Primo capitolo

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-"Non è possibile che in questa casa scompaia sempre tutto , adesso abbiamo a che fare anche con i fantasmi".

Ecco che ricomincia, lui è john,il mio fratello maggiore.

Per anni il nostro rapporto non è stato dei migliori, litigi continui e spesso si veniva alle mani per futili motivi, ma anche per cose serie.

-"...Mamma, hai forse preso tu il mio cappello"?

-"Ti sembra che io faccia uso di cappelli,John?"

-"Ma l'avevo appoggiato sul tavolo , solo tu sposti tutto in questa maledetta casa."

-Ecco che viene verso di me, mi urta ed esce di casa, come suo solito.-

Sin da bambino mio fratello ha sempre avuto un carattere vivace, litigava con gli amici di classe, prendeva in giro i professori e spesso è stato sospeso dalla preside per varie settimane.

Della scuola non  ha mai voluto saperne ed è per questo motivo che ha abbandonato gli studi all'età di 16 anni, lasciando nei confronti dei miei genitori una grande delusione, nonostante le tante discussioni affrontate ogni santo giorno.

Ho sempre pensato che la rivalità creatasi tra me e John sia nata da una gelosia nei confronti di mio padre. Ai suoi occhi vuole dare l'immagine del figlio migliore, di un figlio che porta a casa solo soddisfazioni e spirito di sacrificio, cose che, per mia fortuna, ho sempre dimostrato io con grande attenzione.

Ricordo una giorno in cui eravamo in vacanza a vastos con un gruppo di amici di famiglia.Mentre passeggiavo sulla spiaggia un gruppo di ragazzi, penso rumeni, iniziarono a lanciarmi dei piccoli sassolini da lontano, mi girai e notai che si avvicinavano a passo veloce verso di me, impaurito iniziai a correre ,ma purtroppo non è bastato ad evitarmi la loro aggressione . Cosa accadde poi? accadde che da lontano c'era mio fratello ad osservare con le mani in mano, senza chiedere nemmeno aiuto ai miei che in quel momento erano impegnati al bar a bere qualcosa. Fortunatamente gli aggressori dopo un po se ne andarono e io mi recai al bar per raccontare tutto ai miei genitori.

-"Cosa è successo Diego?"  disse mio padre.

-"E' successo che un gruppo di ragazzi mi ha aggredito e John era li fermo a non fare nulla,senza prestarmi nemmeno un minimo di aiuto"

in quel momento mio padre guardò mio fratello con un'aria abbastanza arrabbiata, si alzò di scatto e gli diede uno schiaffo fortissimo.

-"Papà ma..."

-"Non hai avuto rispetto nei confronti di tuo fratello, non hai pensato che potesse accadergli qualcosa di grave?"  urlò mio padre.

In quel momento John era molto deluso, non perché riconobbe di aver sbagliato, ma perché non avrebbe mai voluto dare un dispiacere a nostro padre.Quella fu l'unica volta in cui mio padre alzò le mani, non era una persona severa ,ma la preoccupazione che provò nei miei confronti fu talmente forte, essendo ancora un ragazzino , che agì involontariamente.Questo fu uno dei tanti episodi a far crescere in noi fratelli una grande rivalità e gelosia. Si sa, ai primo geniti si attribuisce più responsabilità essendo appunto i più grandi.

Una cosa di cui vado fiero di John è il suo saperci fare con le ragazze, sin da piccolo è sempre stato un ragazzo molto simpatico e non vorrei dirlo ma anche bello, corteggiato. Purtroppo anche le ragazze devono subire le sue scorrettezze, infatti non è mai stato fidanzato più di un mese , il classico ragazzo stronzo. 

Oggi John ha 24 anni e tra noi non è cambiato nulla , è cambiato soltanto il numero della nostra famiglia, purtroppo nostro padre ci ha lasciati due anni fa a causa di un incidente. Da quando in questa casa non c'è più viviamo in una situazione abbastanza difficile, mio fratello non lavora e mia madre porta a casa quel minimo indispensabile per riuscire a malapena a mangiare. Spesso mi sento impotente , vorrei fare qualcosa per donare un sorriso in più a mia madre, poverina ,ha già sofferto per la morte di papà e ora si ritrova a fare enormi sacrifici per darci il minimo indispensabile. La vita ci ha colti di sorpresa quando più avevamo bisogno di una figura paterna, quando più avevamo bisogno di affetto, quando più avevamo bisogno di tutto.

Nostro padre era un pittore abbastanza noto in città ,questo gli permetteva di portare a casa un guadagno tale da affrontare la vita di tutti i giorni, fatta di tante spese e sacrifici. Ci ha insegnato molto. Ci ha insegnato ad appezzare le piccole cose , ci ha insegnato a dare valore al denaro, a rispettare il prossimo, ma soprattutto ad amarlo.

La vita è difficile, ci mette alle strette nei momenti meno opportuni, se la prende con le persone più deboli, innocenti. La cosa che fa più male è il vedere i miei amici di classe accompagnati dal proprio padre ,oppure partecipare a delle manifestazioni dove è prevista la presenza dei genitori. Alla fine poi, la cosa che più mi rende nervoso è il non vedere nessun apprezzamento da parte dei miei amici nei confronti dei propri cari, ma si sa, ci rendiamo conto dell'importanza di una persona solo quando la perdiamo.

Quest'anno ho l'esame di maturità e per fortuna direi, finalmente potrò passare più tempo con mia mamma e magari cercarmi un buon lavoro per aiutarla ad alleviare i sacrifici che sta facendo per noi. Lavora dalla mattina fino alle sette di sera in una fabbrica della città, che si occupa di smaltimento di materiali inquinanti. Ormai ha cinquantaquattro anni e lavorare costantemente diventa sempre più difficile, non so fino a quando possa farcela. In questa fabbrica mia mamma lavora da quando aveva ventisei anni e questa è l'unica cosa che mi tranquillizza, dato che definisce i suoi colleghi la sua seconda famiglia.

Poi c'è Andrea, il suo datore di lavoro. Non so se è stata solo una mia impressione, ma vedo nei suoi modi di fare un attrazione nei confronti di mia madre, magari sarà solo amicizia chissà. A volte penso se sarebbe giusto per mia mamma avere un altro uomo, da un lato questa situazione mi renderebbe nervoso, è difficile vedere un altra persona prendere il posto di tuo padre, anche perché nessuno è all'altezza di prendere il suo posto,dall'altra invece ne sarei felice in quanto l'unica cosa che vorrei per mia mamma è la sua felicità. Ha bisogno di una persona che la faccia sentire viva, che la distragga dai tanti problemi, dai tanti pensieri.

Sono due anni in cui la sera dormo insieme a mia madre, capisco quanto possa essere difficile per lei dormire in un letto, dove, qualche anno prima, era occupato dalla persona che l'ha sempre resa felice e importante. A volte la sento piangere, è dannatamente brutto vedere la sofferenza che tralascia nei suoi silenzi, di notte poi, quando ognuno di noi è estremamente debole, la notte fa paura. Cosi si spera che arrivi in fretta l'alba e che il dolore faccia spazio a tanta forza, per affrontare al meglio la giornata e far si che tutto prosegua senza intoppi.

Ogni mattina io e la mamma prendiamo lo stesso autobus prima che una fermata separi le nostre strade. Lei è la prima a scendere dato che la fabbrica non dista molto da casa, e poi arriva il mio turno, scendo dall'autobus, entro in classe, affronto un'altra giornata. Ci risiamo, le solite cantilene dei professori sull'esame che sta arrivando e su come si svilupperà. Ormai siamo agli sgoccioli, manca solo un mese prima che ognuno prenda la sua strada. La tesina è quasi terminata dopo di che dovrò studiare dalla mattina alla sera, affinché possa prendere un buon voto e far felice mia madre. Si già, mia madre, questo perché ,fosse stato per me, mi sarei accontentato anche di un sessanta, ma non merita un'altra delusione come quella datagli da John, e quindi mi alzo le maniche e mi do da fare.

A proposito di mio fratello, ultimamente passa più tempo fuori che a casa, non so cosa vada a fare dato che non parliamo mai, e non parla nemmeno con mia mamma. E' brutto quando in una famiglia ci sia tanta indifferenza da parte di due componenti,soprattutto nel vedere il bel rapporto che hanno i miei amici con i propri fratelli. Anche da parte mia c'è odio nei suoi confronti, ma dato che perdono facilmente so che un giorno potrei metterci una pietra sopra, sempre se lui vorrà. Torna la sera tardi, mia mamma mi parla sempre della sua preoccupazione nei confronti di John, non riesce a capire dov'è che ha sbagliato, non sa come fare per far si che un giorno la 'famiglia', non che torni, perché non lo siamo mai stati, ma che cominci ad essere degna di tale attribuzione.







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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 27, 2015 ⏰

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