabile, ma c'erano ancora gli ultimi ritocchi da fare. Gli ultimi passi per una giornata leggendaria.

La fine e l'inizio di un'era.
Il Sovrano dell'Ovest.
Il Re dei Re.

La servitù si affaccendava con precisione quasi chirurgica attorno a lui, ciascuno in silenziosa devozione, e al loro compito. La sarta di corte, Yrianne, era un'esperta nella cura dei tessuti pregiati. Aveva servito la regina Solaria, alla corte di Wealthagon, per ben dieci anni. E in quel suo nuovo ruolo che le donava così tanto, accostò al re con la grazia di una sacerdotessa. Alcuni gesti delle sue mani, esperte e leggere come piume, accompagnarono le sue parole.

«Maestà.» disse, con un timbro soffuso. «Ecco il mantello di velluto che vi avevo promesso.»

Dopo un suo ordine, altra servitù si affaccendò a entrare nella stanza e circondare le spalle del re con l'oggetto annunciato.

Il re non rispose. Il suo sguardo era ancora fisso sul suo riflesso, il volto come scolpito nel ghiaccio. Le sue labbra, morbide e fredde, non si mossero. La sua postura rimase fiera, ma i suoi occhi, quei suoi profondi occhi del colore del ghiaccio, erano completamente distaccati dal mondo che gli girava intorno.

Yrianne si fermò un attimo, dando il tempo al sovrano di assimilare ogni parola, e alla servitù di organizzare il lavoro. Poi continuò, la voce più calma, quasi reverenziale.

«Come ben saprete, il mantello non è solo un simbolo di potere, ma una rappresentazione di ciò che incarnate. Il nero assorbe ogni luce. E non c'è colore che possa competere per l'occasione, così come ci è stato assicurato che Firengon fosse ancora il popolo della sartoria di qualità per eccellenza. Ogni cucitura, dall'argento dei polsini al velluto interno, è stata pensata per esaltare la vostra figura.»

Dario non rispose. Un piccolo movimento impercettibile nel suo sguardo indicò a Yrianne che il suo lavoro era apprezzato, ma nulla più.

Nel frattempo, Erondar, nuovo Cavaliere di Corte al servizio del Re, si avvicinò con una corona di ghiaccio in mano.

La corona del Re dei Re.

Un'armonia di cristalli e stalattiti. Un capolavoro di arte e magia.

L'uomo si fermò alle spalle del re, allungò le braccia per appoggiare l'oggetto sul capo del regnante. E intonò le sue parole.

«La Corona Imperiale, Vostra Altezza.»

Ogni cristallo era stato scelto con la massima cura. Nessun altro regnante al mondo possiedeva una corona di simile valore. Il suo potere, in cui filtrava la magia delle Streghe e dei Fae più millenari del Continente, era sigillato in quei ghiacciai eterni del Nord.

E in più, faceva risaltare anche il trucco argentato sulle palpebre e la matita nera e interna nei suoi occhi.

Dario fece un lieve movimento impercettibile del capo, segnando il suo permesso. Il ragazzo, dopo una breve esitazione, posò la corona sulla testa del re, facendo attenzione alle stalattiti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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𝐓𝐡𝐞 𝐂𝐡𝐨𝐬𝐞𝐧 𝐎𝐧𝐞. - 𝐈𝐥 𝐑𝐞 𝐒𝐚𝐧𝐠𝐮𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨. (#𝟐,𝟓)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora