Parte 1

9 0 0
                                    

Splendi gelido e folle diamante,

irraggiungibile,
prima che il giorno ti rubi la luce

L'aura, Irraggiungibile

CAPITOLO 1

16 giugno

L'aria è fresca, quasi pungente alle sei del mattino lungo l'ex ferrovia che parte da San Lorenzo ed arriva a Sanremo, ora adibita a pista ciclabile. Da quando è stata aperta è il ritrovo di tutti i ciclisti, corridori, pattinatori di questa parte della riviera ligure e soprattutto valvola di sfogo di molti turisti. Si possono incontrare anche persone che preferiscono passeggiare, senza il caos del traffico, ammirando il mare che costeggia immenso tutta la strada. Insomma, in qualsiasi ora della giornata è possibile incrociare qualcuno che la attraversi. Però all'ora in cui Marco ama correre non c'è nessuno. Solo lui, il suo respiro affannato, il rumore delle onde del mare e del vento che accarezza gli alberi. Da anni è sua abitudine alzarsi presto per scaricare le tensioni delle sue giornate e correre, correre indisturbato, scaricando tutti i pensieri di una vita, in cui non sono mancate le soddisfazioni, ma che calcola anche molte delusioni e sconfitte. A lui piace la sensazione di sentirsi isolato da tutto, a parte i primi rumori dei motori dei poveretti che si alzano troppo presto per andare a lavorare. Ma in quei momenti lui si sente unico, invincibile e sempre in sfida per battere il suo record personale.

Marco conosce questa strada come se stesso, non avrebbe neanche bisogno di un calendario per riconoscere le stagioni, poiché le può distinguere dal germogliare delle piante, o dall'ora in cui sorge il sole.

Come ogni mattina, di abitudine, dopo i primi venti minuti passati correndo in direzione San Lorenzo, si volta e torna verso Arma di Taggia, per raggiungere la sua auto, accenderla, dirigersi verso casa per riuscire a farsi una doccia fredda e poter iniziare una ennesima giornata di lavoro.

Nonostante gli anni avanzino si sente ancora un ragazzino, in forma smagliante, a parte qualche ruga di troppo; la sua corsetta mattutina lo fa sentire ancora vivo e pronto ad ogni sfida, ignaro che forse quella potrebbe essere la sua ultima...

Vieni bastardo, corri verso di me, fiero e imprendibile come ti sei sempre sentito, povera nullità, puntino minuscolo circondato da altri inutili esseri miseri come te.

Chissà che effetto farà spaccarti quella tua testa vuota, vedere i miei occhi riflessi nei tuoi, in quell'attimo in cui ti accorgerai che non ci sarà un altro domani per te. Quando osserverai il tuo carnefice e non capirai, perchè sei stupido, la tua mente non può comprendere il mio piano unico e divino col quale le cose andranno nella giusta direzione, gli errori vanno pagati, soprattutto quando persone schifose come te rovinano l'esistenza altrui, ma non avrai neanche il tempo di rifletterci su perché per te sarà subito buio. Vieni bastardo, ti aspetto...

"Carabinieri di Arma di Taggia" risponde al secondo squillo del telefono l'agente Edoardo Scalia. "Ho capito signora, stia calma, mando subito una volante. Dove ha detto che si trova di preciso? Sì, ho capito. Certo. Mi ripete il suo nome per cortesia. Va bene, subito."

Edoardo riattacca la cornetta e compone il numero interno della centrale, il sudore gli scivola sulla fronte, appena il maresciallo risponde cerca di ripetere le parole dette dalla donna per telefono.

Il maresciallo Luca Parodi accorre alla guardiola e ordina di chiamargli subito l'agente Beghello.

"Scalia, ti vedo scosso, non mi dire che pensavi non ci potessero essere casi come questo ad Arma." domanda il maresciallo, sogghignando verso il giovane.

"In realtà..." il sudore aumenta e gli occhi tradiscono il suo terrore "non credevo potesse mai succedere una cosa così."

"Prima di spaventarci è meglio se controlliamo di persona, ripetimi il nome della donna e cosa ti ha raccontato."

VendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora