L'alba stava per sorgere,e Clary non vedeva l'ora.
Quella notte non riusciva a dormire,come sempre d'altronde .
La stanza era illuminata solo da un po di luce che filtrava dalla finestra.
Clary ormai stufa di stare al letto,si alzò ed andò in bagno.
La cosa che lei odiava più di tutte era il fatto che ci fosse un enorme specchio davanti al lavandino.
Non voleva specchiarsi ogni giorno ,per vedere che era un mostro.
Così si sentiva.
Sospirò e si avvicinò allo specchio ,per vedere in che condizioni era il suo volto.
Delle enormi occhiaie ,messe ancora di più in evidenza dal colorito pallido del suo viso,si trovavano sotto i suoi splendidi ma tristi occhi neri.
Le labbra erano screpolate ,e prive di colore.
E i capelli le ricadevano disordinati sulle spalle.
Se il suo cuore non battesse,potrebbe essere scambiata per un cadavere.
In quel momento gli sarebbe piaciuto tirarsi i capelli,e buttarsi per terra.
Ma non lo fece,non sarebbe cambiato nulla comunque.
Distolse lo sguardo dal suo riflesso allo specchio ,e si spogliò per poi entrare nella vasca da bagno.
Dopo essersi lavata, Clary, uscì dal bagno dirigendosi di nuovo in camera sua.
Prese un jeans nero, una felpa grigia, e si vestì in fetta.
Non si vestiva mai con colori allegri,perché in un certo senso come ci vestiamo riflette noi stessi,e lei non era mai felice.
Scese di fretta le scale,sperando di non incontrare suo padre,e per fortuna non c'era.
Andò in cucina e si sedette su una sedia ,molto vecchia e maleandata.
Prese una mela dal porta frutta,e le diede un morso mentre controllava l'ora all'orologio appeso alla parete della cucina.
7:05 .Era molto presto,Clary si alzò dalla sedia ed aprì la finestra .
Subito il venticello fresco di novembre la colpì in pieno viso ,facendola rabbrividire.
Sentiva l'odore dell'erba bagnata,sentiva il gatto del vicino miagolare,e il leggero canto degli uccellini.
Troppo tranquillo,per Clary.C'era sempre qualcosa che non andava,per lei.
Sicuramente quel giorno sarebbe successo qualcosa.
Una folata di vento la investì ,e subito chiuse la finestra.
Dopo aver preso lo zaino,Clary,uscì di casa.
Davanti alla fermata dell'autobus non c'era nessuno,apparte qualche vecchietta che passa di lì.
Clary,come ogni giorno,sperò che l'autobus arrivasse in orario,cosa del tutto impossibbile.
Si appoggiò ad un palo vicino,e chiuse gli occhi.
Aveva tanto ,troppo,sonno ma se si addormentava faceva incubi terribili e quindi preferiva stare sveglia tutta la notte,ma nel giorno ne risentiva.
Aprì gli occhi,appena sentì il rumore delle gomme accontatto con l'asfalto ed una puzza di gas.
Era finalmente arrivato l'autobus ,e Clary si affrettò ad entrare.
Si sedette su un sedile a caso,e poggiò la testa al finestrino.
L'autobus partì,di nuovo e stranamente si fermò dopo qualche minuto.
Le porte si aprirono ed entrò un ragazzo dai capelli castani, Clary era sorpresa dato che non lo aveva mai visto,ma torno ad poggiare la testa al finestrino.
Chiuse gli occhi,che erano diventati pesanti.
Il ragazzo,intanto vedendo Clary sola,si sedette vicino a lei,che non se ne era neanche accorta.
"Ciao " disse il ragazzo sorridendogli.
Lei girò la testa di poco, e lo fissò senza salutarlo.
Era fatta così,Non dava confidenza a nessuno,e soprattutto non salutava gli sconosciuti.
E si chiese perchè si fosse messo vicino a lei ,se l'autobus era vuoto.
da un lato le dava fastidio ,d'altro non gliene fregava niente.
Non si accorse che lo stava ancora fissando,scosse la testa e tornò a poggiarla al finestrino.
"Io sono Kyle " disse il ragazzo ,cercando di fare conversazione.
A Kyle sembrò subito bellissima anche se aveva delle enormi occhiaie,ma quegli occhi erano la fine del mondo...
Clary, continuò a fare come se non ci fosse.
Quando Kyle stava per riaprire bocca l'autobus si fermò.
La ragazza fu sollevata ,e si alzò, ma sfortunatamente anche il ragazzo, scendendo alla sua stessa fermata.
Clary,quasi corse,dentro l'edificio, ed entrò nella sua classe.
Non c'era nessuno.
Si sedette ,e poggiò la testa al banco.
Odiava la sua vita,e ogni volta si chiedeva perchè,perché le fosse capitato a lei ,perchè non avesse una vita normale ,con genitori normali e non un padre alcolista e drogato che la picchiava ,e non una madre letteralmente pazza finita in un ospedale psichiatrico.
"Buongiorno ragazzi! "Entrò il professore,e Clary si risvegliò dai suoi pensieri.
Il professore cominciò a parlare e aggitare le mani,ma la ragazza non le prestava attenzione.
Non sapeva neanche lei quanto avrebbe dato per essere una ragazza normale e senza problemi.
"Descrivetevi con una parola " disse il professore.
La ragazza continuava a pensare a come sarebbe stata la sua vita ,con dei genitori presenti, magari un fratellino..
"Jackson,mi sta ascoltando?"chiese il professore avvicinandosi al suo banco.
Clary ,alzò la testa dopo aver sentito il suo cognome,e lo fissò.
"Allora? Dai si descriva con una parola!"disse il professore tornando dietro alla cattedra.
La ragazza rimase a fissare il vuoto.
Si descriva con una parola."Forza non è difficile!quello che pensa signorina non abbia paura!"la incoraggiò il professore.
Con una parola.Clary aprì la bocca sussurrando "nero".
Il professore rimase un po sorpreso " nero? "Chiese .
La ragazza annuì, è così che si sentiva.
Per lei il nero era oscurità,tristezza,paura,sofferenza, buio,rabbia,morte,fallimento,vuoto..
"Perchè ,nero?"chiese il professore,incuriosito.
"Perchè mi ha chiesto di descrivermi con una parola " Rispose Clary.
Suonò la campanella prima che il professore potesse aprir bocca di nuovo.
La ragazza si alzò prese lo zaino, e se lo mise in spalla,uscendo dalla classe.
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EHI!
SPERO VI PIACCIA ,QUESTA STORIA CHE STO SCRIVENDO;)
SE VI PIACE LASCIATE UNA STELLINA O COMMENTATE.
CIAOO❤
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Black eyes
RandomClary Jackson ,una ragazza piena di problemi. Sempre sola,nessuna la mai vista in compagnia. Lei pensa di essere uno sbaglio,ed è anche quello che gli fanno credere gli altri. Sempre con quegli occhi neri puntati in basso,le mani nascoste dalle mani...