inizio di quel che sarà una droga..

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"Il silenzio. La musica in sottofondo. Io seduta qui davanti al computer. Devo scrivere. Scrivere qualcosa. Una voglia immensa di raccontare qualcosa. La mia vita."

Sono Mia, ho 17 anni quasi 18, non so da dove iniziare so solo che qualsiasi cosa troverete tra queste righe saranno parole che appartengono ad una ragazza che aveva un disperato bisogno d'amore. Come avrete già capito parlerò anch'io tra queste mille storie di "autolesionismo", che brutta parola no?

Incominciamo da un po' di tagli fa, quando ero ancora una bambina, non so spiegarvi come è nata questa cosa, so solo che all'ora commettevo tali azioni senza conoscerne neanche il significato, e forse neanche bene il motivo!!

Avevo appena 12 anni, ed avevo un disperato bisogno d'affetto, quello che non riuscivo a sentire da parte di mia madre, non credetevi chissà cosa, lei mi vuole bene, ma senza rendersene conto mi ha dato tante mancanze, quelle mancanze che una ragazzina, e oggi un adolescente non vorrebbe avere.. diciamo che lei non si è mai esposta a parlarmi o ad ascoltarmi, pensa al mio bene da lontano, o meglio pensa a quel secondo lei può essere il mio bene. Le uniche domande che riusciva a farmi riguardavano la scuola, o se magari le avevo pulito casa, nient'altro, e tutt'oggi ancora niente di nuovo.. i miei genitori lavorano praticamente tutti i giorni e non ho mai avuto un vero rapporto con loro, e quelle poche volte che sono a casa riusciamo solo a litigare ormai!!

Avevo solo 12 anni, e un disperato bisogno d'affetto, ero fidanzata con un ragazzo, del quale oggi ricordo ben poco, diciamo che è stato semplicemente una figura in più nella mia vita, o forse anche l'unica ..era molto più grande, ed era una sicurezza averlo con me, avevo paura di restare sola, e quando subentravano i litigi io mi sentivo afflitta, ma non per la storia o per l'amore in sé, ma per l'odore di solitudine che iniziava a seguirmi. Non abito in un gran paese e le amicizie non erano un granchè, mi sentivo spesso esclusa e messa in disparte..ma arriviamo ai fatti..

un giorno andando a casa di una mia amica mi fece vedere ciò che aveva fatto, aveva dei strani graffi sul polso, e mi spiegò un po'.. lei si chiama Veronica ed ora ha appena 20 anni..

la guardai con sguardo assente e dissi:

io: "perché l'hai fatto?"

Veronica:" sono nervosa.."

Io:" come l'hai fatto?"

Veronica : "non posso dirtelo.. " non riuscivo a capire perché non voleva farlo, non vedevo cosa c'era di male.. la guardai e gli chiesi:

io:" perché non puoi? Ti puoi fidare di me"

veronica:" non posso perché sennò lo fai anche tu"..

quelle parole furono una lama nel cuore.. pensavo.. "ma cosa si crede, che sono una stupida che fa quello che fanno gli altri? " mi diede rabbia, tanta rabbia, e sapete perché? Perché aveva fottutamente ragione!

Iniziai a fare lo stesso, ma non ne conoscevo neanche il significato di quell'azione..

Vedevo quei graffi come un richiamo a quelle persone..

E così ad ogni problema mi rifugiavo a in camera e iniziavo a tagliarmi..

Solo che non ho mai dato un vero peso a ciò che facevo a 12 anni ancora non ne capivo il significato di quell'azione, o forse si, ma ciò che credi di capire a quell'età, non è lo stesso significato che poi ci diamo dopo alcuni anni..

Ho continuato così per tre anni, fin quando non sono andata alle superiori, e avevo quasi deciso di cambiare vita, avevo una voglia immensa di nuove amicizie e nuovi amori da raccontare e così lasciai quel ragazzo e iniziai il mio primo anno da adolescente!

GUERRA CON LO SPECCHIO, LUI E IL SANGUE..!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora