Drogata

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Esco di casa sbattendo la porta con lo zaino in spalla,ovviamente nero. Infilo gli auricolari e cammino a passo svelto verso la scuola,che palle quella scuola,tutti mosci e innamorati, che ci sarà di tanto bello nell'amore? Un cazzo, eh lo so. Mi sento prendere per un polso e vengo strattonata,mi giro di scatto e un uomo,tozzo,con una lunga barba nera che mi chiede: "usi le lenti a contatto? E i capelli naturali?" Feci una faccia sconcertata poi gli tirai una piedata e me ne andai di corsa, capisco che capelli rossi e occhi grigi non vanno d'accordo,ma diamoci una calmata. Entro nell'edificio e sbatto con violenza la porta dell'aula ,raggiungo il mio banco e scaravento lo zaino a terra,sento il professore sospirare: ormai sono un caso perso.
Aspetta che io faccia i miei comodi e incomincia a parlare.
"Oggi parliamo di chimica"
Ruoto gli occhi al cielo,mi infilo una gomma in bocca e incomincio a scarabocchiare sul quaderno.
"Sirina."
Lo ignoro.
"Sirina!"
Sbatto una mano sul tavolo e alzo il capo.
"Si prof?"
"Quanti protoni ci sono in un atomo se il numero atomico è 18?"
"18" sparo a caso e abbasso il capo e riprendo cosa stavo facendo.
"Complimenti"
"Cosa?" Ho ragione ? Davvero? Faccio il primo sorriso della giornata,ma era sincero e scuoto la testa,mai essere me stessa.
"Ma questo non vuol dire che sarai sospesa per aver mandato all'ospedale Nate Buss!"
Quell'idiota.... Mi sta antipatico.
"Sei sospesa."
"Cosa???!!" No dai per favore!
"Hai capito."
"Ma lei è un'insegnante!!!!"
"Da oggi sono anche il preside,ha rinunciato al suo incarico ieri" suona la campanella e mi accorgo di essermi alzata in piedi,con il busto piegato in avanti e le mani sul tavolo. Non.puó.essere.
Già che ci sono scappo da scuola,esco dal cancello principale e mi incammino a passo svelto verso casa. Mi sento sfiorare la spalla. Rabbrividisco e rimango immobile
"Vieni da questa parte" sento sussurrare,sento un'aroma strano ed entro nella piccola strada ipnotizzata e cammino a passo lento ascoltando il ritmo del mio cuore. Qualcuno mi afferra i polsi e mi sbatte al muro,piego la testa di lato,in automatico e sento una siringa che entra nella vena. Svengo.

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