Prologo

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Dean tirò un calcio alla porta principale, facendola spalancare, e Sam lo seguì coprendosi il viso con la manica della giacca, per non inalare fumo. Sam corse al piano superiore addentrandosi tra le fiamme e spalancò le porte una alla volta, guardando alla meno peggio nelle camere, nel caso ci fosse stato qualcuno.
Dean si precipitò in sala, dove si sentivano le urla strazianti di una ragazza, che impietrita ed accerchiata dalle fiamme, piangeva assistendo ad una delle scene peggiori a cui si possa assistere, guardando il corpo del padre in fiamme, senza riuscire a far nulla. Si gettò in ginocchio difronte a lei, coprendole il viso con una mano per impedirle la vista di quello strazio, e se la caricò tra le braccia, cercando di evitare travi in fiamme che crollavano, dirigendosi verso l'entrata.
Si sentì un boato, come di vetri in frantumo, e la porta improvvisamente si chiuse. Il maggiore urlò a squarciagola il nome del fratello, ma senza ricevere alcuna risposta. Cercò di salire lungo le scale in fretta, ma una trave gli sbarrò la strada. Chiamò Sam ancora una volta, ma la vista iniziò ad annebbiarsi. Scosse il capo cercando di non lasciarsi sopraffare, strinse a sé la ragazza e capì che la finestra era l'unica via d'uscita, e vi si gettò,finendo di schiena, sull'erba del giardino, vide poi il fratello in lontananza, che cercava di urlargli qualcosa, ma non capiva.
Si gettò sulla ragazza, coprendole il viso ed il capo, non appena sentì un sibilo, seguito da un boato, che ridusse la casa in cenere, mentre parti di ciò che rimaneva dell'abitazione si spargevano nei dintorni, e l'intero quartiere si radunava attorno alla vecchia villa dei Morgan.
Sam si passò una mano sul volto sospirando, mentre Dean aveva il fiato corto, e sentiva la ragazza singhiozzare contro il suo petto.

-Il valium ha fatto effetto- sussurrò Sam, poggiando una coperta sulle spalle della ragazza.
-Finalmente-
Dean si gettò di peso su una poltrona sospirando.-Erano giorni che seguivamo quella pista. Figlio di puttana.-
-Non puoi continuare a torturarti per quello che è successo Dean..-
-Noi eravamo lì. Lì fuori, Sam. Se fossi arrivato prima- sibilò a denti stretti. Sam scosse il capo e gli batté una mano sulla spalla. Non riusciva a vederlo in quello stato, ma Dean non poteva continuare a darsi la colpa per tutto. Non era colpa sua. Ancora.
-Non avresti potuto far nulla ugualmente Dean-
-Guardala Sam.. adesso.. cosa le diremo? Your mother was on fire? Tuo padre era una torcia umana?-
-Dean non è divertente. Finiscila.- Dean guardò la ragazza sospirando.-Quanti anni avrà?-
-Molti meno di te Dean- ribatté con un mezzo sorriso sulle labbra, quasi a voler sdrammatizzare.
Ma Dean aveva ragione. E Sam lo sapeva. Come si può spiegare una cosa simile? Ed anche se avevano una vaga idea di ciò che era successo, erano ugualmente nei casini. E Dio, Sam non faceva che ripensare a Mary, all'incendio, alla sua morte, Jessica, occhi gialli. Centinaia di immagini scorrevano davanti ai suoi occhi in frazioni di secondo, e dovette reggersi alla poltrona di Dean per non cadere, in preda ad un giramento di testa. E Dean. Dio, Dean. Non faceva che ripetersi
"È colpa mia. È solo colpa mia, non doveva succedere. Non ancora una volta." E continuava ad autocommiserarsi, guardando un punto indefinito del muro, sperando che la ragazza dormisse ancora per tanto, non sapendo come...
Un battito d'ali.
-Dean.- il biondo voltò il capo guardando in basso.
-Cosa è successo?- fece un sorriso sbilenco e si rivoltò verso la ragazza che dormiva beatamente sotto effetto di medicinali, fortunatamente ignara di ciò che gli passava per la mente in quel momento.-Un incendio-
-Un semplice incendio? E hai quell'espressione per un incendio? Stai scherzando spero.-
-Non è solo quello.- sibilò schioccandosi le nocche.
-La sua famiglia..è morta. Pensiamo che fosse colpa del padre. Deve aver appiccato lui il fuoco.- ribattè Sam guardando Castiel, che assunse la sua classica espressione confusa, inclinando lateralmente il capo ed aggrottando le sopracciglia.
-Possessione?-
-Può essere. Ma finchè non si sveglierà possiamo solo fare ipotesi-
La ragazza aprì lentamente gli occhi e sbatté più volte le palpebre. I ragazzi trattennero bruscamente il fiato. Si guardò attorno in maniera confusa e si tirò su a sedere. Si portò una mano in fronte e strizzò gli occhi più volte, poi guardò i ragazzi.
-Chi diavolo siete?- strillò impaurita.-E dove sono?!- scaraventò giù la coperta e si alzò improvvisamente dal divano e li indicò urlando.
-Aspetta calm..- Sam provò a parlare.
-CHI DIAVOLO SIETE? DOVE SONO I MIEI GENITORI? E DOVE SONO IO?!-
-Se ci fai spiegare.- Replicò Dean con un pizzico di ironia.
-MA..-
Castiel schioccò le dita e la ragazza non fece in tempo a terminare la frase, che cadde sul divano, priva di sensi. Sam e Dean lo guardarono con gli occhi sgranati.
-Stava diventando insopportabile- si giustificò e scrollò le spalle.




HOLLAAAAAAAA
QUESTA SAREBBE LA MIA PRIMA FAN FICTION SU SUPERNATURAL E AMMETTO CHE COME PROLOGO FA UN TANTINO SCHIFO, L'UNICA COSA CHE MI PIACE E' CASTIEL ALLA FINE.
NEI PROSSIMI CAPITOLI LA STORIA DIVENTA ABBASTANZA MOVIMENTATA, VERRANNO A GALLA MOLTE COSE CHE SI PENSAVA FOSSERO LASCIATE ALLE SPALLE, E SINCERAMENTE NON VEDO L'ORA DI AGGIORNARE.
SE NON VI HA FATTO MOLTO SCHIFO LASCIATE UNA RECENSIONCINA INA INA INA?
*virtual hugs*

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora