Cap.3 Sensi di colpa

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<< Bea...Bea perché non hai risposto? >>  la voce di Leonardo si incrina sul finale della domanda.

Sulla comunicazione cala un silenzio interrotto solo dallo scricchiolio delle interferenze, poi il ragazzo riprende a parlare.

<< Avevi detto che se avevo bisogno potevo chiamare, ma tu non c'eri >>

Il mio cuore perde un battito. Lui aveva bisogno ma io non c'ero.

Un senso di colpa mi travolge e mi sento male, mi viene un capogiro.

<< Tu non c'eri! >> ripete Leonardo, stavolta col tono più aggressivo.

<< Tu non vuoi aiutarmi davvero! Tu non sei mia amica, non lo sei mai stata! Ti odio! Io ti odio! Sparisci dalla mia vita! >> urla per concludere poi riparte la voce della segreteria.

Richiamo Leonardo, una, due, tre, quattro volte ma non ottengo nessuna risposta.

Decido di mandargli un messaggio veloce ma conciso.

*Calmati. Non fare cazzate. Fidati di me. Bea*

Invio e poso il telefono sul tavolo.
Mi prendo la testa fra le mani.

Antoine mi raggiunge al tavolo e beve un sorso della sua birra. Sorride.

Quando vedo il suo viso, la mia mente lo sostituisce automaticamente con quello di Leonardo, in lacrime, che implora il mio aiuto.

Ho bisogno di distrarmi. Devo distrarmi.

<< Com'è andato l'incontro di filosofia? >> gli chiedo, dato che è uno dei nostri due argomenti di conversazione.

<< Oh bien. Oggi abbiamo pavlato di vita e di movte >>

Antoine partecipa ad un corso di filosofia.

La cosa mi interessa meno di zero, ma so che in questo momento devo assolutamente ascoltare quello che ha da dirmi.

Per tutto il pasto, ascolto il noioso monologo del francese e il mio tentativo di distrarmi non riesce perché il mio pensiero va sempre al ragazzo dagli occhi verdi.

Mangiamo in fretta e il mio cellulare non suona, nonostante gli lanci continue occhiate assassine.

Antoine paga il conto e mi riaccompagna a casa.

Faccio per scendere dalla macchina ma lui si avvicina e tenta di baciarmi.
Io lo respingo bruscamente.

<< Oggi no, Antoine, oggi no >> detto questo mi dileguo.

Mi fiondo nel mio letto caldo cercando di non pensare a Leonardo Bianchi ma ormai il suo pensiero ha invaso ogni singola parte di me.

Non riesco a dormire per tutta la notte.

                        ***

<< Merda! >> esclamo davanti allo specchio.

Non riesco a nascondere queste maledette occhiaie nemmeno con il trucco.

Sono già in ritardo. Ho perso tempo mentre cercavo disperatamente di mettermi in contatto con Leonardo, invano.

Prendo le chiavi mandando a fanculo la cipria ed esco di casa.

Il tragitto per l'ospedale è breve, impiego circa dieci minuti.

Chiamo Cami e Rebecca e propongo di vederci per pranzo alla caffetteria di Stefano.

Devo pensare ad altro.

La mattinata in ospedale trascorre tranquilla e di Leonardo e dei suoi parenti assolutamente nessuna traccia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10, 2015 ⏰

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