non ci sei

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Sono nella mia stanza in questo momento.
Sono appena tornato.
Sono a pezzi, distrutto, in lacrime.
Mi sdraio sul letto abbracciando tra i singhiozzi il cuscino.
Mi manca la mia piccola..
La mia mente si riempie di flashback di noi due.
Il nostro incontro a scuola, entrambi nuovi.
Tutto il male che le ho fatto.
Ogni volta che soffriva e mi mostrava il sorriso.
Quel magnifico sorriso.
Perché l'avevo così tanto odiata?
Me lo sono chiesto tante volte.
Credo fu perché inizialmente mi aveva rifiutato e stava lontana da tutti, mi sembra di aver pensato che si credeva migliore di tutti noi.
Come mi sbagliavo...
Ricordo anche la mia dichiarazione, che suo padre non approvava, che lei stessa era scettica e aveva ragione.
Ricordo ogni bacio e ogni carezza.
Il nostro primo bacio... Che le rubai io... Il suo primo bacio... Il giorno dopo mi baciò lei... Lasciando il sapore delle sue bigbabol alla fragola sulle mie labbra e un solco, un impronta profonda sul mio cuore.
Il nostro primo litigio, il secondo.
Non sapevo di farle più male di quel che ho mai creduto.
Perché non mi ha mai detto nulla?
Avremmo potuto lottare assieme... Non sarebbe dovuta essere sola...
Ma cosa avrei potuto fare io oltre che sostenerla e tenerle il viso mentre vomitava, come ho fatto solo negli ultimi giorni?
Nulla credo.
Eppure mi sento in colpa, avrei potuto far di più.
Mi ricordo anche quando ci lasciammo.
Come stavamo male ma sorridevamo per orgoglio.
Come piangeva al telefono quando le dedicai quella canzone per fargli capire che stavo male, 'non ci sei' degli studio3
E come, due giorni dopo, per il suo compleanno le organizzati quella festa a sorpresa dove le cantai 'ci sei tu' di nek, vecchia ma bellissima.
Amore, piccola mia, come mi manchi.
Mi manchi ad ogni respiro perché tu eri l'aria che respiravo.
Ma stavolta non potremo tornare assieme.
Questa volta non vedrò più i tuoi bellissimi occhi viola, il tuo sorriso, quei vestiti larghissimi. Nulla.
E mi fa stare male.
Le lacrime si sono fermate ed asciugate lasciando la pelle da loro percorsa umida e quasi appiccicosa.
In questo momento, come se tu fossi qui, al mio cellulare parte la musica da sola, e parte proprio 'non ci sei'.
-Ripensavo ai giorni passati io e te e a quel bacio che mi ha lasciato un'impronta profonda nel cuore...Insolita malinconia di te che sei andata via... Il dolore è troppo forte non sai quanto ti vorrei per dirti che...- canto soffocando i gemiti e i singhiozzi vanamente e stringendo le mani sul cuscino fino a far uscire le nocche bianche -se si potesse giuro venderei l'anima per riavere te così splendida ma io so, so che non ci sei...Se si potesse ruberei un nostro attimo per riaverti qui e riviverlo ma io so, so che non ci sei vicino a me..- quando ho ricominciato a piangere?
Le lacrime scendono copiose e imperterrite sul mio viso.
Non riesco a smettere.
Prendo la cornice con alcune nostre e tue foto e piango.
La musica intanto ancora va.
Amore come vorrei dire alla morte di farti tornare qui sana e prendere me al tuo posto.
Se solo si potesse fare...
-ti prego torna da me, ho bisogno di te!!- dico con il cantante abbracciando la cornice forte.
Cosa farei per una tua unica carezza, o anche un sorriso o un tuo sguardo.
Se solo non mi avessi fatto giurare di vivere anche per te ora sarei con te...
Vorrei tanto raggiungerti...
Non vorrò mai nessun'altra, anche se tu mi hai detto di avere una famiglia e dimenticarti o almeno amare un'altra fingendo che sei tu, questo non posso.
Mentirei a me e a lei.
Io voglio te, non altre.
Ma la notizia più brutta ma che tu non hai mai saputo è che... Eri al secondo mese...
Chissà, forse se tu lo avessi saputo avresti trovato nel tuo bambino, nel NOSTRO bambino la forza di lottare.
Perché amore?
Non ti bastavo io come motivazione per lottare?
Non ti bastava che la vita che avevamo scelto per noi?
Ricordi, quella sera, sotto le stelle, sulla mia terrazza, la notte di san Lorenzo, mentre ad ogni stella cadente ci raccontavano un sogno e avevamo deciso che avremmo formato una band do cui noi saremmo stati i cantanti e poi dopo qualche tempo ci saremmo spostati?
Ricordi o ora la tua anima non può ricordare?
O forse è una cazzata quella dell'anima che veglia?
Con questi pensieri in mente mi addormento singhiozzando in un lungo sonno popolato da ricordi nostri e tuoi, da fantasie sul nostro futuro assieme, suoni delle tue parole.
Poi, tutto buio.
All'improvviso appari affianco a me e poi mi ritrovo un neonato, una femminuccia bella come te, fra le braccia.
Però all'improvviso tu inizi a sbiadirti.
Con un braccio tengo la bambina e con la mano libera tento di afferrarti, mantenerti e farti restar con me ma tutto è vano.
Solo prima che tu scompaia mi stampi un dolce bacio al sapor di bigbabol alla fragola.
Chiudo gli occhi un secondo per godermi quell'ultimo bacio e quando li riaprì tu non ci sei ma sento ancora il tuo profumo e il tuo sapore mentre una lacrima mi solca il viso.
Guardo la bambina che ha appena iniziato a piangere.
La coccolo e dondolo fra le mie braccia per tranquillizzarla e dopo poco lei si addormenta.
Ha la pelle nivea come te.
Le carezzo il viso e, come una bambola di porcellana, la sua pelle si crepa.
Sussulto.
Il viso inizia a sgretolarsi piano fra le mie mani, e poi tutto il corpo.
Mi accascio a terra piangendo sul vestitino e i frammenti della bambina che sono fra le mie mani e sul... Pavimento? In realtà non lo so, è tutto buio... Si vede solo la mia figura e fino a poco fa quella tua e di nostra figlia...
Poi, una folata di vento fa volar via i frammenti e dissolvere il vestito che vola anch'esso via.
Apro gli occhi.
Dove sono?
Mia madre mi dice che mi sono finalmente svegliato dopo che ho dormito per tre giorni piangendo nel sonno e chiamandoti e che siamo in ospedale.
Precisamente nella stanza dove avevano appoggiato te il primo giorno che sono venuto, la 188.
Mi fanno alcune visite di controllo e alcune domande, ma io non rispondo.
Mia madre spiega che non parlo dal giorno che sei morta fra le mie braccia in questo ospedale.
Ho pensato spesso da quel giorno fino a quando mi sono addormentato nella mia stanza che, se ti non avessi voluto baciarmi un'ultima volta forse non ti avrei dato i miei batteri, forse avresti respirato meglio e con la bocca e forse ora saresti viva.
Ma so che non è così, te lo dissero avanti a me "le manca un paio di settimane al massimo. É durata anche troppo".
Troppo a dociasette anni.
Giusto, stavi per compiere un secolo, no?
No.
Non sei durata troppo, sei durata troppo poco, accidenti!
E mi fa piangere ancora se penso al nostro ultimo minuto assieme.
Quando il medico ci disse che non saresti vissuta più di un'ora.
E io piangevo, mentre tu mi consolavi.
Sei sempre stata forte.
Al contrario di me.
Avrei voluto consolare io te e abbracciarti e darti la mia vita.
E invece...
Ora sono a casa.
Sto preparando la valigia.
Sto partendo per il mio primo tour.
Quando mi sono svegliato ho deciso di vivere come avvamo progettato.
Vivrò la mia vita per due.
Farò le cose che non hai avuto tempo di fare tu.
Solo, non sposerò nessuna e al massimo adotterò una bambina.
Vivrò la nostra vita assieme come l'avevamo progettata, solo senza te.
E senza nessun'altra.
Nel mese a questa decisione ho formato la band, che si chiama come te.
Sono tutti i nostri amici del corso di musica.
E il mese successivo ancora avevamo dato già la demo a un produttore, anche se per farlo lo abbiamo stalkerato, pedinato, inseguito e chi più n ha più ne metta.
I nostri brani, scritti, composti e cantati da me e dedicati a te, sono i primi in classifica da un anno.
Ma solo ora ho acconsentito a un tour.
Non ero pronto prima.
Ora sto andando alla stazione e mi sembra di vedere la tua ombra camminare accanto a me.
Prendo la mano al vuoto che a me pare la tua mano e cammino.
Cammino fino a trovarmi sulle rotaie.
Vengo tirato via da qualcuno.
Sbatto a terra la testa.
E poi il buio.
E per un attimo ti ho vicina davvero, di nuovo.
Per un attimo ho di nuovo il tuo viso ed il tuo sguardo tutto per me.
E attorno a te una luce abbagliante.
Tu, sorridendo, mi accarezzi il viso e mi dici di svegliarmi, che mi sei vicina e che mi ami, ma Che non possiamo ancora stare di nuovo assieme. Detto questo mi dai un ciondolo, il tuo ciondolo, quello che amavi tanto e mi spingi facendomi precipitare, così mi sveglio.
E fra le mani ho il tuo ciondolo.
Sorrido lievemente portandolo al cuore.
Il mio sogno di rivederti ancora una volta per qualche secondo si è realizzato.
Ora sto camminando verso dei lampioni bianchi e splendenti.
E avanti tante persone con delle luci nella mano.
Sono entrato cantando e loro stanno agitando le mani e cantando con me.
"Giulia non era destino, ma adesso so che tu stai sorridendo a me per me. Perché mi ami e mi aspetti. Come io aspetto solo di venire, mia piccola Giulia, così piccola e sola in quel letto di ospedale, da anni sola a lottare contro il mondo. Giulia, oh mia piccola Giulia" canto mentre una lacrima di emozione e non solo mi riga il viso nel vedere tutta questa gente cantare con me, come se anche loro ti amassero.
Giulia.
Tu che hai vissuto tanto e hai vissuto spesso in ospedale mentre io pensavo che ti facesse schifo stare con noi.
Tu che hai subiti tanto da una vita ingiusta e crudele eppure sorridevi sempre, speranzosa di guarire e vivere come tutti.
E tanti altri, tra cui me prima di sapere, vogliamo morire, diventiamo freddi e tristi per molto meno.
E tu che hai subito migliaia di operazioni, a 17 anni avevi già lottato tanto contro la morte perché svenivi in motorino o mentre attraversava la strada, perché hai avuto tumori che sparivano qui e comparivano li.
Eppure non perdevi la speranza.
Anche quando sapevi che non avresti potuto più cantare tu ti affaticavi per provare a riaverla almeno un po come prima, la tua voce.
Ti affaticavi a scuola per recuperare e a casa per aiutare e vivere come tutti nonostante non potevi sforzarti.
Giulia tu eri, sei e sarai un esempio per tutti.
E se un giorno potrò, racconterò a tutti la tua vita e magari dar loro l'impulso a non arrendersi. Mai.

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