Capitolo 1 - Eppure sembrava una giornata normale

130 3 1
                                    

15 Settembre 2019, Forlì.

Okay, da oggi questo sarà il mio diario di bordo, ci scriverò ogni cosa che mi è successo nella giornata; anche se scriverò una volta ogni tanto o quando ne sento il bisogno.

Ah, che sbadato, mi sono dimenticato di presentarmi.
Mi chiamo Luca, da poco ho compiuto 19 anni e vivo a Forlì, dove frequento il liceo artistico-musicale.

Studio Composizione e Saxofono, assieme al mio migliore amico Tommaso, anche lui di 19 anni.

Sono un appassionato di fantascienza, videogiochi, elettronica, informatica e, ovviamente, della musica.
Passo molta parte del mio tempo a suonare, giocare ai videogiochi e a fare maratone di film e serie TV con la mia fidanzata, Sofia, con la quale condivido un appartamento in centro.

Oggi è stato il primo giorno dell'anno scolastico 2019-2020, ma sinceramente non credo che la scuola continuerà. Non dopo quello che è successo oggi almeno.

Beh, ti chiederai che è successo vero?
Lascia che parta dal principio:

Come ogni giorno di scuola, mi svegliai presto, alle 6:45 del mattino per prepararmi.
Era una mattina un po' strana, mi ero svegliato con lo stomaco sottosopra, ma niente di grave.

Aprii gli occhi e mi sedetti sul letto, girandomi e accarezzando il viso di Sofia.
-mhh altri 5 minuti Luca...- mi disse sbadigliando e girandosi dall'altra parte.
Mi avvicinai a lei e le baciai la guancia, per sussurrarle nell'orecchio:
-Dai amo, oggi abbiamo scuola, dobbiamo svegliarci-

Sì girò verso di me con i capelli disordinati e con un capello in bocca, che si tolse subito.
Mi guardò un po' arrabbiata, ma poi si sciolse in un tenero sorriso e mi diede un bacio.
-Buongiorno tesoro- mi sussurrò.

Ricambiai il sorriso e ci alzammo dal letto. Lei andò subito in bagno e io quindi dovetti aspettare una quindicina di minuti che si preparasse e che uscisse.
Nel frattempo sfruttai quegli attimi di vita per prepararle una bella colazione con uova e del bacon croccante. Venne un po' bruciacchiato, ma in fondo era comunque delizioso.

Sofia uscii dal bagno e io potei entrare.
Mi sedetti sul gabinetto, feci i miei bisogni e poi subito mi feci la barba, per poi uscire dal bagno e vestirmi.

Mi diressi verso la tavola e mi sedetti di fronte a Sofia, ma non prima di aver messo a tavola le uova con il bacon e una spremuta di arancia per me e per lei.
Iniziammo a mangiare e finimmo subito la squisita colazione.
-Tesoro, grazie per la colazione, era fantastica- disse Sofia leccandosi i baffi e sorridendomi con quel suo splendido sorriso da furbetta.

Sofia è una splendida ragazza di 19 anni. Ha i capelli color castano e mossi, dei bellissimi occhi marroni con uno sguardo dolce ma allo stesso tempo furbo, un nasino molto carino e un sorriso da furbetta e da bambina.
Caratterialmente, è dolce e tenera, ma anche forte quando serve e a tratti anche molto testarda.
La amo.

Io e lei ci conosciamo da una vita, ma a causa di molti eventi, non ci siamo visti per 8 anni. Ci reincontrammo per caso 5-6 anni fa. E nel giro di un mese ci innamorammo follemente e decidemmo di vivere la nostra vita assieme. Ma tornando a noi.

Ci alzammo da tavola e uscimmo di casa, ma quello che vedemmo ci fece bloccare sul posto e spaventare quasi a morte.

In cielo c'erano centinaia di astronavi, esatto, dei "dischi volanti" o UFO.
Avevano un aspetto strano, delle forme triangolari con delle luci nel tre vertici e sotto, al centro, una luce più grande che sparava dei raggi di energia che causava esplosioni e devastazione.
E ce n'erano a centinaia sopra le nostre teste.

Avevamo paura io e Sofia.
Rientrammo subito in casa e ci nascondemmo, prendendo le borse di emergenza in caso di terremoti o altri cataclismi.
Ci nascondemmo nello scantinato dell'edificio, sbarrando tutto e proteggendoci a vicenda.

Io la stringevo forte, cercando di tranquillizzarla e di darle conforto.

Ad un certo punto ci fu un esplosione e dei massi provenienti dal soffitto che si stava distruggendo, ci colpirono e svenimmo, abbracciati e inerti.

Ci svegliamo qualche ora dopo e, siccome non si sentivano più urle e esplosioni da un po', decidemmo di tornare in casa a recuperare qualsiasi cosa potesse tornare utile per sopravvivere e prendemmo anche del contante.

È in quel momento che presi il diario.

Devo andare, si sta facendo buio e la corrente non c'è, quindi devo accendere le candele e cucinare da mangiare con il fornello da campeggio.

Non è un gioco per bambiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora