Tutto immobile, tutto buio, neanche il vento si fa sentire,
I miei passi sembrano non esistere coordinati con quel perfetto nulla,
Della mia stessa presenza potrei dubitare,
mentre dall'alto la luna mi culla.
D'un tratto schiamazzi spezzano rudi quel paradiso,
dall'entrata impolverata passi rombano e s'impongono,
scorgo dall'ombra in cima alle scale il loro alcolico sorriso,
come hanno trovato questo luogo dove suoni non si odono?!
Come osano, in casa altrui, irrompere privi di motivo?
Rompono, gridano, corrono e bevono ancora,
Dannati irrispettosi, insegnarvi sarà l'obiettivo,
le mani prudono, arrivo! prima che la rabbia mi divora.
Quei due bambocci in cucina conversano,
il buio mi assiste, scivolo alle loro spalle,
abile e silenzioso, coltelli tra le mani scorrono,
afferro il primo e la lama gli disegna la pelle.
Dalla gola sgorga il rosso aspro che colora il pavimento,
cade a terra inerme, gli occhi dell'altro mi vedono e prova sgomento,
il mio volto lo turba e il sorriso lo terrorizza,
pallido cadaverico s'immobilizza.
Non attendo oltre e gli prendo la vita,
a questo profano una lezione va impartita,
se disturbi il silenzio ne farai parte
solo da morto ne apprezzerai l'arte.
Fine del caos, pulisco lo scempio e porto via i corpi,
raggiungeranno il museo di sotto,
con altri irrispettosi si uniranno e penseranno ai loro torti,
con stanchezza mi tolgo il volto e lo butto di botto.
Alle pareti appesi tutti i purificati,
arredano la stanza per pagare i danni arrecati,
un sospiro mi esce, la pace è tornata,
mi siedo e vedo la mia collezione aumentata ...