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È la sera di domenica 9 agosto quando mi dirigo, dopo aver chiuso il mio ufficio, nel mio appartamento; qui è dove ho passato circa cinque anni della mia vita, fai 19 ai 24 anni precisamente.
Ho trascorso l'infanzia a Londra con mia madre e mia sorella, mio padre non so che fine abbia fatto, però all'età di diciotto anni sono volato in Italia per incontrare una ragazza conosciuta su Facebook, se ricordo bene viveva in toscana ma dopo cinque mesi di "fidanzamento" disse che dovevamo troncare la nostra storia perché aveva conosciuto un tizio, più bello di me. Dopo quest'avventura mi ero concentrato sul lavoro e avevo ricavato subito un posto nel "Bed&Breakfast" di mio nonno che passò poi a me quando lui, all'età di 94 anni, morì; lo rinnovai ricavandone 11 piani, il decimo appartiene a me, è lì che vivo.

Mi dirigo nella mia stanza dove velocemente inizio a spogliarmi per cambiare i boxer rosa, mia nonna pensa che siano sexy, a dei boxer neri che mi fasciano perfettamente, su di essi un pantaloncino da Basket grigio e un T-shirt bianca con collo a v; dopo circa venti minuti mi ritrovo seduto davanti al bancone di una delle tante discoteche a far la corte alla barista sperando di ricavare del buon sesso nel bagno del personale. Ordino una birra.
Mi si avvicina una ragazza intorno ai 18 anni, seno grande e fasciato da una mogliettina bianca da cui si possono vedere i capezzoli nudi, a quanto pare, è turgidi, sotto una mini-mini gonna, ai piedi dei tacchi ci circa dodici centimetri: escort. Come possono i genitori permetterle di girare così?
'"Prego." Le porgo la birra, non credo che le dispiacerá scambiare la saliva con la mia.
"Lucia, piacere"
"Harry."
"Uh, sei inglese? "
"Sì, proprio cosi"
"Mi eccitano gli inglesi." Poso una mano su un suo fianco e l'attiro a me allargando le gambe in modo che possa stare tra le mie gambe, sono seduto su uno sgabello davanti al bancone ma sembro lo stesso più alto di lei. "Dovresti scoparmi per bene" aggiunge, dunque faccio scendere le mani sui suoi glutei e lascio che esse stringano i suoi glutei non modo sodi.

Infilo le chiavi nella serratura e le gira per aprire poco dopo la porta di una delle stanza libere dell'albergo, non l'avrei mai portata da me, mai. Prima di entrare già mi ritrovo le labbra rifatte di lei che premono e si muovono con foga contro le mie, la spingo contro la porta e lì, infilata una gamba sotto la sua intimità, la spoglio lentamente senza degnare alla sua pelle un solo bacio. La spingo contro la porta e lì la prendo a novanta.

Si riveste ed io alzo solamente i boxer insieme al pantaloncino, il preservativo è ormai nel cestino accanto al letto.
'Ti lascio il mio numero"
"Oh, no. Non ne ho bisogno" dico con voce dura aprendo la porta della camera così da farla uscire, "era una botta e via' mi trattengo dal dirlo è la segue fuori.
Raggiungo la mia suite. Ho ancora in mente la Rossa di stamattina. Dovrò portarla a letto.




¤ beh, spero che questa storia sia di vostro gradimento.
Mi scuso se ci sono errori o orrori, ma non ho tempo per rileggere.
Continuo solo quando questo capitolo riceverà 5 voti. ¤

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 11, 2015 ⏰

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