Draco stava correndo in cerca di un nascondiglio.
Era appena uscito dalla Stanza delle Necessità e quei cretini di Tiger e Goyle se l'erano data a gambe non appena avevano visto Gazza.
Nel momento in cui fu sicuro di non essere visto si tuffò dentro un'aula.
"Ancora un piccolo sforzo, Mrs Purr, non può essere lontano!" udì il ragazzo in lontananza.
Bene, lo aveva seminato.
Diede le spalle alla porta e ripensò alle ore passate.
Anche quel giorno non aveva trovato un modo per portare a termine la sua missione.
Era disperato.
Scoppiò in lacrime come faceva solo nel bagno con Mirtilla Malcontenta.
Aveva perso ogni fiducia in se stesso.
Era tremendamente infelice.
Si alzò la manica sinistra ed osservò il Marchio inciso nella sua candida pelle.
Lui lo avrebbe ucciso: ne era certo.
Quando riuscì a calmarsi si guardò intorno.
Si trovava in un aula apparentemente abbandonata: non c'erano banchi né armadi, solo un enorme specchio al centro.
Si ergeva fino al soffitto ed era contornato da una cornice d'oro.
Era retto da due zampe di leone.
Si avvicinò per leggere la scritta incisa: "Erouc li amotlov li ottelfirnon".
Cosa voleva dire?
Si guardò allo specchio.
I capelli chiari incorniciavano il suo volto allungato. Gli occhi grigi erano ora arrossati per il pianto.
Si asciugò le ultime lacrime rimaste sulle guance e rimase senza parole: nel suo avambraccio sinistro non c'era traccia del Marchio Nero.
Lo allungò, sempre fissando lo specchio. Niente. Come se non fosse mai stato impresso nella sua pelle diafana.
Neanche un cicatrice.
Non ci poteva credere.
Un peso si sollevò dal suo cuore.
Guardò il braccio, questa volta con i suoi occhi.
Ma eccolo lì.
Il senso di sollievo e felicità di un attimo prima svanirono.
Il Marchio non se n'era andato. Era stata un'illusione. Uno scherzo giocato dal suo cervello.
Eppure era sicuro che nell'immagine riflessa non ci fosse.
Ritornò a guardarsi allo specchio: il suo braccio era di nuovo privo del serpente e del teschio nero.
Questa volta però non si fece ingannare.
Lo specchio era stato messo in quella stanza abbandonata in quanto fallato, ne era sicuro.
Eppure era bello vedersi senza il simbolo dell'Oscuro Signore...
No! Non ci doveva neanche pensare.
Era stato scelto. Lui in persona lo aveva scelto per quel compito.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri inopportuni.
Avrebbe reso orgoglioso il suo Signore e, soprattutto, suo padre.
Ricoprì di nuovo il braccio con la camicia e si voltò senza più degnare di uno sguardo lo specchio.
Lo specchio che, anche se Draco non ne era a conoscenza, non era fallato, bensì non rifletteva il volto ma il cuore.

STAI LEGGENDO
All I really want.
Short StoryAll I really want. Ciò che Draco Malfoy vedrebbe nello Specchio delle Brame. ---- One-shot su Draco Malfoy ambientato durante "Harry Potter e il principe mezzosangue ". Racconto scritto per un concorso by SHPenrose.