Un semplice sguardo.

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È mattino presto, verso 7.
Mi sveglio e capisco immediatamente che quella giornata mi avrebbe stravolto la vita.
Era tipico, che mi svegliassi con sensazioni contrastanti, questo è vero, ma quello che era atipico questa mattina, era la sensazione che "tutto sarebbe cambiato".
È il 24 giugno, un giorno strano, il giorno in cui finalmente avrei incontrato il mio cantante preferito.
Lo so, a 20 anni dovrei avere altre preoccupazioni, ma seguire la musica con cui mi sento a casa, è l'unica cosa che mi fa sentire davvero libera.
Frequento il primo anno di università, mi piace studiare, mi piace capire, imparare e scoprire.
Forse perché nella vita non ho mai realmente vissuto a pieno nulla, mi sono sempre privata di tutto, perché prima di me, venivano sempre gli altri, con i propri bisogni.
È la prima volta, nei miei timidi 20 anni, in cui mi concedo di osare, di credere e di sognare ad occhi aperti, regalandomi emozioni.
•••
Mi alzo dal letto, sono già le 7.35, ho già fantasticato troppo su questa giornata.
È ora di viverla.
•••
Vado in bagno, mi faccio una doccia veloce, e mi trucco, poco, come è mio solito fare.
Quando mi avvicino alla cabina armadio mi interrogo su cosa sia meglio mettersi, infondo l'occasione è speciale, ma è anche terribilmente caldo.
Opto per un paio di pantaloncini di jeans, una canottiera verde acqua con sopra scritto "VIVILA", fatta appositamente per me dalle mia migliori amiche: Martina, Dalila e Noemi, e un paio di converse nere, borchiate.
•••
Esco di casa, devo passarle a prendere, perché verrano con me. Siamo amiche da 3 anni, ci siamo trovate e condividiamo miliardi di cose, una tra tante: la sua musica.
•••
Quando arrivo sotto casa loro, una alla volta, salgono in macchina e sono del mio stesso identico umore: ansiose.
La cara vecchia amica ansia, che ci accompagna ovunque.
Parlando fra noi, ci ripromettiamo di essere serene, in fondo, si tratta di un semplice firma copie, una foto, due parole. Cosa mai potrà succedere?
Arriviamo al CC dove si sarebbe svolto il tutto, verso le 12.30, c'è già tanta gente ma riusciamo ad ottenere la prima fila e per combattere l'ansia cominciamo a cantare, a ridere, a viverci quella giornata.
•••
Manca poco, e noi non sappiamo davvero più come combattere le nostre emozioni.
Improvvisamente Martina mi guarda
<<Fede, guarda, c'è il ragazzo della sicurezza, Francesco>>
Ci metto un attimo a realizzare che è proprio lui, Francesco, il ragazzo della sicurezza.
La mia timidissima cotta segreta per questa persona cresce ogni giorno di più, sapevo che ci sarebbe stato, per forza di cose lo segue ad ogni firma copie, ma vederselo davanti fa effetto.
Un effetto inaspettato.
Strano.
Forte.
Improvvisamente mi sento sola, seppur in mezzo a centinaia di persone. Sento divampare un certo calore in me e sento le mie guance diventare di un rosso incontenibile.
•••
Arriva il nostro turno.
Dobbiamo salire.
Dentro di me ho un turbinio di emozioni.
Ho paura, sono felice, sono fiera di me e di ciò che sto facendo.
Salgo, parlo al ragazzo che mi regala le sue canzoni, lo ringrazio, mi firma il CD, ci facciamo la foto.
Ma tutto questo passa inspiegabilmente in secondo piano, quando da dietro sento rifarmi la spalla: era Francesco.
Mi volto, non dico niente perché non riesco, ma lui mi guarda fisso negli occhi. Un semplice sguardo che mi ha uccisa, mi ha fatta svanire da tutto il resto. Non capisco perché, non mi è mai successo e non lo conosco.
Sono davvero in preda al panico quando si rivolge a me e dice <<Tesoro, meriti tutta la scena, ma se non scendi dal palco le tua amiche dietro di te ti uccidono AHAHAH.>>
Cazzo, mi ero completamente dimenticata di essere sul palco.
Gli rispondo frettolosa con un sorriso, saluto, e lui con un sorriso stampato sulle labbra mi dice <<Rimani in prima fila, mi piacerebbe parlarti dopo.>>
Per poi scoppiare nell'ennesimo sorriso, che non so davvero come gestire.
<<Va bene, lo farò.>> sono le poche parole che escono dalla mia timida bocca.
Quasi inerme scendo dal palco, imbarazzata come mai nella mia vita, ricca di emozioni lasciate dalla musica e ricca di emozioni lasciate da quel semplice ragazzo della sicurezza, che senza un vero perché, mi ha colpito al punto tale da avermi stordita. Con un semplice sorriso, un semplice sguardo, mi ha catapultato dentro un sogno, il classico sogno.
"Il principe azzurro."
Anche se lui non è azzurro e tantomeno un principe.
Direi piuttosto, che è un ragazzo rosso fragola.

Rosso Fragola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora