Sono le nove, e come al solito sono in ritardo, non me ne rendo ancora conto perché sto sempre dormendo e fra pochissimo minuti la mia noiosa vita inizierà e io dovrò interrompere i miei sogni per tornare alla realtà, dove non sono un'artista di talento o un chirurgo che ha appena salvato la vita al presidente degli Stati Uniti d'America; ma solo Carter Maison.
Sì, un nome un po' strano per una ragazza ma niente nella mia vita è normale a partire da me e dal mio nome; ci sono molto affezionata perché è stata la mia nonna a sceglierlo e questo mi fa sentire vicino a lei.
Eccoci, adesso è il momento che torni alla vita vera, quella reale e smetterla di sognare.
Mi sento scuotere per un braccio e sento la voce acuta di mia madre urlare -" Carter!! Svegliati!! sei già in ritardo ed è solo il primo giorno"- falsamente mormoro un "lo so" per poi girarmi, prendere il mio iPhone e vedere davvero che ore sono; solo in quel momento mi rendo conto di aver già perso un'ora di scuola, così mi alzo ancora indolenzita dal letto e vado verso il bagno. Corro da una parte all'altra della mia stanza per cercare qualcosa da mettermi e preparare la mia borsa, a fatica e con poca classe sfoggio una felpa grigia dei Lakers ,che ho comprato l'anno scorso a una loro partita, con dei jeans neri strappati alle ginocchia; abbinati alle mie amatissime vans nere. Decido di non perdere troppo tempo nell'acconciarmi i capelli e nel truccarmi, perciò lascio i miei capelli color cioccolato sciolti a ricadermi sulle spalle ed esco in fratta dalla stanza.
Scendo le scale correndo e saltando alcuni scalini inciampando negli ultimi due e finendo a terra; ottimo inizio! Troppo bello arrivare solo in ritardo senza alcun tipo di lesione o trauma al mio primo giorno di scuola. Mentre mi rialzo vedo mia madre che sforna una dozzina di pancake dal forno; se si aspetta davvero che io mi fermi e faccia colazione come una persona "normale" si sbaglia di grosso. Entro in cucina, afferro un paio di biscotti e senza farmi vedere sgattaiolo verso la porta, urlando con la bocca ancora piena-" io esco sennò faccio tardi!"
Sbatto la porta alle mie spalle, anche se non ho visto la faccia di mia madre posso immaginare la sua espressione che rimarrà sul suo viso finché non tornerò a casa stasera.
La musica nelle cuffie è al massimo, mentre cammino adoro ascoltare la musica, mi rilassa e non mi lascia da sola con me stessa, questo è un buon pretesto per ascoltarla a tutte le ore; non mi piace rimanere sola con i miei pensieri perché poi saltano fuori problemi, idee e paure che cerco sempre di soffocare. Mentre penso al nuovo anno che mi aspetta ,mi rendo conto di essere arrivata, l'edificio che mi trovo davanti è maestoso e completamente grigio, a dare luce sono le poche finestre che sembrano messe a caso sul parametro esterno. È propio come me la ricordavo. Prendo fiato e mi blocco davanti al cancello riflettendo su quello che mi aspetta appena passo quella soglia.
Sono pronta? Sono pronta ad attraversare quel cancello un'altra volta ancora? Sono pronta a rivedere chi mi ha fatto passare un'anno atroce tra prese in giro e offese? Sono pronta a vivere di nuovo tutto quello che per tre mesi mi ero lasciata completamente alle spalle? Non lo so, forse, comunque vada non potrà mai essere peggio degli anni passati, e poi quest'anno sono in 3 liceo perciò sarà tutto diverso; o almeno spero.
Mi faccio forza, mi tiro su lo zaino che mi era sceso dalle spalle e prendendo un forte respiro e attraverso il cancello. La prima cosa che sento è la campanella, sempre il solito rumore stridulo assordante, ma grazie a quella mi rendo conto di essere al cambio dell'ora; magari posso sgattaiolare nel mio corso senza farmi notare ed evitare le sgridate mattutine e l'interrogatorio dei professori che dovrei subirmi se si accorgessero della mia presenza e del mio ritardo. Mentre cammino per i corridoi mando un messaggio alla mia migliore amica Jasmine e l'avvento che sono arrivata, dicendole di venire all'ora di pranzo sotto la pineta. Vorrei poterla vedere più spesso, ma abbiamo entrambe corsi differenti, la vedo solo durante l'ora di biologia, alla quale cerco sempre una scusa per non partecipare; non mi è mai piaciuto sezionare gli animali , lei invece la vede come una sorta di scoperta e di "integrazione" nei loro confronti. L'unico momento in cui possiamo rilassarci e stare insieme è sotto la pineta, a quell'ora non c'è mai nessuno perché gli studenti si riuniscono tutti nella sala principale dove pranzano.
Guardo il mio orario per la prossima lezione, devo andare al secondo piano, finalmente è arrivato il momento che aspettavo da 3 lunghi mesi, poter rimettere le mani sul mio pianoforte. A casa i miei non hanno abbastanza soldi per potermene comprare uno è così l'unico modo che ho per poter entrare nel mio mondo è rinchiudermi in un'aula della scuola dove posso essere me stessa e lasciare che le mie dita prendano il sopravvento sui tasti e mi trasportino in una melodia nuova. Adoro suonare e cantare sarebbe bello poter vivere di quello, ma non sono così brava e il mio è solo un sogno . Visto che sta per iniziare la lezione e sono già arrivata in ritardo all'ora precedente corro su per le rampe di scale, non rendendomene conto sbatto contro qualcuno e cado a terra. Alzo la testa e me ne esco con un -" se non sai da che parte andare non ti puoi piantare in mezzo alle scale! La gente ci passa di lì, lo sai vero?- mi rendo conto dopo di aver dato il peggio di me, e di essermi comportata come una snob altezzosa, però dai! Non è possibile arrivare in classe per una volta senza ritardo e senza qualche tipo di lesione? Non mi sembra di chiedere tanto no!?. Raccolgo velocemente i miei libri, aspettando una sua risposta.
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You are my dream...
Romance-" Sai cosa voglio?- mi dice con le lacrime agli occhi e con la voce stretta fra i denti. -" no, non lo so Carter..." - -"per una volta voglio vivere una vita senza confini tra ciò che vedo e ciò che sogno... perché dio solo sa quanto impegno ci me...