Primo capitolo

3.1K 169 131
                                    

Oggi è l'unico giorno in cui vorrei che la scuola durasse per l'eternità.Non voglio separarmi da questi muri con l'intonaco a pezzi e dalla bibliotecaria.Lei mi lasciava sempre fare quello che mi pareva, bastava che lo facessi in silenzio.
E così io urlavo senza usare la voce, in mezzo a quell'ammasso di librerie polverose.
Mia madre, Anne, mi ha svegliato questa mattina dicendomi che questo sarebbe stato il mio ultimo giorno di scuola, per dare un addio ai miei compagni.Dice che così mi sentirò meno in colpa nel lasciarli.

Dovrei sentirmi in colpa io? Penso, mentre l'ultima campanella della mia vita suona.
Dovrei sentirmi in colpa io se non me ne frega niente di loro, perché loro mi bullizzavano?

E poi lo sanno?

Questo, non lo so.

Ho vissuto in una campana per un mese, poi sono tornato a scuola e probabilmente non ci rientrerò più. Io spero che non lo sappiano, ma sento mille occhiate compiaciute trapassarmi la schiena ed è là che lo capisco

Sanno tutto e sono contenti.

Vado al mio armadietto, prendendo varie scartoffie e ficcandole nello zaino, poi mi dirigo in segreteria per salutare la bibliotecaria, che a quest'ora di solito non lavora e fa compagnia alle colleghe.

Lei mostra solo compassione mentre mi abbraccia, prima di salutarmi per l'ultima volta.

Ma io non la voglio, tutta questa roba.
È inutile, che si scusino ora, che mi preghino in ginocchio di non farlo più, di piangere per me.
Non si può tornare indietro.

***

Prima, quando entravo a casa, di solito mia madre stava nella sua camera a guardare la tv.Io, lentamente, mi preparavo da mangiare e la vedevo solo il pomeriggio verso le sei, quando iniziava a cucinare la cena.
Ora, dopo quello, appena sente il rumore della chiave nella toppa si avvicina alla porta e mi abbraccia.Io non riesco a ricambiare, ma lei sembra comunque abbastanza contenta.

Mi accompagna in cucina e mi fa sedere, prima di servirmi un piatto di pasta al sugo; non riesco a non notare che il pane è già tagliato e che i coltelli sembrano spariti.

"Che c'è, hai paura che mi tagli?"le chiedo.

La vedo triste, dopo questa affermazione (perché so che è così, lo so.Lei non si fida di me e in realtà neanche io) e so che sono un totale casino, che il mio lato tenero è sparito per sempre, ma non posso non sentire una crepa nel mio cuore.

Il resto del pranzo è silenzioso.Quando ho finito mamma sparecchia e mi dice di salire in camera e so già cosa sta per succedere.La vedo eccitata,mentre mi segue su per le scale.

È un nuovo progetto questo, una specie di sperimentazione.
Non ne conosco esattamente il nome, né mi interessa, ma mia madre dice che sarà"Una deliziosa ventata d'aria fresca".

Una di quelle cazzate che propinano ai giovani pensando che ci piacciano.

Vedo un cellulare sul letto e so già che è impostato e che sulla sim all'interno di esso è stato registrato solo un numero.Che con quello potrò solo scrivere messaggi e non andare su internet.
In pratica, dovrò parlare con una specie di "Terapista"che mi farà riflettere su quanto la mia vita è bella e non c'è bisogno di suicidarsi eccetera.

Può sembrare strano, lo so.Anche io lo penso, ma mia madre mi ha costretto.
È abbastanza alternativa, del genere che non compra libri per preservare le foreste.

Già, deprimente.
Lei pensa alle foreste mentre suo figlio pensa al metodo più indolore per buttarsi da un ponte.

So già, comunque, che questa "cosa"non mi aiuterà affatto e che probabilmente il tizio sarà un vecchietto che ha già visto mille casi come il mio e proporrà solo una soluzione alla mia visibile depressione:farmi partecipare ad un gruppo di supporto.

Prendo il cellulare e lo accendo, notando subito che si apre su una schermata in cui dovrei inserire i miei dati.

"Ricordati di dire la verità, quando parlerai con il terapista"mi ricorda mia madre.

Annuisco e inizio a compilare il  tutto.

Nome:Harry

Cognome:Styles

Età:18

Status:Studente

Mi sorprendo nel vedere che non chiede così tante informazioni, evidentemente non gli importa molto della mia data di nascita e cose del genere.

Passa un minuto, in cui un cerchio inizia a roteare sullo schermo, poi compare una specie di chat.
C'è scritto "Ciao, sono Louis e sono il tuo compagno di pene!"

Faccio uscire mia madre dalla camera e inizio il programma, che secondo il suo inventore dovrebbe portarmi a dimenticare il suicidio e ricordarmi che ho dei cari e non posso sparire dal mondo così.

Me:Pene? Non pensavo mi assegnassero a un pedofilo

Louis:pene, dolore.

Non pene nel senso di, sai...

Me:pudico.

Louis:quindi, tu sei Harry no?
Parlami di te, di quello che è successo.


So già cosa vuole dire"Perché stai parlando con me ora e non stai giocando alla play con i tuoi amici?"

Me:ho tentato il suicidio.

Tu, che ci fai qui?

Louis:provo a far ragionare un ragazzo che ha tentato di uccidersi.

Me:gran bel lavoro.

Quanti anni hai?

Louis:Ventidue, perchè?

Me:volevo solo assicurarmi che tu non fossi un pedofilo.




Piccolo primo capitolo/prologo.
Ditemi se vi piace come idea o vi fa schifo.
Se vedo che qualcuno la segue, la continuo sennò no lol.

Avviso solo che non so quando posterò il prossimo capitolo, questo è solo per vedere se l'idea vi piace.Al massimo lo pubblicherò a settembre,o quando finirò le altre due storie.

sa xx

Painless||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora