Capitolo 19

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POV DOMENICO

"Ma sei veramente il mio papà?"

"Sì tesoro sono io, te lo giuro".

"Ma sei un dottore!"

Rido. "Non ti piaccio?"

Non mi risponde, ed io la guardo seriamente. "Tesoro tu vuoi guarire vero? Vuoi correre e camminare con papà? Ti porterò in tanti posti belli te lo prometto come guarirai ti porterò a Disneyland, so che vuoi andarci. Ma Giada devi essere brava a fare tutto quello che i dottori diranno. Lo farai per papà?"

"No....no no".

La sua è una cantilena di no mentre piange.

"Io ho paura, voglio andare a casa. Lasciami, lasciami tu sei il mio papà e vuoi farmi male".

"Tesoro, non dire così non è vero".

Vedo che entra Claudio.

"Zio prendimi, portami via".

Claudio prende in braccio Giada e la porta nel corridoio da Emilia. Vedo che il suo pianto si è attenuato un pó, e dopo un po che si è calmata si addormenta tra le braccia dello zio.

Claudio mi guarda. "Come faremo? Lei ha solo quasi sette anni, è una bambina, non ci ascolterà mai. Sarà solo una sofferenza per lei".

Emilia accarezza sua figlia. "Fai operare mia figlia, firmo tutto".

La guardo con gli occhi spaventati. "No sono anch'io il padre, ed io non darò mai il mio consenso".

In quel momento mi pento di aver detto ciò.

"No, non risulta da nessuna parte che è tua figlia. Sono io il suo unico genitore, quindi decido io".

"Emilia non farlo, non sai come andrà a finire poi lei ti odierá per tutta la vita".

"Meglio che mi odi in futuro, e non ora facendola soffrire".

"Emilia, non comprendi quello che stai dicendo".

"Basta e dammi quei dannati fogli. Li leggerò e poi te li porterò".

"Come vuoi tu. A quanto pare le vecchie abitudini sono vecchie a morire, pensi sempre di farcela da sola. Ma almeno in questa situazione apri gli occhi, e fatti aiutare da chi ti sta accanto e accetta i consigli degli altri. Non sei un medico, ma un avvocato e non sai a cosa stai mandando incontro tua figlia. Pensaci bene, prima di firmare Emilia, perché una volta fatto non puoi più tornare indietro. Ti ricordo meglio una sofferenza ora che non in futuro, lo abbiamo passato sulla nostra pelle non pensi che basti ?"

Inizia ad urlare. "Che devo fare? Me lo dici tu che devo fare? Ho cresciuto mia figlia da sola la mia vita è andata in rovina e ora anche la sua sta andando a rotoli".

Vedo che si accascia a terra e inizia a piangere.
Per non continuare a dare spettacolo la prendo e la porto nel mio studio, e Claudio ci segue con la bambina addormentata tra le sue braccia. So che in questo momento non lascerebbe ne la sorella, e nemmeno la nipote per nessun motivo.

La faccio sedere sulla poltrona prendo le sue mani tra le mie. "Tu Emilia, hai deciso di crescerla da sola. Non ti è minimamente passato per la testa di dirmi che ero diventato padre, ed ora che ti offro il mio aiuto decidi ugualmente di fare di testa tua".

"Io non ce la faccio più. Non ne posso più, sono stanca di tutto".

"Emilia guardami, per una volta nella tua vita fai prendere a me le decisioni riguardanti Giada, ti prego".

Vedo che si asciuga le lacrime. "Va bene, fai tutto tu".

Claudio le sorride, alla fine anche lui sa che la mia è la decisione più giusta. Dopo un po vanno via e so che da domani mattina mi aspetterà un periodo duro con mia figlia.
Chiamo i medici del reparto di riabilitazione e parlo con loro. Comprendono che è una situazione difficile, anche perché la bambina è piccola e ancora non comprende. Prendo accordi con Julian il direttore del reparto, che deve essere lui personalmente a seguire mia figlia e accetta.

Ti amo...ma non possoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora