-Sarà facile. Non ci vedranno neanche arrivare.- disse Don Barracuda, aspirando il suo toscano.
-Ne è sicuro, Don Barracuda? L'ultima volta...-
-L'ultima volta siamo stati sfortunati.- precisò il boss, interrompendo Tonno –O almeno voglio credere che sia così.- aggiunse, aspirando un'altra boccata di fumo dal suo sigaro.
-Cosa intende dire?- s'intromise Trota, aggiustandosi gli occhiali rotondi, con la montatura in oro.
Don Barracuda rimase silenzioso, fumando il toscano.
-Che qualcuno dei nostri ha avvertito i gialli, ecco cosa.- ringhiò Squalo, le vene del suo collo taurino pulsavano di rabbia.
Trota sussultò.
Tonno guardò attentamente i suoi camerati, tutti abbigliati elegantemente con giacche, camicie e cravatte.
Don Barracuda era un uomo di mezz'età, appesantito dal suo appetito e dalla sua statura minuta, parlava sempre pacatamente, a prescindere dalle situazioni. Squalo era tutto l'opposto: un colosso di quasi due metri, palestrato e con i nervi tesi come molle. Trota, invece, era un ometto rachitico, con la fronte denudata da un'incipiente calvizie.
-Cos'hai tanto da guardare, Tonno?- chiese Squalo, inarcando un sopracciglio.
-Niente di che.- si limitò a rispondergli.
-Talpa o no, questo è il piano.- disse Don Barracuda, pacato.
-E siamo sicuri, che i gialli ci cascheranno?- domandò Tonno.
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza, dall'aria resa greve dal sigaro del boss.
-I dubbi di Tonno non sono del tutto infondati.- Trota appariva insicuro quanto lui, se non di più.
-Mi sento di negare la presenza di un giallo tra di noi. Altrimenti gli sbirri sarebbero già qui.- Don Barracuda appariva tranquillo.
-Anche questo è vero. Ma chi può dire con certezza, se qualcuno di noi ha, magari inconsciamente, dei neuroni connessi alla "rete"?- Trota parlava con professionalità.
-Inconsciamente?- fece eco Squalo.
-Si, non si tratta solo di un'evoluzione indotta chimicamente, potrebbe anche svilupparsi in natura, teoricamente parlando.-
-Quindi mi stai dicendo che la natura sta cercando di fotterci?- chiese Squalo, con un'espressione truce in viso.
-Come a nostro tempo, noi fottemmo lei.- s'intromise Tonno.
Trota attese il silenzio, per parlare nuovamente.
-Non si può dire con certezza. Nel 2089 una clinica psichiatrica scoprì che tramite delle onde cerebrali, più menti potevano effettivamente divenire una sola. Esse condividevano pensieri, informazioni ed immagini. Una sorta di "telepatia" se vogliamo chiamarla così, per quanto da scienziato io aborrisca il termine. Ma, come sapete, i primi ritrovati chimici per indurre questa mutazione sono stati inventati nel 2152. Ciò ci porta alla conclusione che la mutazione può effettivamente avvenire anche in natura. Ma si tratta solo di un'ipotesi, l'evoluzione umana avrebbe avuto bisogno di milioni di anni, per sviluppare una mente collettiva come quella che abbiamo oggi, ottenuta tramite sostanze sintetiche.-
-Quindi qualcuno di noi, senza saperlo, sta spifferando tutto ai gialli?- chiese Squalo, incredulo.
-Potrebbe essere. Se un cerebro-vigilante sa dove cercare le informazioni che gli servono.- gli rispose Trota, aggiustandosi gli occhiali.
La rete secondo molti era l'apoteosi dell'ordine e del benessere umano. Grazie ad essa si potevano impedire crimini, sventare congiure e condividere informazioni con tutto il mondo. I cerebro-vigilanti navigavano negli strati più bassi della rete, dove allignavano i pensieri dell'immediato futuro, che li avrebbero aiutati a capire se l'individuo poteva essere pericoloso. L'accesso ai piani bassi della rete era di dominio pubblico, ma pochi possedevano sufficiente tatto da penetrarvi senza impazzire.
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Mente Collettiva
Science FictionUn racconto nato da una mattinata particolarmente noiosa...scritto abbastanza in fretta.