Era una ragazza come le altre,una volta. Era alla fine del 3^ superiore, aveva le sue amicizie, era in buoni rapporti con i professori, la maggior parte dei ragazzi le andava dietro, ma nessuno le interessava particolarmente visto che era fidanzata.Era la classica ragazza magra,alta, capelli platino ricci e gli occhi azzurri come il cielo. Ogni giorno metteva sempre un filo di eye-liner e lucida labbra per essere un po' più perfetta .A scuola era la più popolare,ogni giorno la passava a prendere il suo ragazzo "Josh",la bellezza in persona:addominali scolpiti,occhi verdi smeraldo e i capelli mori con il ciuffo.Era un anno che stava con lui e quando attraversavano il corridoio della scuola per raggiungere gli armadietti, tutti li fissavano, invidiosi del loro amore che nessuno era mai riuscito ad abbattere.I loro cuori erano come legati da un filo invisibile.Era una ragazza a cui piaceva essere alla moda, infatti 2 volte alla settimana si dava alla shopping con le sue migliori amiche Clary e Jessica e una volta ogni due settimana faceva manicure e pedicure.Ogni weekend partecipava a qualche festa e non ne perdeva mai una vista la sua popolarità.
Suo padre era molto noto perché aveva acquistato da poco alcuni dei più grandi centri industriali e la madre era una nota architetta. Proprio grazie al lavoro dei genitori viveva in una villa con piscina.
Ah dimenticavo lei si chiama Alice ed è una sedicenne e questa era la sua vita sulla terra, a San Francisco.Una notte fece un sogno stranissimo: era nella sua cameretta e all'improvviso si svegliò per il dolore provocato da un marchio che aveva sulla pelle.Uscita dalla camera, camminando notò ragazzi come lei aggirarsi per i corridoi,ragazzi giovani o della sua stessa età, tutti così incredibilmente perfetti,ognuno brillava di luce propria e in mezzo a loro Alice si sentiva una piccola nana bianca. Un signore le fece segno di seguirlo:aveva le mani affusolate, era un uomo sulla cinquantina,dai capelli bianchi, gli occhi erano leggermente piccoli,ma quando li apriva esprimevano tutta la loro potenza,azzurri, color ghiaccio, ecco come erano.Freddi e caldi, come magnetici, come un oceano di ghiaccio al calar del sole.Zigomi ben pronunciati, salutava tutti con un cenno di capo quasi non accorgendosi della presenza di Alice.
"Ehm...dove stiamo andando?"chiese Alice, con fermezza, ma lui nemmeno la notò,era troppo occupato a conversare amabilmente con una donna dai capelli lilla e gli occhi smeraldo
"No,presidente ci penso io""si,certo vada".queste furono le uniche parole che Alice capì.Tutto era così confuso per Lei.Il presidente riprese a camminare e schioccò le mani facendo segno di seguirla fino alla stanza in fondo al corridoio di vetro.
"Sotto la luce" penso Alice "i suoi occhi sembravano leggerle l'anima".
"Entra"disse con durezza il presidente.
Dopo qualche istante passato totalmente in silenzio, l'uomo si presentò dicendo:" Io mi chiamo Edmund e sono il capo della famiglia <break ice> e il
Presidente del regno". Tutto quello che aveva detto fino ad ora per Alice era arabo, come se parlasse in un'altra lingua.
La ragazza si ritrovò dentro una stanza molto carina, accogliente,luminosa,tutta in vetro e appena si affacciò alla finestra gli vennero le vertigini perché sotto di lei vide delle cose fantastiche, quei palazzi stupendi,delle mini persone che facevano avanti e indietro.Tutto ciò l'aveva già vissuto perché quella era la sua città:San Francisco.
"Cara Alice, adesso forse ti starai ponendo qualche domanda come, per esempio, perché sei qui e dove ti trovi.Guarda il centro del tavolo, ci sono dei cioccolatini, prendili.Ci sono quelli al 100% cacao che provengono dal nord del nostro regno oppure al cioccolato bianco o fondente"
"Non voglio i tuoi stupidi cioccolatini, voglio sapere dove mi trovo" disse con voce fredda la ragazza
"Benvenuta ad Argon,Alice"
"Argon??che posto è questo!!!?"
Girovagando per la stanza edmund disse:"questa è la nostra e la tua città"
"No, qui ti sbagli di grosso;devi saper che la mia città, il luogo dove sono nata,dove ho vissuto per 16 anni è San Francisco"disse un po' turbata.
Lui la guardò dalla testa ai piedi,ispezionandola con i suo occhi glaciali dicendo:"perché pensi che la tua città è quella qui sotto e non argon?"
Ci fu un silenzio tombale...
"Riposati e goditi la vista perché è spettacolare e tra 2 ore verrà nella tua camera un mio ufficiale che ti farà fare il giro della città.Ho sentito parlare molto di te, a dopo" Furono le sue ultime parole prima di uscire e lasciare da sola Alice nella stanza, la quale iniziò a prendere in considerazione che quello che stava vivendo non era più un sogno, MA LA REALTÀ.