First chapter.

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LA STORIA CHE STATE PER LEGGERE CONTIENE SCENE DI SESSO LESBO. PER CHI NON 'SOPPORTASSE' QUESTO GENERE DI STORIA, É PREGATO DI USCIRE.
Detto ció, buona lettura.

Il suo profumo stava riempiendo i miei pensieri così decisi di respirare a pieni polmoni per far imprimere quel momento e quel profumo nella mia mente per sempre. La sua esile e magra figura si posizionó dinanzi a me, solo in intimo con i capelli scuri spostati sulla spalla destra.

"Piccola, sei stupenda." Mormoró Kathryn. Aveva occhi verdi assolutamente stupendi, mi perdevo ogni volta nel guardarla, ne ero completamente stregata. Ero in camera sua, sdraiata sul suo letto con indosso solo una maxi t-shirt bianca e l'intimo; non reggevo di certo il confronto con quella donna.

"Kathryn." Dissi guardandola mentre avanzava seducente. Era una donna più grande di me ed era completamente affascinante. La desideravo ardentemente.

|Inizio Flashback.|
Ero seduta in un bar, da sola, intenta a bere una birra media. Avevo lavorato tanto quel giorno e finalmente avevo tutta la serata per me, così avevo optato per quel bar. D'un tratto, i capelli si rizzarono sulla nuca provocandomi un certo fastidio, qualcuno mi stava guardando. Mi voltai lentamente e un gruppo di donne sedute ad un tavolo troppo piccolo stavano guardando nella mia direzione. Mi voltai leggermente imbarazzata e tornai a bere dal bicchiere ormai mezzo vuoto. Quel giorno era stato uno dei peggiori:
Avevo lavorato in quel ristorante così tanto che le mie braccia minacciavano di staccarsi, Kol mi aveva lasciata, o meglio, lo avevo lasciato io dopo il messaggio che mi aveva inviato per sbaglio dove diceva ad una certa Cassandra di affrettarsi a venire a casa nostra perché la sottoscritta non ci sarebbe stata fino a tardi. Chiesi un permesso di mezz'ora al mio capo, abbbastanza odioso quel giorno, e una volta avuto, tornai a casa.

"Cassandra é arrivata?" avevo chiesto, con tono malizioso.

"Non é come pensi." Aveva cercato di rimediare al danno con la solita frase fatta.

"Infatti non penso. Non riesco ad odiarti, provo solo rabbia ma quella passa."

"Ti prego Devina."

"Devo tornare al ristorante. Hai tempo fino alle nove per andartene. Se quando torno ci sono ancora le tue cose, chiamo la polizia. Sai che non scherzo Kol."

"Devina, tesoro, ti prego."

Avevo usato un tono normale, ero delusa e non riuscivo ad odiarlo, avevo passato comunque momenti belli con lui, era stato il primo, ma non volevo più averci a che fare. Presi le chiavi e andai via.
Quel giorno era decisamente da dimenticare.

"Vuoi unirti? Sembri triste." Chiese una ragazza dai lineamenti duri, dai capelli scuri e da occhi verdi ammaglianti. Era così bella. La sua voce soave e dura allo stesso tempo. Mi voltai di lato per poterla guardare meglio, in piedi accanto a me china sul bancone.

"No, grazie. Sto bene." Non stavo mentendo, non stavo ne bene ne male, stavo okay. Presi il bicchiere e mandai giù l'ultimo sorso di birra appoggiando infine il bicchiere sul legno scuro e lucido abbozando un mezzo sorriso

"Hei, un'altra birra per la mia amica." Disse richiamando l'attenzione del barista che annuì sorridendo.

"Da quale fiaba vieni?" domandó con aria da finta bambina prendendo una ciocca dei miei capelli fra le mani. Il mio cuore fece una capriola. Avevo i capelli color caramello e i miei occhi erano stani: potevano essere azzurri, verdi, grigi o castano chiaro ogni volta che cambiavo umore o la luce cambiava.

"Direi La bella e la bestia, ma nel mio caso la bestia é andata." Dissi cercando di risultare divertente e ci riuscii: la ragazza rise leggermente e poi puntó i suoi occhi meravigliosi su di me.

r u mine? ➳ lesbian.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora