I need you to know that I'm alright

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Si svegliò urlando.
Spalancò gli occhi, e non vide altro che nero. Il nero che lo perseguitava da giorni, il nero in cui il suo cervello riusciva a far apparire le cose più spaventose.
Sentì subito un rumore di passi veloci e leggeri che si avvicinava alla sua stanza. Ancora non completamente cosciente della tranquilla realtà che lo circondava, fu preso
dal panico.
Trattenne un attimo il respiro, nel momento in cui la porta della sua camera venne aperta da quello che poi si rivelò essere il suo coinquilino, l'unica persona che in quei momenti di confusione assoluta riusciva a riportarlo alla realtà.
Dan, risvegliandosi dall'incubo, si era messo a sedere sul letto, e si accorse di essere completamente sudato solo quando Phil accese l'abat-jour sul comodino.
Era ancora ansimante, e non appena Phil lo vide in quello stato si precipitò a sedersi accanto a lui, cercando di confortarlo.
"Cos'era questa volta?" chiese.
Dan gli rivolse uno sguardo affranto.
"Non lo so neanche più, ogni notte cambia, ma non riesco mai a ricordarmi cosa sia. E puntualmente, mi sveglio urlando e in preda al panico. Non posso più continuare in questo modo."
Phil gli avvolse le spalle con un braccio, e disse: "Non preoccuparti, vedrai che passerà. Per adesso, prova a riaddormentarti."
Dan si rinfilò sotto al piumone bianco e nero.
Era da notti che una domanda sarebbe voluta uscire dalla sua bocca, ma fino a quel momento si era riuscito a trattenere. Ma quella notte l'incubo era stato più vivido degli altri, e non riuscì a impedirsi di pronunciare la frase.
"Resteresti con me?"
Lo chiese con tono quasi infantile, e subito si pentì di quello che aveva appena detto. Ma Phil, non appena riuscì a capire il significato della domanda che il suo amico gli aveva appena rivolto, sorrise un po' imbarazzato e gli rispose che certo, sarebbe rimasto con lui.
Andò dalla parte opposta del letto, si infilò sotto le coperte e spense la luce.
"Buonanotte, Dan" furono le ultime parole che il moro riuscì a sentire prima di sprofondare di nuovo nel sonno.
~
La mattina seguente Dan si svegliò non poco confuso. Si era completamente scordato di ciò che era accaduto quella notte, e non appena si accorse del braccio di Phil che gli circondava la vita con una stretta rassicurante, non riuscì a non arrossire. Fortunatamente erano al buio, e Phil non si era ancora svegliato. Intuendo che il gesto del suo amico non fosse del tutto intenzionale, decise di sciogliersi dall'abbraccio e di andare a preparare la colazione, per evitare il momento alquanto imbarazzante in cui Phil si sarebbe reso conto di aver passato la notte abbracciato a Dan.
Cercando di far meno rumore possibile raggiunse la cucina, prese il caffè e cercò di preparare qualcosa degno di essere chiamato colazione. Era ancora piuttosto confuso per quello che era successo la notte, e non si accorse di aver completamente bruciato il caffè. Nello stesso momento in cui si accorse del disastro che le sue mani tremanti avevano appena combinato, sentì uno sbadiglio provenire dalla soglia della cucina. 'Perfetto', pensò, cercando disperatamente di rimediare al danno fatto, senza però riuscirci. Phil entrò in cucina, e vedendo Dan in difficoltà, con la voce ancora impastata dal sonno disse: "Dan, non preoccuparti, ci penso io."
In quel momento Dan pregò con tutto sé stesso che una voragine si aprisse improvvisamente sotto di lui per trascinarlo nelle profondità della Terra e sfuggire a quel momento piuttosto imbarazzante, ma purtroppo i suoi desideri non vennero esauditi. Si voltò verso la voce del suo amico, che intanto si era fatto avanti e aveva preso dalla credenza altro caffè, e si accingeva a prepararlo. Dan si scostò un poco, senza però andare a sedersi da nessuna parte. Come un perfetto idiota rimase lì impalato a fissare il suo amico, che a un certo punto, forse scocciato, forse imbarazzato dal comportamento del moro, gli disse: "Dan, stai bene? È da due minuti che sei fermo lì a fissarmi. Guarda che puoi anche andare a sederti."
"Ehm...giusto" rispose Dan, arrossendo visibilmente.
'Ma che cazzo mi sta succedendo?' pensò. 'È tutta la mattina che mi comporto come un rincoglionito, neanche ci fossimo baciati tutta la notte.'
Andò a sedersi sul divano della cucina con passo lento. Intanto Phil aveva messo il caffè sul fuoco, e lo aveva raggiunto sul divano. Non ebbe neanche il tempo di sedersi, che il caffè era già pronto. "Ma che...?" disse Phil a mezza voce, mentre tornava a prendere due tazze. Intanto anche Dan si era alzato, e si trovava alle spalle del suo amico.
Ripensandoci, non trovò mai una spiegazione al gesto che compì in quel momento. Fu una cosa non studiata, completamente irrazionale.
Posò una mano sulla spalla di Phil, e lo fece voltare verso di sé. Non appena i loro sguardi si incontrarono, quello indeciso di Dan e quello sorpreso di Phil, il mondo sembrò fermarsi. Il moro si perse nell'oceano degli occhi di Phil, che sorrise vedendo lo sguardo rapito che gli stava rivolgendo il suo amico. Dan, a quel sorriso, non seppe più resistere. Avvicinò il viso a quello del più basso, e incerto appoggiò le labbra sulle sue. Vedendo che il ragazzo dagli occhi azzurri sembrava non ricambiare, una valanga di pensieri si affollò nella sua mente. 'E se avessi sbagliato tutto? E se non si fosse mai reso conto di quello che provo per lui? E se lui non provasse niente per me? Come farei a spiegargli tutto?'
Ma quella di Phil era solo sorpresa. Infatti, poco a poco, quest'ultimo si fece coraggio e rispose al bacio del moro, che intanto si era staccato dalle sue labbra. Riazzerò la distanza tra i loro visi, questa volta con un bacio più controllato, desiderato da entrambi. Solo in quel momento si rese conto delle mani di Dan sui suoi fianchi, che lo spingevano dolcemente contro il muro. Phil si lasciò trasportare dal bacio, e schiuse lentamente la bocca, permettendo alle loro lingue prima di sfiorarsi, timidamente, poi di iniziare a rincorrersi in quelli che erano spazi nuovi per entrambi.
Si baciarono per quelli che avrebbero potuto essere secondi, minuti, settimane o anni, le mani di Dan ancora a stringere la vita di Phil, e le dita di quest'ultimo tra i capelli e sul petto di Dan, a sentire i suoi battiti veloci.
~
Passarono tutta la mattina sul divano. Dan abbracciava Phil da dietro, accarezzandogli i capelli, e ogni tanto lasciava qualche bacio sul suo collo. Phil rabbrividiva al contatto, non ci era abituato. Ma pensava che fosse la cosa più bella del mondo. Aveva una persona su cui contare, in ogni momento, e lo stesso valeva per Dan. Il moro, non avendo passato una delle sue notti migliori, si addormentò con la testa poggiata sulla spalla del ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri come l'oceano. Phil, non appena sentì il respiro di Dan regolarizzarsi, si alzò delicatamente dal divano cercando di fare il meno rumore possibile. Non si erano ancora vestiti, perciò andò in camera sua a prendere una camicia a quadri rossi e verdi e dei jeans neri, e si diresse verso il bagno per farsi una doccia.
Quando tornò in soggiorno con i capelli ancora gocciolanti vide Dan che si stava alzando. Sorrise vedendolo, quel ragazzo era una delle poche ragioni che gli avevano permesso di non rendere la sua vita un completo disastro, gli doveva così tanto. Si avvicinò al moro, che intanto si era alzato in piedi, e lo abbracciò. E intanto tutti i suoi pensieri premevano per uscire dalle sue labbra, ma aveva paura della reazione che avrebbe avuto Dan. Alla fine però prese coraggio, e gli disse tutto quello che aveva pensato fin dal primo momento in cui l'aveva visto. "Dan. Prima di incontrarti ero niente; puoi anche pensare il contrario, ma è così. E in questi anni che abbiamo passato insieme io ho imparato a conoscerti sempre meglio. Ho imparato a conoscere la tua risata, la tua ironia, tutto ciò che ti caratterizza. E amo ogni sfumatura della tua personalità. Mi ricordo ancora che quando mi hai proposto di andare a vivere insieme, mi sono sentito la persona più felice della Terra. E mai tornerei indietro per cambiare qualcosa; da quando sei arrivato tu la mia vita si è trasformata in quello che avevo sempre desiderato. Ora ho un lavoro, e cosa più importante, una persona da amare. Perché sì, Dan Howell, ti amo."


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