Capitolo 1

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Mi voltai per guardare il giovane uomo al mio fianco. Il suo volto dai tratti asiatici e cesellati, come se uno scultore al pari di Michelangelo vi avesse lavorato per anni rendendo la pelle levigata e luminosa simile alla luce della luna, non mi era familiare, eppure percepii agitarsi nei recessi del mio cuore un turbinio di emozioni. Il fisico, slanciato e tonico, era messo in risalto dall'elegante abito da cerimonia che indossava. Sul taschino della giacca era appuntato un bocciolo di rosa. Alzò lo sguardo incrociando il mio, e in un attimo fu come se una scossa elettrica mi attraversasse da capo a piedi. Era come se al mondo esistessimo solo noi due, e per la prima volta nella mia vita mi sentii davvero felice.

Tutti gli anni passati a soffrire, esclusa dal mondo perché "diversa", erano finiti nel momento in cui lui mi aveva guardato. Il suo volto si aprì in un sorriso luminoso che per un attimo mi fece provare una strana sensazione di dejà-vu, come se avessi già visto quell'espressione. Non mi ricordavo di lui, ma nel mio cuore sentivo di conoscerlo da sempre, e che il legame che ci univa era talmente forte da farmi tremare solo con la sua vicinanza. Si avvicinò con un passo che ostentava calma e sicurezza, fino a sfiorare con le sue labbra carnose il mio orecchio. 

 «Quasi non ti riconoscevo vestita così, lo sai?» mi sussurrò. Gli sorrisi. Era vero, solitamente il mio guardaroba consisteva in stivali o scarpe sportive, jeans comodi e resistenti e maglie ampie, ottime per nascondere il mio arsenale: coltelli di varia misura e materiali, revolver o magnum con pallottole d'argento e alcuni ordigni esplosivi molto utili nelle missioni contro gruppi numerosi di esseri sovrannaturali.   

Nulla a che vedere con quel magnifico abito da sposa in broccato che indossavo in quel momento. Era proprio come lo avevo sempre desiderato: il vestito scendeva morbido, quasi accarezzandomi la pelle in un abbraccio avvolgente, e alla sommità di ogni spallina c'era un adorabile fiocchetto dello stesso colore dell'alba. L'intero busto era ricamato con del filo dorato, che formando eleganti arabeschi luccicanti mi ricordava le ricche stanze di una villetta che avevo visitato molti anni addietro. Notai che indossavo uno splendido girocollo in perle e diamanti, che risplendeva quasi come se avesse una luce propria. Da quand'è che potevo permettermi un tale sfarzo? In quel momento mi resi conto di un'altra cosa: perché non ero affatto stupita di trovarmi accanto ad un uomo vestita da sposa? 

Osservai lo spazio intorno a me, accorgendomi finalmente di trovarmi in un'enorme chiesa in pietra addobbata a festa con nastri bianchi e fiori, il cui profumo aleggiava dolce nell'aria. A dire il vero, tutta la scena aveva un che di irreale. La mia visione non era ben chiara, era come se stessi guardando attraverso un velo, che rendeva i dettagli sfocati e impalpabili. C'era una vera e propria folla assiepata dietro i banchi di rovere. Sebbene non riuscissi a riconoscere molti di loro, dopo qualche attimo individuai alcuni membri della mia famiglia. Mia madre, già in lacrime dalla commozione, stava aggrappata al braccio di mio padre come se fosse la sua ancora di salvezza, ma anche lui aveva gli occhi lucidi, sebbene sulle labbra avesse stampato un sorriso di pura felicità. Accanto a loro erano seduti mia sorella e suo marito, che le stava accarezzando il pancione con aria protettiva. Quando cinque mesi fa ci avevano dato la lieta novella, mio padre aveva voluto a tutti i costi organizzare un enorme ricevimento. Sebbene mia madre continui a ribadire che sia stata un'esagerazione, in fondo lo capisco: questo è il suo primo nipotino, dopotutto. Da quando era andato in pensione passava le sue giornate trascinandosi da una stanza all'altra della casa alla ricerca di qualsiasi lavoro utile a fargli passare il tempo, ma è solo da quando Jennifer è rimasta incinta che è tornato davvero a vivere. Uno dei membri del coro suonò la piccola campana che annunciava l'inizio della funzione, e il basso borbottio dei fedeli cessò di colpo, come se tutto ad un tratto si fosse spento il volume della televisione. 

 «Cari fratelli e sorelle» esordì il prete con una voce roca e flebile che sottolineava ancor di più la sua veneranda età, alzando le braccia verso il cielo in una richiesta di benedizione. «Cari fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per celebrare l'unione tra queste due famiglie mediante il matrimonio di questi due giovani innamorati». Il suo sguardo si posò su di noi, e vi lessi un amore pari a quello di un padre verso il figlio. Non ero mai andata molto d'accordo con i preti e la Chiesa in generale, ma in quel momento avrei potuto perfino abbracciare il mio insopportabile ex, come se tutto ciò che mi aveva fatto in passato non fosse mai accaduto. Scossi la testa, cercando di rimuovere quei pensieri dolorosi dalla mia mente e tornando a concentrarmi sulla continuazione della predica. I minuti scorrevano come la sabbia in una clessidra, e mentre si avvicinava il momento decisivo, il mio cuore accelerava sempre di più i suoi battiti. Chissà se anche quello del mio sposo batteva così forte. Buffo, eppure appena ci pensai mi venne l'istinto di mettermi a ridere, quasi ci fosse qualcosa che sapevo nel mio profondo ma che non riuscivo a riportare a galla. Improvvisamente, una sgradevole sensazione di pericolo si insinuò nella mia mente, e i miei occhi scrutarono affannosamente i dintorni alla ricerca di qualsiasi elemento sospetto, ma nulla era cambiato.

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