Emma's pov
La sveglia suona alle 7 in punto. Oggi è il 14 settembre, primo giorno di scuola, primo giorno di liceo linguistico. Mi chiamo Emma e sì, oggi è il mio primo giorno di superiori.
Lasciare le medie è stato triste, anche se non avevo molti amici, mi ero affezionata ai miei compagni. E poi ho dovuto lasciare la mia migliore amica Rachele che è andata al classico.
Comunque le scuole sono vicine quindi potremo continuare a vederci. Si perché il liceo Galilei è un insieme del linguistico, scientifico e classico, tre scuole separate ma con un corridoio in comune.
Per oggi ho scelto un abbigliamento semplice, non sono quel genere di persone che impiegano un giorno intero per decidere cosa indosseranno, anche se comunque sto attenta al mio look. Mi metto dei leggins neri, una semplice t-shirt bianca a righe e le mie fidate superga bianche.
Metto un piccolo strato di fondotinta per coprire le imperfezioni e lascio i miei capelli biondi sciolti, che mi ricadono sulle spalle.
Mio padre mi chiama da sotto, devo sbrigarmi o non farò in tempo a mangiare.
Dopo aver fatto colazione mi infilo il mio zaino della eastpack e salgo in macchina con mio padre, io pronta per la scuola, lui per il lavoro. Quest'anno mi accompagnerà sempre papà perché lavora lì vicino.
Sono le 8:10 quando scendo dalla macchina con mio padre che mi augura buona fortuna e lo saluto con la mano. Odio i genitori appiccicosi, ma i miei per fortuna non lo sono; una mia amica alle medie veniva sempre accompagnata davanti alla porta della scuola dalla madre e all'uscita questa le si avvicinava prendendole lo zaino e baciandola sulle guance, non sarei voluta essere al suo posto.
Arrivo al portone della scuola, so di essere nella 1B, lo so da quando sono uscite le classi, ma non conosco nessuno e quindi sono nervosa. Sono moolto nervosa ho paura che non mi farò degli amici, resterò l'asociale, l'esclusa. Non sono mai stata brava a socializzare, sono molto timida e se c'è qualcuno che non conosco non dico una parola e così cala sempre un silenzio imbarazzante.
Chiedo ai bidelli dove è la 1B e mi rispondono che è la prima a sinistra prendendo il corridoio centrale. Faccio come mi dicono e arrivo in una classe, non molto grande con i banchi disposti due a due. Qualche ragazzo è già arrivato, io mi siedo nella terza fila in una banco da sola. Nei minuti seguenti la classe si popola, entrano un paio di ragazze che si siedono vicino nel banco di fronte al mio, un ragazzo alto che si siede in fondo alla classe.
Ora quasi tutta l'aula è piena, arriva una ragazza con una chioma di capelli ricci e rossi.
– Posso sedermi ? - mi chiede indicando il posto vicino a me.
– Si certo è libero
– Io sono Emilia Nuori
– Emma, Emma Pedrali
Entra la professoressa, è una donna giovane, sulla trentina, poggia il computer portatile sulla cattedra e rimane in piedi a osservarci. Si presenta :
- Buongiorno ragazzi mi chiamo Maddalena Corsi e sono la vostra nuova professoressa di inglese, ora facciamo l'appello – dice aprendo il computer e leggendo ad alta voce :
Altieri Sara – una ragazza al primo banco alza la mano e dice "presente"
Baldini Giacomo – Il ragazzo alto che avevo visto prima sedersi all'ultimo banco
e continuano così, quando Emilia viene chiamata quasi sussulta e alza la mano facendo un po' di rumore, quando vengo chiamata io non dico "presente" come tutti, ma dico "eccomi", lo so è un abitudine e tutti mi prendevano in giro alle medie, ma mi viene spontaneo.
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Take me away from here
Teen Fiction"Take me away from here" Questa frase avrà il potere di unire tre persone apparentemente diverse? Avrà il potere di creare un'amicizia in grado di superare tutto, anche i mostri interiori di ciascuno di loro? Cosa si nasconde dietro questa frase?