Part 1

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Attendevo quel giorno da troppo tempo per aspettare il suono della sveglia per aprire gli occhi. O forse si potrebbe dire che non li avevo mai chiusi dalla sera precedente. Ero stanca perchè non avevo dormito e sapevo ne avrei pagate le conseguenze la sera stessa, ma speravo che l'adrenalina avrebbe fatto il suo lavoro e mi avrebbe permesso di godermi a pieno ogni attimo di quella giornata che sembrava così distante nel tempo ed invece eccola lì.

Era iniziato tutto oltre un anno prima, quando la boyband del momento aveva annunciato il nuovo tour negli stadi, Where We Are si chiamava. Ricordo che avevano detto di avere in serbo la notizia più grande da quando si erano formati e tutte noi fans eravamo chiaramente in subbuglio, fantasticando su chissà cosa. Davano l'annuncio alle 13 ora italiana e indovinate? Verifica di italiano, tema.

Impossibile usare il telefono per copiare, pensate per seguire la conferenza stampa. Finita la verifica accesi il cellulare a tempo record, accedendo immediatamente a Twitter per scoprire appunto del nuovo tour.

Negli stadi.

In quel momento realizzai che fossero diventati artisti veri, quel tipo di artisti che fa tour negli stadi di tutto il mondo. Ma ci sarebbe stata una data nel mio stadio? "Mio stadio", non perchè fosse mio di proprietà, ma perchè lo considero casa mia da quando sono nata, tifando in maniera quasi esagerata la squadra che ci gioca. Una ragazza appassionata di calcio, strana eh? Invece no, avevo scoperto ce ne fossero centinaia vicino a me, bastava solo guardarsi bene intorno.

Quindi era un po' come un museo per me quello stadio, un posto sacro, ed andarci a vedere un concerto sarebbe stato proprio il massimo. Ma mamma avrebbe detto che ero troppo piccola, non mi avrebbe mai lasciato andare ad un concerto da sola, oltretutto in uno stadio così grande e di convincerla a venire non se ne parlava neanche. Abbandonai l'idea del concerto per tutta l'estate, in fondo potevo farne a meno, non ero una di quelle ragazze che si strappano i capelli se non vedono la boyband del secolo ed iniziano a piangere disperate come se loro fossero la ragione per la quale ancora non smettono di lottare.

Che sinceramente, ripensandoci ora mi viene quasi da ridere semplicemente perchè adesso lo sono anche io quel tipo di ragazza. Se rido così tanto ogni giorno, è anche per merito loro indubbiamente.

Ma torniamo alla fine dell'estate. Le mie compagne di classe si stavano organizzando per prendere i biglietti e mi sembrava stupido non fare almeno un tentativo con mamma, prima di abbandonare completamente l'idea. Così buttai lì un semplice "Mamma, potrei andare ad un concerto la prossima estate?" e ottenni come risposta una specie di ricatto su quello a cui mamma teneva di più: i miei voti a scuola. Mi promise che mi avrebbe permesso di andare al concerto se avessi avuto tutte le materie positive a Giugno e mi fossi pagata il biglietto con i miei risparmi.

Questo equivaleva al fatto che se avessi preso anche solo un debito, avrei buttato all'aria circa un centinaio di euro, dato che avevamo scelto di assistere al concerto dal prato. E a Settembre della terza superiore non ero così sicura che ci sarei riuscita, ma valeva la pena di provare, al massimo l'avrei rivenduto, mi dissi. Si incaricò di comprare i biglietti la mia compagna di banco, il Sabato successivo alle 10.

Non andando a scuola di Sabato, me ne restai a letto come ogni weekend, ancora persa nel mondo dei sogni dimenticandomi che quel Sabato avrebbero aperto la vendita dei biglietti.

Mi svegliò la suoneria del telefono e pensai di non aver disattivato la sveglia. Come mi sbagliavo.

Arrivai a tentoni fino al comodino per trovare il telefono, non indossando gli occhiali. Una volta preso in mano ed aperti gli occhi con grande fatica, mi accorsi che si trattava di una chiamata, proprio dalla mia vicina di banco. Già i compiti?

Midnight Memories, June 28th || One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora