Intro

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Da sempre nelle cantine del mio palazzo si sentivano rumori di passi, sussurri, fruiscii e rumori metallici inquietanti. Apparivano ancora più tetri i lunghi corridoi quando attraverso la flebile luce si notavano le macchie invecchiate delle pareti.

Qualche anno fa, quando andavo ancora alle elememtari, io e Gio ci divertivamo ad andare la sotto, era il nostro mondo, passavamo li intere giornate.

Dopo un po' abbiamo iniziato a portarci i nostri amichetti dopo la scuola, inventandoci terrorizzanti storie su di uno spirito tormentato che vagava stanco e senza meta.

Ovviamente tutti sapevano che era frutto della nostra immaginazione. Anche se noi parlavamo di lei con estrema convizione. Sotto sotto, per noi lei esisteva davvero.

Lei non aveva un nome.

La chiamavamo semplicemente: "la bambina".

Lei era alta. Aveva lunghi capelli biondi, ma non conoscevamo il suo volto, il tempo lo aveva cancellato.

Un giorno portammo lì, ad ascoltare le nostre storie, un bambino di nome Eric. Non mi scorderò mai di lui. Non mi scorderò mai con quanta ammirazione ascoltava le nostre storie. Quel giorno ci chiese se poteva tornare ad ascoltarci, se poteva venire a trovare la bambina anche durante le vacanze invernali imminenti.

Io e Gio non volevamo che qualcuno venisse li con noi fuori dagli orari che dedicavamo agli altri, ma accettammo ugualmemte, dopotutto trovarci a raccontare storie ci divertiva un sacco.

Per rendere il tutto ancora più misterioso ci accordammo per un'unica semplice regola: nessuno sarebbe mai dovuto scendere nelle cantine da solo.

Penso siano stati i giorni più belli della mia infanzia. Ma tutto svanì quel giorno. Non scorderò mai il suo volto.

Da qualche tempo Eric si comportava in modo strano, non parlava più e veniva a trovarci sempre più di rado.

Dopo molte suppliche riuscì a farmi dire cosa lo aveva scosso.

Mi rivelò di aver infranto la regola.

Mi disse che parlò con la bambina.
Mi disse che LEI era arrabbiata, che io e Gio non dovevamo portarlo la sotto perché a LEI non piacevano gli estranei. Non le piaceva che qualcuno distraesse me e Gio da LEI. Mi disse che la bambina voleva tormentarlo fino alla morte e che avrebbe aprofittato della nostra assenza per andarsene da li con lui per perseguitarlo.

Io gli risi quasi in faccia.
Doveva per forza essersi fatto influenzare troppo. Cercai comunque di tranquillizzarlo. Gli dissi che la sua era solo un condiziomamento delle sue paure.

Come poteva davvero credere alle nostre storie?

La bambina non esisteva.
Era solo un frutto della nostra fervida immaginazione.

Eric si fece serio. Il suo volto mutò in un espressione troppo innaturale per un bambino.

In tono macabro mi disse solo due glaciali parole, prima di correre verso casa: "LEI, esiste."

Non rividi mai più Eric.

Qualche settimana più tardi venni a conoscenza che la madre gli stava facendo seguire qualche strana terapia.

Perché, mi chiedevo.

Eric non veniva più a scuola. Le notizie su di lui e sulla sua salute erano sempre più rade. Tutto ciò che sapevo è che più passava il tempo, i giorni, i mesi, gli anni, più lui peggiorava.

Oggi Eric ha cambiato terapia.

Oggi Eric è entrato in una casa di cura.

Oggi un infermiera dell'ospedale psichiatrico si è licenziata perché aveva paura dei racconti di Eric.

Avevano tutti paura della fermezza con cui raccontava dello spirito che lo perseguitava.

Dello spirito che lo voleva morto.

Oggi Eric è stato portato in un centro più attrezzato.

Oggi Eric è stato legato in una camicia di forza.

Oggi Eric è stato trovato morto, impiccato nella sua cella.

Nessuno sa spiegarsi come abbia fatto a liberarsi dalle fasce che lo intrappolavano.

Oggi sono stata al suo funerale.

Ogni giorno ho ripensato a quelle parole: "Lei esiste". Al suo volto mentre mi diceva che LEI era uscita da là, che LEI lo seguiva sempre.

Non gli ho mai creduto, ma oggi potrei giurare di aver visto una lunga sagoma nera affianco al corpo privo di vita di Eric.

Solo oggi mi rendo conto, che effettivamente in tutti questi anni, DA QUEL GIORNO, nelle cantine, non udimmo più quelli che inventammo fossero il rumore dei suoi passi e dei suoi strazianti sospiri.

Oggi, ho visto LEI. Per la prima volta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 15, 2015 ⏰

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