2.Leo

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L'uscita da scuola dopo l'ultima ora, per me e Susanna era sgradevole, ma del resto inevitabile, come una lezione di matematica qualsiasi. Tutti e quattrocento gli studenti del nostro liceo si riversavano nel cortile anteriore pigiati e accalcati tra l'atrio e il portone ed era impossibile non venire spinti o urtati. Dopo due anni avevamo capito che ci conveniva uscire tra i primi per raggiungere le bici prima che qualcuno bucasse le ruote o rompesse la catena, con il solo pretesto di divertirsi; noi avevamo comunque preso l'abitudine di assicurare le bici ad una grata dietro a dei cespugli, per nasconderle dal passaggio.
Quel venerdì ero uscita da sola, tra i primi, dato che Susanna non era venuta a scuola, senza neanche avvisarmi, cosí camminavo verso la grata preoccupata per lei:  non avevo né messaggi né sue chiamate e pensavo le fosse successo qualcosa di grave.
Appena arrivai al cespuglio una mano afferrò la mia maglia da dietro e spostò la presa sui fianchi, io mi voltai di scatto e mi ritrovai immobile tra le braccia forti di Leo, un mio compagno di classe. Cercai di divincolarmi muovendomi piano, ma lui mi strinse e fece scivolare una mano sulla mia coscia.
"Ci si dimentica in fretta delle persone che ti vogliono bene, eh?" mormorò sorridendo "a lezione non mi hai degnato di uno sguardo..."
Dopo un bacio che mi aveva strappato ad una festa non avevo piú pensato a Leo ed avevo paura delle sue nuove intenzioni, sapevo come amasse ottenere ogni cosa che desiderava.
"Promettimi che non mi ignorerai piú Gem..."
La vista della sua faccia divertita mi disgustava, ma annuii in fretta cercando di sgusciare via.
"Però non mi fido" sibilò tenendo il mozzicone tozzo della sigaretta stretto fra i denti "voglio la prova che sei sincera."
Sputò in fretta la cicca ancora accesa e avvicinò il suo viso con un ghigno soddisfatto.
Presi il suo bacio senza protestare, sforzandomi di restituirlo, ignoravo le perle di sudore che si ingrossavano sulle mie tempie mentre sentivo le sue mani che mi toccavano e pregavo che smettesse in fretta, ma non osavo staccarmi da lui.
Ora smette, ora smette...
Mi lasciò dopo avermi baciato a lungo e si accese un'altra sigaretta con un ghigno " Brava la mia Gem, brava..."
Mi girai con la testa bassa senza fissarlo negli occhi, la fronte e le orecchie mi pulsavano, slegai la bici e alzai di nuovo lo sguardo. Di fronte a me c'era Susanna, con gli occhi grandi lucidi e sconvolti, osservava me e Leo e respirava veloce, stava per piangere...
"Perché Gem" bisbigliò, e mi accorsi che non potevo darle una risposta.
Allora si voltò piano e poi corse via accortocciando un foglio di carta azzurra che stringeva tra le dita esili.
Perdonami Susanna, non volevo...perdonami

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 15, 2015 ⏰

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